Politica

PAOLO REALE: NEI POSTI RILEVANTI PERSONE COMPETENTI E NON AMICI COMPIACENTI

Paolo Reale, sinceramente credevamo che Italia si sarebbe dimesso dopo i brogli, la mancata approvazione del bilancio e lo scioglimento del Consiglio comunale

Non aveva il dovere di farlo e non lo ha fatto. Attendersi un gesto morale nella politica di oggi mi sembra una posizione datata. I gesti morali seguono alle conseguenze sociali di fenomeni immorali che influiscono, anche senza diretta responsabilità della persona, sul ruolo pubblico ricoperto. Oggi i ruoli pubblici sono avvertiti come gratificazioni personali o trampolini di lancio verso altre mete e la scorrettezza e la menzogna del politico ( non è il caso di Francesco Italia, sia ben chiaro)  generano più ammirazione che riprovazione. Le dimissioni, che sarebbero state ovvie e apprezzate venti anni fa, oggi non sarebbero state neanche comprese. Sei, evidentemente, antico nel pensiero.

E’ vero, sono antico e non mi dispiace, per me la politica è stata sempre una cosa seria. Andiamo avanti. I giornalisti e le testate siracusane sono tante, quasi tutte riconducibili a una precisa scelta politica, qualcuno è anche un militante. Va bene? E’ normale? I siracusani sono informati o manipolati?

La mancanza di informazione competente e indipendente è uno dei grandi mali della nostra società globale. A livello internazionale, con l’istituto di Siracusa, la Fondazione Einaudi e il Partito Radicale, stiamo combattendo una battaglia molto bella sull’affermazione del Diritto alla Conoscenza come diritto umano fondamentale di nuova generazione. Uno degli aspetti più significativi è proprio il recupero del ruolo dei media nelle democrazie liberali. Di recente la competente Commissione dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa mi ha ascoltato, come esperto, in audizione su questi temi. È un fenomeno globale che esiste anche a Siracusa. Non lo combatti da qui e lo subisci anche qui.

Siracusa è una città d’opinione? E’ una città di servetti? E’ una città rassegnata?

Di opinione certamente no, più di schieramento.

Non parlerei di servetti, ma quando in una città i diritti non li godi in automatico hai sempre bisogno di qualcuno che dalle stanze del potere ti venga in aiuto. Ecco perché la corte attorno al potente o potentino di turno è sempre ampia e variegata. Ma sono gli stessi che trovavi, ieri, dietro la porta di chi comandava ieri e troverai, domani, dietro la porta di chi comanderà domani.

Si. È una città rassegnata. In questi anni ho incontrato solo poche persone di Siracusa con la capacità di sognare e la voglia di non arrendersi. Troppo poche per una collettività che cerca riscatto.

Secondo te ce la possiamo ancora fare? Abbiamo le risorse giuste? Dopo il Covid cosa dobbiamo aspettarci?

Non ho la sfera di cristallo. Le risorse giuste sono certamente in numero drammaticamente insufficiente, ma una nuova generazione si affaccia e dobbiamo continuare a sperare e credere che possiamo farcela. Dopo il Covid mi aspetto e mi auguro la normalità che l’epidemia ci ha tolto. E forse una maggiore capacità di comprendere quanto sia importante per tutti e, quindi, anche per noi stessi, che nei posti rilevanti vi siano persone competenti e non amici compiacenti