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BROGLI, IL SINDACO SI DIMETTE? / EZECHIA PAOLO REALE: ALTERATO IL RISULTATO ELETTORALE, BASTA INTELLETTUALI FAZIOSI E DIFENSORI DEI PROPRI SEGGIOLONI

Ezechia Paolo Reale, premetto che avendo sollevato tu la questione di questo clamoroso caso di democrazia rappresentativa violentata nella nostra città, non ti avrei rivolto nessuna domanda. Ma, lette alcune risposte di altri intervistati sulla chiusura delle indagini della Procura di Siracusa sui brogli elettorali di giugno 2018, ho avuto la curiosità di conoscere anche il tuo pensiero. Quindi a te la parola, la domanda iniziale resta naturalmente la stessa: “La Procura di Siracusa ha concluso le indagini sui brogli alle Comunali del 2018. Ha accertato che su 30 indagati, 22 hanno fatto reato, ma è stato un reato lieve. Gli altri 8 invece hanno alterato i risultati elettorali insomma hanno perpetrato atti dolosi. Brogli anche clamorosi, come verbalizzare 800 voti in una sezione con soli 400 elettori. Il Tar aveva messo una pezza (annullamento della proclamazione di sindaco e consiglio comunale e ritorno al voto in 9 sezioni), il cga invece non ha battuto ciglio davanti agli atti dolosi di cui sopra e ha confermato sindaco Francesco Italia. Ora che succede? Italia visti i brogli accertati da una commissione prefettizia, dal Tar e oggi dalla Procura, non si dovrebbe dimettere?”

Non mi va di fare polemica mentre la gente è disperata, schiacciata tra la paura del Covid e la povertà dilagante. Dico solo che Siracusa non ha bisogno di intellettuali organici a una parte politica o di manifestanti per la legalità violata a corrente alternata. La questione che pone l’esito, ancora certamente parziale, dell’indagine della magistratura non è se sia opportuno o meno che un qualsiasi Sindaco Italia si dimetta dalla carica di primo cittadino di una qualsiasi città Siracusa; è se ha ancora oggi senso parlare di democrazia rappresentativa se non esistono strumenti giuridici validi per impedire che uno o più malfattori o anche semplicemente uno o più ignorantoni alterino pesantemente i risultati di una consultazione elettorale. Ho chiesto l’accesso agli atti del procedimento penale come danneggiato dal reato e non credo sia giusto commentare approfonditamente senza conoscere esattamente di quale gravità sono i fatti ipotizzati dalla Procura della Repubblica. Per avere fatto una distinzione tra “colpevoli minori” per i quali è stata chiesta l’archiviazione per la lieve entità del fatto di reato del quale si sono resi responsabili e “colpevoli maggiori” per i quali la Procura intende chiedere la punizione immagino che questi ultimi debbano aver cagionato un danno significativo, tale da poter addirittura, con le sole irregolarità riscontrate in una singola sezione, incidere sul risultato finale. Prima di alzare difese d’ufficio sulla stanchezza dei poveri presidenti di seggio o sulla difficoltà della normativa suggerirei di attendere qualche dato più significativo. Se, per esempio, le indagini avessero accertato che in qualche sezione hanno votato 400 elettori ma sono stati registrati e contati solo 30 o 40 voti; ovvero hanno votato 700 elettori e sono stati registrati 850 voti insisterebbero seriamente sulla stanchezza e la difficoltà delle norme o ci si vergognerebbe di averlo detto ? Contare non è così difficile e non esiste stanchezza che ti permetta, in buona fede, di registrare 30 voti quando per due giorni hai ricevuto 400 elettori che hanno fatto la fila per esprimere il proprio voto e poi ne butti 370 nella spazzatura. Fossi uno di quegli elettori non sarei indignato, semplicemente non mi sentirei più cittadino di uno Stato che permette che il mio voto, insieme a quello di tanti altri, finisca nella spazzatura.

Io oggi non voglio alzare i toni senza aver prima chiaro di cosa si sta parlando: ma non voglio neanche sopirli come se la questione non fosse, come invece è, della massima importanza. I custodi dei propri seggioloni in giunta non hanno, peraltro, di cosa preoccuparsi: le indagini penali non incidono immediatamente sulla validità delle elezioni e quando si concluderà il processo l’attuale Sindaco e l’attuale Giunta avranno esaurito il loro mandato (non è la prima volta, d’altronde, e quasi tutti hanno già dimenticato). Dobbiamo solo guardare a un futuro senza queste porcherie e quindi credo che ciascuno possa esprimersi liberamente, anche gli occupanti dei seggioloni e i loro amici, senza tema di perdere le grazie del potente di turno. Mi piace ricordare che quando Aung San Suu Kyi divenne famosa, sino a ottenere il premio nobel per la pace, esponendo per protesta, dagli arresti domiciliari, un cartello con su scritto “where is my vote ?” per denunciare i brogli elettorali del governo birmano, tutti noi, con in testa gli intellettuali organici e i manifestanti a corrente alternata, abbiamo indossato per solidarietà una maglietta con la stessa scritta. Aspettiamo, allora, prima di fare valutazioni se non sia il caso, almeno per centinaia se non migliaia di nostri concittadini, di rispolverare quella vecchia maglietta.