Politica

BROGLI, IL SINDACO SI DIMETTE? / TOI BIANCA: UN VOTO OPACO, ITALIA DOVREBBE SCHIERARSI DALLA PARTE DELLA VERITA’

Toi Bianca, la Procura di Siracusa ha concluso le indagini sui brogli alle Comunali del 2018. Ha accertato che su 30 indagati, 22 hanno fatto reato, ma è stato un reato lieve. Gli altri 8 invece hanno alterato i risultati elettorali insomma hanno perpetrato atti dolosi. Brogli anche clamorosi, come verbalizzare 800 voti in una sezione con soli 400 elettori. Il Tar aveva messo una pezza (annullamento della proclamazione di sindaco e consiglio comunale e ritorno al voto in 9 sezioni), il cga invece non ha battuto ciglio davanti agli atti dolosi di cui sopra e ha confermato sindaco Francesco Italia. Ora che succede? Italia visti i brogli accertati da una commissione prefettizia, dal Tar e oggi dalla Procura, non si dovrebbe dimettere?

Non lo so, Salvo. Nell’estate del 2019 consigliai al sindaco di non costituirsi nel processo del TAR per le irregolarità nelle amministrative. Sarebbe stato, a mio parere, più trasparente una posizione “istituzionale” di attesa serena dell’esito processuale. Ma Italia scelse la linea della contrapposizione, della negazione cioè che vi fossero state anomalie nel voto. Posizione che ha reiterato dinanzi al CGA che gli ha dato ragione con una sentenza che, a mio avviso, farà scuola perché introduce una sorta di principio della modica quantità di pasticci che sono tollerabili nelle elezioni. Ora ci sono degli indagati per reati penali che noi non giuristi genericamente chiamiamo brogli. Certamente bisognerà aspettare la sentenza definitiva, se mai vi si arriverà, ma mi pare evidente che l’opacità di quel voto viene in qualche modo ribadita. E va detto anche che sono tempi in cui l’attendibilità delle sentenze “politiche” dei processi è stata fortemente minata da tutto quanto è venuto fuori sul “sistema” della magistratura. Ma questo vale naturalmente per tutte le sentenze, quelle che ci piacciono e quelle che ci dispiacciono, di primo e di secondo grado e per tutte le inchieste. Io non lo so se Italia “dovrebbe” dimettersi. Non è tenuto in alcun modo a farlo e credo che ben pochi sindaci al suo posto lo farebbero. Io penso che questo periodo da “podestà” non gli stia giovando quanto a popolarità e consenso, ma forse è quello che tutti i sindaci sognano: governare da soli senza rotture di scatole. Mi piacerebbe che una volta si schierasse apertamente dal lato di chi vuole sapere la verità su quelle elezioni. Magari costituendosi parte civile nel processo penale che si aprirà. Cioè arruolando il Comune dalla parte delle guardie. Della legalità democratica intendo.