IL TEMPIO “RE RU COLONNI”: OGGI E’ IMPOSSIBILE VISITARLO ED E’ ABBANDONATO ALL’INCURIA
Siracusa fu una delle più grandi e rispettate città della Magna Grecia e oggi lo testimoniano le rocce, le strade e gli imponenti monumenti miracolosamente sopravvissuti a più di duemila anni di Storia.
Questi importantissimi reperti archeologici non godono oggi del rispetto che meritano, e noi tutti lo sappiamo anche se facciamo finta di niente: se da un lato alcuni monumenti sono curati e amati da tutti, altri invece sono in preda all’incuria e all’indifferenza.
E’ proprio questo il caso del tempio di Zeus Olimpo (Olympeion), noto ai più come il tempio ‘re ru colonni’
Il tempio in stile dorico è il secondo più antico della città, sorge su un’altura nei oressi di Via Elorina nel IV sec. a.C. e gode di una vista panoramica della città e del porto. Veniva considerato un vero e proprio faro dagli antichi marinai che entravano e uscivano navigando dalla città.
Il tempio era molto ricco e imponente (20,5metri per 60) e in questo luogo venivano conservate le tavole con i nomi di tutti i cittadini siracusani atti alle armi, una specie di censimento delle milizie.
La ricchezza del luogo ha suscitato la bramosia di molti: lo stesso Dionisio I, tiranno di Siracusa, sostituì il prezioso mantello d’oro che adornava la statua del dio votivo Zeus con uno di lana, dichiarando che in tal modo avrebbe avuto ‘meno freddo’.
La lontananza dal nucleo cittadino fu causa di tanti saccheggiamenti: sotto le sue mura iniziarono a sorgere gli campamenti degli eserciti invasori ed il tempio iniziò ad andare in rovina.
Accanto sorgeva un altro grande complesso monumentale: l’imponente sepolcro in onore del tiranno Gelone e di sua moglie, di cui purtroppo oggi non rimane nulla.
Nel ‘700 il tempio ha ispirato turisti e studiosi, che giungevano a Siracusa durante il ‘gran tour’.
Oggi il ricordo di questa imponente testimonianza è richiamato solo dal nome di un noto ristorante siracusano, che si trova nelle vicinanze; il tempio rappresenta molto bene il nostro grande passato, andato ormai in rovina.
Sia i cittadini che l’amministrazione dovrebbe ricordare quanto importante sia questo posto..
Oggi non esistono orari di visita del sito archeologico, che è chiuso al pubblico e abbandonato all’incuria. Per tale motivo vi esorto in massa e rivolgervi alla soprintendenza, perchè insieme si possa fare qualcosa.
Mattia Cirasa