Politica

ELENA CALIGIORE: SUL RANDAGISMO LA PAROLA D’ORDINE E’ STERILIZZARE

Quando si vuole fare a tutti i costi informazione attraverso post,  video o altro in Facebook è comunque necessario usare un minimo di metodo di ricerca ed evitare di diffondere pubblicamente  ‘castronerie’. Citare erroneamente  numeri e date relative alla normativa in vigore e tanto altro non aiuta a comprendere la vastità e le difficoltà che si incontrano nel voler risolvere il problema del randagismo. Da mesi   gira voce che a Palermo il Sindaco sta costruendo il primo canile sanitario in Sicilia, eppure la campagna elettorale è finita! Leoluca Orlando è stato rieletto e oggi si potrebbe  dire finalmente  come stanno  in realtà i fatti. Il canile sanitario a Palermo c’era già ed attualmente è in ristrutturazione. Persino il Bando Comunale lo conferma ed infatti nel sito del Comune si legge: “Lavori di ristrutturazione ed adeguamento degli impianti e delle attrezzature del canile municipale di Piazza Tiro a Segno.”  Quando sarà completato,sarà  certamente una struttura  più moderna e, si spera, dotato di tutte le strumentazioni  necessarie ad un canile sanitario. Ma ahimè pare che  la capienza sarà di soli 100 posti contro i 400 precedenti. Un numero  insufficiente per una città come Palermo ed il suo territorio.

Si spera che il randagismo diminuisca e  che pian piano venga sconfitto, ma finora si registra solo un incremento preoccupante. Oggi,  per la situazione che c’è in Sicilia e nel Meridione non riusciamo a vedere  alcuno spiraglio di miglioramento a meno che non venga modificata la normativa in vigore e si rendano obbligatorie le sterilizzazioni per tutti i cani che vengono adottati nei canili e per quelli dati in adozione ancora cuccioli. E’  necessario  intensificare il controllo del territorio per conoscere attraverso l’ iscrizione obbligatoria  all’anagrafe canina il numero dei cani dei privati non sterilizzati e sono necessarie garanzie relativamente alle cucciolate  dei loro  cani. E’ necessario  impegnare e responsabilizzare anche  i veterinari privati  nel convincere i  loro clienti alla sterilizzazione dei loro cani o almeno a garantirne e conoscere la sorte delle cucciolate evitando l’abbandono. I canili  sanitari certamente sono necessari e, come previsto dalla normativa, devono essere pubblici cioè  comunali. In  essi devono prestare  servizio, a tempo pieno, i veterinari delle ASP. Le sterilizzazioni devono essere intensificate e  a ritmo continuo, non certo come avviene attualmente. Infatti si registrano spesso interruzioni nelle sterilizzazioni, questo avviene anche nella nostra città e provincia. A volte tali interruzioni  durano mesi, vanificando così eventuali  risultati positivi raggiunti. Per giustificare tali interruzioni vengono avanzate giustificazioni quale la carenza di personale.

Attualmente ad esempio nel sanitario di Ragusa che sterilizza per il suo territorio comunale e per il Comune di Chiaramonte Gulfi, le giornate di sterilizzazione sono due e a volte  una soltanto a settimana. Da solo un sanitario non garantisce  e non garantirà la fine o almeno un controllo efficace  del randagismo. Il problema va affrontato nelle sue diverse sfaccettature e con determinazione. Facciamo un esempio non facilmente contestabile perché vi sono numeri pubblicati dall’Ente comunale e  confermati dallo scarso numero di sterilizzazioni registrate nel rifugio  sanitario comunale di Ragusa inaugurato nel 2011.  In questa struttura che spesso funge anche da ricovero  le sterilizzazioni  avvengono in numero sicuramente  insufficiente  rispetto alla necessità  e domanda che proviene dal territorio.

Da anni nel ragusano si è ritenuto di risolvere il problema in maniera assolutamente inaccettabile autorizzando partenze di cani e di cucciolate verso il Nord e verso l’estero. In questo i soggetti responsabili  sono: il Comune, le Associazione convenzionate che gestiscono il servizio nei rifugi sanitari ed anche i  veterinari ASP. Responsabilità molto gravi. Pertanto spetta alla Magistratura intervenire quando è necessario ed alla Regione modificare la Legge lì dove è poco efficace.

Elena Caligiore