Politica

LO SCIOPERO DEI METALMECCANICI PER FRENARE IL PIANO DI CONFINDUSTRIA CONTRO I LAVORATORI

Rep: Voglio ringraziare tutti per la partecipazione ad una giornata di sciopero che ha
rappresentato, ancora una volta, in maniera evidente, la capacità dei lavoratori
metalmeccanici di elaborare e praticare in questa fase la necessaria visione generale
che serve per contrastare l’attacco che Confindustria e le aziende portano al lavoro e
ai lavoratori.
Lo sciopero del 6 luglio è nato dalla vostra consapevolezza sulla necessità di unire le
forze in un progetto comune a difesa del lavoro e del territorio. Abbiamo provato
sulla nostra pelle, che non tutti hanno questa consapevolezza. Quello che è accaduto
ieri è stato come gettare sale su una ferita, brucia……. ma la rabbia che abbiamo
provato deve spronarci ancora di più a continuare, con tutta la lucidità e la forza
possibile, per la nostra strada alla ricerca di una percorso collettivo che non
rappresenti la visione delle aziende ma quella dei lavoratori.
Noi saremo sempre in prima fila consapevoli che a chi paga il prezzo più alto spetta
l’onere della lotta, lotta che noi dobbiamo far crescere sempre di più per cambiare i
rapporti di forza e riconquistare tutta la dignità che oggi abbiamo perso.
Sono risentito certamente per quanto accaduto ieri, ma allo stesso tempo gratificato
per la vostra determinazione, per la vostra maturità e per la volontà che avete
mostrato in questi giorni nel saper essere protagonisti del vostro, del nostro futuro.
Per questo ringrazio tutti, e vi abbraccio con la consapevolezza di avere al mio
fianco, in questo momento difficile, compagni di strada capaci e determinati, spinti
dalla passione e dagli ideali, che non hanno intenzione di cedere alla logica del
“nulla può cambiare sotto il sole” con l’ambizione di arrivare fino in fondo.
Vi ringrazio ancora a nome della FIOM e vi lascio con le parole di Bertrand Russell
«Non smettete mai di protestare, nemmeno quando vi querelano ingiustamente; non
smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità,
nemmeno quella di un prefetto, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta.
Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano.
[…]»
Segretario Fiom Cgil
Antonio Recano