Politica

CARLENTINI / RICORDATO ANGELO RIZZA DAVANTI ALLA CHIESETTA CHE PORTA IL SUO NOME

Rep: Ieri militanti di CasaPound hanno deposto una corona d’alloro in ricordo di Angelo Rizza dinnanzi alla chiesetta del borgo che porta il suo nome, in territorio di Carlentini. Abbandonato ormai da tantissimi anni il borgo è uno dei tanti siti siciliani definiti fantasma perché rimangono tracce cristallizzate di un passato non troppo remoto, e che la visita ha permesso ai presenti di riscoprire. “Conoscere il Borgo ma principalmente rendere omaggio al nostro concittadino, caduto per la Rivoluzione Fascista,  con l’omaggio floreale, – spiega il portavoce del movimento della tartaruga frecciata-. Il 16 maggio del 1921, giorno di elezioni politiche, mentre si attendeva l’esito dello scrutinio, gruppi di socialisti in atteggiamento provocatorio sostavano davanti alla sede del circolo Pro Patria dove erano presenti giovani fascisti. I socialisti incoraggiati dai primi risultati che si annunciavano favorevoli lanciavano all’indirizzo dei fascisti frasi oltraggiose. Ne nasceva una violenta colluttazione a colpi di bastone, fino a quando si udì un colpo di pistola che ferì a morte il diciannovenne Angelo Rizza, inutile la corsa all’Ospedale Civico Umberto I di Siracusa. Successivamente gli venne intitolato un Gruppo rionale e proprio il borgo di Carlentini che abbiamo visitato”. Le cronache del tempo evidenziarono come nel dopoguerra tutto quanto riguardasse la figura del giovanissimo Angelo fu rimosso, come la lapide di Piazza Duomo, luogo del vile attacco, ma qualcosa ha resistito, il Borgo appunto. “I borghi rurali in Sicilia rappresentarono durante il Fascismo l’assalto al latifondo e furono costruiti in tutte le provincie dell’Isola, tranne a Messina e a Ragusa, a partire dal 1939 per ordine del Duce e sulla scorta dell’ottima esperienza dell’Agro Pontino”. Purtroppo però gli anni successivi al secondo dopoguerra furono vissuti su enormi sprechi di denaro pubblico e vicende controverse. Ultima in ordine di tempo quella tra il 2006 e il 2008 quando il Comune iniziò dei lavori di manutenzione e ristrutturazione di fatto mai completati, se non nelle botteghe artigiane nella Casa del Fascio, e la scuola; nell’intenzione degli Amministratori c’era anche quella di accedere ai fondi FESR 2007-2013, di fatto è rimasto un borgo fantasma. “Una giornata vissuta all’insegna del ricordo e della scoperta di persone e luoghi che raccontano molto più dei libri di scuola”.