ROSSANA LA MONICA CHIEDE GIUSTIZIA PER IL FRATELLO STEFANO BIONDO
Contenere la commozione di fronte ad un familiare di un giovane siracusano morto durante un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) non è cosa semplice. Specialmente se a rispondermi è la sorella di questo giovane, Rossana La Monica, donna combattiva e volto noto in città per le sue innumerevoli iniziative nel sociale. Ed ancora di più perché la vittima, Stefano Biondo, all’epoca in cui si svolsero i fatti tragici, aveva appena compiuto 21 anni. Stefano vive ancora nel cuore e nella mente di chi, parenti e amici, in primis i familiari, non si rassegnano a questa morte.
Rossana, l’annosa vicenda giudiziaria sulla tragica fine di suo fratello arriva finalmente al verdetto finale. Cosa accadrà il prossimo 31 gennaio?
Ci auguriamo che venga fatta giustizia, che ci sia un verdetto di colpevolezza. Non ci darà indietro il nostro amato Stefano, ma se così non fosse, il sistema seppellirà mio fratello per la seconda volta!
Vuole raccontarci, per chi non l’ha conosciuto, chi era suo fratello? Cosa amava fare, qual è il ricordo di lui che conserva nel cuore?
Stefano era rimasto all’età di 5 anni, quindi era un bimbo dolcissimo, con la passione per i treni, conosceva tutte le feste comandate, adorava la sua famiglia, il mare e i gelati.
Purtroppo a volte a causa delle crisi, rompeva qualcosa e questo gli ha precluso negli anni l’inserimento in strutture riabilitative, perché nessuna struttura ( parcheggi) vuole pazienti in agitazione, ma ben sedati e calmi.
Ricordo sempre con tenerezza struggente quando a mare facevo fare a Stefano il motoscafo, grazie al principio di Archimede riuscivo a far planare quel ragazzone e lui rideva, rideva felicissimo, ci dicevano il bene che ci volevamo.
Da un’esperienza straziante di dolore e di lutto è nata Astrea. Personalmente ritengo che l’attività di quest’associazione sia un esempio di sussidiarieta’ cittadina nel suo senso più nobile, concreto e solidale. Vuole raccontarci di cosa vi occupate?
Astrea è la Dea della giustizia, nata in memoria di Stefano, per mantenere vivo il suo ricordo e pretendere che venga fatta giustizia, innumerevoli sono state le iniziative a favore di tutte le fasce deboli, il territorio, con un occhio particolare per la disabilità.
Recentemente un’attivista di Astrea è salita in Cielo. Si sente di parlare di lei?
Il 4 ottobre 2017, ho perso la sorella che mi ero scelta, la mia complice, un’amica insostituibile, la fondatrice insieme a me ed Eleonora Zuppardi dell’associazione Astrea in memoria di Stefano Biondo. Non ho subito solo io una perdita enorme ed incolmabile, ma tutta la cittadinanza, perché Ketty era un angelo buono, ed astuto, lei aiutava con dedizione tante persone, senza chiedere nulla in cambio e con una discrezione unica. Ma nel contempo era astuta e scaltra, capiva sempre chi fingeva e chi no. Mi manca infinitamente.
Donare arricchisce chi dona, si dice. Qual è, secondo lei, il senso e lo spirito che anima un volontario? L’aspetto più gratificante del sentirsi utile e del donare oggetti materiali ma soprattutto attenzione ed affetto?
Chi è veramente portato per il volontario si vede nel tempo, perché fare del bene non è sempre gratificante, ma poi basta un sorriso regalato ad un bimbo, un progetto portato a buon fine, una bella collaborazione con associazioni amiche, per ripagarti di parecchie ingratitudini e vuoti istituzionali.
Tante persone le dimostrano stima e rispetto, ogni giorno. È stata personaggio dell’anno tempo fa. Come vede la situazione di Siracusa? Cosa funziona e cosa, a suo avviso, andrebbe migliorato?
Sicuramente non si può continuare a sostituirsi a chi di dovere deve aiutare, le associazioni meritevoli danno tanto e meriterebbero essere supportate.
Fiduciosi nella magistratura, attendiamo il verdetto finale dei giudici, augurandoci che sia fatta giustizia, si arrivi finalmente a ristabilire la verità dei fatti tragici accaduti 7 anni fa e che quanti amano Stefano Biondo possano, in qualche modo, nella verità e nella giustizia, trovare un po’ di pace di fronte al dolore devastante che li ha colpiti. Che le lampade di speranza lanciate nel cielo con i volontari di Astrea, possano brillare luminose, rischiarate dalla luce della Verità, come in una commovente, indimenticabile sera di qualche anno fa.
Carmen Perricone