Politica

LICEO CLASSICO GARGALLO DISTRUTTO E ABBANDONATO, COMUNE DI SIRACUSA INETTO E INERTE

Ci sono state molte manifestazioni per riportare gli studenti del Gargallo nella vecchia scuola di Ortigia. C’è da aggiungere che molti sostenitori delle varie iniziative sono stati più volte impegnati elettoralmente e questo ha messo seriamente in dubbio la genuinità della loro protesta. Più recentemente qualcuno ha pensato che al Gargallo in Ortigia si sarebbero potute fare comunque altre iniziative, se non le normali lezioni scolastiche. Insomma, l’idea era quella di riaprire comunque alla città la sede di una delle sue istituzioni prestigiose. Il danno è che da noi si pensa, si parla, ma proprio tanto, e non si conclude praticamente nulla. Leggiamo qui sotto quello che ha scritto tre anni fa al riguardo Isabella Benanti, un pezzo quasi profetico.

Ortigia Via Gargallo, inverno 2004Liceo Classico Tommaso Gargallo, classe seconda liceo sezione E. Non ricordo di preciso quale fosse il professore ma ricordo benissimo le sue parole: “Ragazzi, a fine anno scolastico lasciamo questo edificio. Avete protestato tanto affinchè venisse ristrutturato e messo in sicurezza e a quanto pare le richieste sono state accolte. A fine anno ce ne andiamo. Voi lo sapete che qui dentro non ci rientreremo più, vero?”. Cavolate, pensavo io a diciassette anni. Quanto ci potrà mai volere a mettere in sicurezza la mia scuola? Ok, io magari mi diplomerò in un altro edificio ma almeno le generazioni che verranno dopo di me potranno godersi un Gargallo tirato a lucido, sicuro e se possibile ancora più bello di quello che mi ha ospitata per quattro anni. Questi professori sono sempre disfattisti, devono sempre vedere il bicchiere mezzo vuoto.

Ortigia, primavera 2014. Da quanto tempo non facevo una bella passeggiatina in Ortigia, tra una cosa e un’altra il tempo per godersi le bellezze della propria città sembra sempre meno. Ehi, ma qui siamo ad un passo dalla mia scuola passiamoci un attimo, non ci passo da così tanto tempo. Non riesco a crederci, non riesco a credere ai miei occhi. Il ricordo meraviglioso si scontra frontalmente con una realtà sconcertante. Il cancello davanti al quale per anni ho aspettato il suono della prima campanella della giornata insieme a centinaia di miei compagni è totalmente arrugginito, il cortiletto esterno dove ridevamo e scherzavamo di prima mattina o durante la ricreazione è sommerso da pietre, rifiuti e materiale da lavoro che sembra abbandonato da anni. Alzando gli occhi vedo la finestra della mia classe, la classe della mia prima interrogazione in greco, del primo voto soddisfacente nell’odiatissima matematica, la classe in cui ho conosciuto una delle mie più grandi amiche, la classe in cui ho pianto con le mie compagne per qualche stupida delusione d’amore, ed il vetro  della finestra è spaccato, così come è spaccato il vetro di diverse altre finestre. Altre finestre ancora sono spalancate e pronte ad accogliere pioggia, polvere e detriti di ogni genere. Il portone frontale, quello sopra il quale era appeso lo stemma del nostro Liceo e anch’esso ricoperto di ruggine. La sensazione è desolante.

Dieci anni. Sono passati 10 anni e uno degli edifici più belli, con una grande storia, uno dei patrimoni della nostra città è lasciato lì a marcire come l’ultimo degli scarti. Decine e decine di generazioni di siracusani si sono diplomati all’interno di quelle mura e solo chi ha vissuto sulla propria pelle quell’edificio sa quanto fosse assolutamente unico e magico portare avanti degli studi umanistici in un luogo che da solo ti dava il senso della storia, della cultura, del peso di quello che stavi andando a studiare. Dieci anni. Dieci anni per mandare in rovina un pezzo di storia della città, dieci anni per distruggere i ricordi di migliaia di persone, dieci anni in cui è stata negata la possibilità agli studenti del Liceo Classico di studiare nella loro scuola. Perchè la nostra scuola è quella. La nostra scuola si trova in Ortigia, in via Gargallo 19, è stato così dal 1866 ed è inaccettabile l’idea che non potrà tornare ad esserlo a causa di una amministrazione comunale inetta.

Quel professore lo sapeva, dieci anni fa ce lo aveva detto e non perchè fosse disfattista o volesse vedere il bicchiere mezzo vuoto, ma perchè sapeva. Perchè l’esperienza insegna e i trascorsi dell’amministrazione siracusana facevano facilmente prospettare questo scenario a chiunque non avesse quella ingenua fiducia nel prossimo che hanno i giovanissimi.

 Se chiudo gli occhi rivedo la mia scuola così come la ricordo, maestosa, quasi solenne…bellissima. Ed è deprimente ed ingiusto che, a causa di chi teoricamente dovrebbe garantire il meglio per questa città, per rivivere certi meravigliosi ricordi gli occhi debbano restare chiusi.

Isabella Benanti