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IL TEMPIO DELL’ATTESA, IL NUOVO LIBRO DI GIANNI BONINA

Siracusa si offre al turista nei diversi volti della civiltà greca, il più in vista, della cultura rinascimentale, dell’influenza catalana, dell’arte barocca e della tradizione cristiana, il meno ricercato. Eppure è la presenza del cristianesimo, nelle sue forme originarie, che si raccomanda per una visita speciale, al di là delle catacombe, delle predicazioni paoline, della devozione a Santa Lucia e del miracolo della Madonnina delle lacrime. C’è infatti una Siracusa mistica del tutto sconosciuta, implicata nei rimandi da un sito a un altro, da un episodio biblico a un altro, da una chiesa all’altra, della quale non esiste una guida o manuale di storia.

Ora c’è però un romanzo, Il tempio dell’attesa (Bertoni, pp. 434, euro 18), che tutti quei fili nascosti raccoglie e raccorda in una coerente e sconcertante sfera entro la quale i protagonisti laici, da Archimede a Platone a Caravaggio, si ritrovano insieme con i massimi artefici cristiani, San Paolo, San Luca, San Marciano, Santa Lucia, la Madonnina, Maddalena, a costituire uno schema fascinoso e olistico. Non ne sono estranee la vicenda dei Cavalieri di Malta, la forte diffusione nella provincia di Ordini cavallereschi, opere scultoree e pittoriche come la statua di Santa Lucia che tiene un libro nel marmo della cripta al Sepolcro e la tela del Seppellimento di Santa Lucia (vero e proprio libro da leggere con un nuovo alfabeto, perché grondante di enigmi), la Settima lettera di Platone ai siracusani, la teoria della quadratura del cerchio elaborata da Archimede, l’Istituto Bethania alla Maddalena, teatro di dell’apparizione di Gesù a una suora, le chiesette rupestri del Plemmirio, la Grotta della Pillirina, alcune chiese chiuse nel tempo, quella della Misericordia e l’altra di San Tommaso, che pure hanno avuto un ruolo non minore nel secolare sviluppo di una teoria che tutto tiene in un quadro nel quale Siracusa si riflette in una veste del tutto originale e sorprendente.

Autore del romanzo è Gianni Bonina, giornalista che a Siracusa ha lavorato per anni a “La Sicilia” e che si è lasciato suggestionare dai misteri nascosti nelle pieghe recondite della storia aretusea, pervenendo a una tesi che molto ha del romanzesco ma nulla concede alla totale invenzione letteraria, giacché il contesto storico è ripreso nella massima fedeltà e precisione. Un contesto storico che arriva ai nostri tempi con l’attentato dell’11 Settembre da dove il romanzo prende inizio. Uno degli oltre mille scomparsi, gli assenti all’appello delle vittime, è un docente di letteratura di Catania che dodici anni dopo riappare nei panni di un barbone a Barcellona, dove lo scorge e riconosce un suo assistente presente nella capitale catalana per un convegno. Parte da Pla de la Seu, davanti al duomo, un romanzo che cresce per germinazione e proliferazione di eventi, colpi di scena, scoperte e soprattutto riletture dei testi sacri scandagliati in maniera acribitica per revolvere nuove chiavi di accesso al protocristianesimo. La ribalta da Barcellona si trasferisce a Siracusa dove, molto faticosamente e attraverso nuove scoperte, tutti i nodi si sciolgono e si arriva a una verità mai pronunciata eppure concepibile, a stare all’incredibile coincidenza che rivelano date storiche e avvenimenti nel cui intreccio il numero tredici e il numero sette, già di per se stessi magici, si mostrano risolutori.

C’è di più. Lavorando per ipotesi esoteriche e surreali, ma ripescando precisi riferimenti documentali, Bonina immagina le dimissioni di Papa Ratzinger come una manifestazione della volontà divina perché la Chiesa venisse affidata a un pontefice popolare e meno magistrale, in sostanza sostituendo San Paolo con San Pietro. Tale “ripensamento” celeste si sarebbe avuto, nella prospettiva immaginifica dell’autore, per rilanciare la Chiesa contro la riviviscente neognosi, già annunciata da Paolo VI, e portarla in posizione di forza in vista del realizzarsi del “misterium iniquitatis” biblico e dell’avvento del “katechon”.

Romanzo complesso quanto ricco ed esuberante, dottrinale e sapienziale, ma non cervellotico come se appartenesse al genere esoterico, Il tempio dell’attesa è anche un baedeker sulla storia misteriosa di Siracusa, da leggere on the road e davanti alle testimonianze reali, nonché un essai su temi come l’attesa, la fede, la scienza, la tradizione religiosa sviata che porta alle Madonne nere, ai vangeli apocrifi, al culto gnostico. Bonina non si è risparmiato nel tentativo di fare convergere tutte queste forze nel cielo di Siracusa, ottenendo quantomeno di rilanciarne la grandezza e l’importanza storica apprestando inesplorati poli di attrazione turistica e motivi nuovi di interesse. Da osservare con sguardo rinnovato appare per esempio il Seppellimento di Santa Lucia, capolavoro nel quale Caravaggio ha forse nascosto un segreto di cui è venuto a conoscenza a Malta, da dove è arrivato a Siracusa, la stessa Malta dove San Paolo si imbarca con Luca su una nave che fa scalo per tre giorni a Siracusa, quella Malta alla quale sono diretti gli Ospedalieri provenienti nel 1529 da Rodi e che a Siracusa portano una preziosa icona che nascondono in una stanza murata di una chiesetta poi demolita. Molte altre sono le suggestioni che il romanzo offre, al cui fondo agisce una trama lineare e nel pieno delle ragioni di un thriller denso e appassionante. L’ex assistente del professore scomparso e riapparso segue con un suo collega una pista suggerita da una raccolta di tredici racconti che l’assistente, divenuto docente di ruolo, trova in albergo a Barcellona e che crede gli siano stati fatti avere dal suo ex professore. I racconti contengono codici che portano agli Atti degli apostoli, al santuario della Madonna delle lacrime, alla Madonna del Piviere e a Santa Lucia, le cui spoglie i siracusani attendono con la stessa emozione con cui i barcellonesi aspettano il completamento della Sagrada Familia. C’è un filo che lega i due grandi templi della cristianità, entrambi recentissimi e costruiti pressoché nella stessa epoca, cosicché tra Barcellona e Siracusa, come fu al tempo della Camera reginale, si stabilisce un nuovo rapporto nel quale stavolta in palio c’è la stessa cristianità.

Il tempio dell’attesa è il secondo romanzo di Bonina compreso nel ciclo che ha chiamato “trilogia della fede”. Il primo è stato I sette giorni di Allah dedicato all’islamismo e il terzo, non ancora pubblicato, dal titolo Gli altari di Ibla, si occuperà del paganesimo. Tutt’e tre i romanzi sono ambientati in Sicilia, che così si conferma fucina di storie, leggende, miti e tradizioni un cui cospicuo campione ritroviamo in questo secondo titolo. Del quale può dirsi che valga come il romanzo che mancava non alla storia di Siracusa ma al suo patrimonio culturale.

Saro Lo Re