Politica

GIOVANNI CAFEO RISPONDE ALLA LETTERA DEI GIOVANI DELL’AZIONE CATTOLICA: NON SPETTATORI, MA INSIEME PARTE ATTIVA

Rep: Cari giovani dell’Azione CattolicaViviamo un tempo di trasformazioni straordinarie e di nuove fragilità, in cui ogni giorno ci ritroviamo a fare i conti con l’incertezza di un mondo del lavoro assai poco somigliante a quello che avevamo quando siamo andati a scuola. Un tempo in cui viviamo più a lungo, ma invecchiamo spesso senza  le opportune condizioni. Un tempo in cui in Sicilia i figli stanno peggio dei genitori e faticano a trovare la loro strada, in mancanza di un’opportunità per misurarsi e correre con le proprie gambe. Ho letto con attenzione la lettera che avete inviato a tutti i candidati all’Assemblea Regionale Siciliana e ho constatato, con una certa soddisfazione, molti punti in comune tra le vostre osservazioni e la mia idea di impegno politico. Cercherò di entrare nel merito delle questioni sollevate, ovviamente nel mio piccolo e consapevole del fatto che un parlamentare, ancorché pieno di buona volontà, non può certo condizionare da solo la politica dell’intera Assemblea ma può provare a puntare l’attenzione sugli argomenti che ritiene fondamentali. Comincerò proprio dalla fine della vostra lettera, quando fate giustamente riferimento alla legalità e alla necessità, sempre attuale, di smarcare la Sicilia non solo dalla mafia ma anche dall’assonanza automatica con la criminalità organizzata. Sì, perché la nostra Isola non ha nulla a che spartire con chi in questi decenni ne ha infangato la dignità, con chi professandosi “uomo d’onore” l’onore non sa neppure cosa sia. Nel corso del mio eventuale mandato, la mia attività di controllo e verifica e ogni atto legislativo avranno come fine ultimo la trasparenza, la legalità, gli incentivi verso le aziende e le personalità sane che hanno deciso di stare dalla parte dello Stato ma soprattutto proverò in ogni modo a rendere impossibile la vita di chi viaggia “al limite”, in quella zona grigia al confine tra la simpatia e la collusione che sembra quasi una condizione accettata in Sicilia ma che invece ne costituisce un cancro da estirpare. Ambiente e sviluppo industriale, nella nostra visione del futuro, vanno strettamente a braccetto. Noi non siamo contro l’industria a priori perché riteniamo impossibile immaginare il rilancio economico in un territorio vasto e variegato come quello siciliano basandosi esclusivamente sui servizi; ma dall’industria pretendiamo il rispetto delle più moderne normative ambientali e, laddove possibile, la riconversione della produzione. Fondamentale inoltre prestare massima attenzione sulle bonifiche specie per quei territori dove lo scempio si è già consumato, consapevoli che come “custodi del creato” abbiamo una grande responsabilità nei confronti delle future generazioni. Legato alla sviluppo economico c’è poi il tema delle infrastrutture, declinato nel nostro programma in un potenziamento strategico della rete ferroviaria, portuale e stradale, incrementando qualità e quantità dei servizi del trasporto pubblico, soprattutto nei collegamenti incrociati tra gli snodi strategici (porti, aeroporti, città capoluogo di provincia). Sul turismo e sulla valorizzazione dei beni culturali, ambientali, storici ed enogastronomici, inclusa l’agricoltura, l’allevamento e la pesca di eccellenza crediamo di avere le idee molto chiare: si tratta di settori da incentivare al massimo, ma non da “sfruttare” in modo irresponsabile. E’ indispensabile puntare sulle nuove imprese e sulle start-up operanti principalmente proprio in questi settori, in continuo e costante sviluppo. Per avere imprenditori all’altezza e soprattutto occasioni di lavoro valide non si può non pensare ad una seria modernizzazione e riforma della Formazione professionale siciliana, attualmente slegata dalle reali esigenze del mondo del lavoro e per questo uno strumento utile più ai formatori che ai formati. Resterebbe tanto da dire su altri temi importantissimi come i rapporti con l’Europa e la necessità di ridare dignità alle professioni intellettuali istituendo i fondi di rotazione e il parco progetti delle P.A., il rilancio del settore edile con l’introduzione del Fascicolo Fabbricati e tanto altro. Da qui al 5 novembre però possiamo almeno decidere che TOCCA A NOI.

 Tocca a noi dare fiducia, prima di chiederla. Lavorare perché torni normale credere che gli anni a venire saranno migliori di quelli passati. Tocca a noi perché non è da soli che si possono cambiare le cose, ma insieme, insieme come in questi anni e in questi mesi abbiamo provato a fare, partendo dall’ascolto del territorio, perché le persone e i loro bisogni potessero tornare al centro. Assumiamoci insomma la responsabilità di essere parte attiva di un processo e non spettatori disillusiMETTIAMOCI ALL’OPERA PERCHE’ INSIEME POSSIAMO ANCORA SCEGLIERE !

Giovanni Cafeo