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TITTA RIZZA: IL SINDACO RIVUOLE LA CASA DEL PELLEGRINO, MA HA TORTO SUI TUTTI I FRONTI

Parlando di cose nostre ci dobbiamo soffermare sulla Casa del Pellegrino.

Il sindaco Italia ha emesso – l’ha emessa per lui la segretaria generale del Comune andata nei giorni scorsi in pensione – una Determina con cui rivuole indietro la Casa del Pellegrino.

La vorrà dare alla cooperativa che in passato l’ha gestita?

Voleva farne un regalo all’Azienda Sanitaria Provinciale che però gli ha dichiarato che non è idonea ad essere adibita a struttura contro il Covid 19?

E’ un partito preso contro il Santuario o contro il suo Rettore padre Aurelio?

Non lo sappiano; sappiano invece che il Santuario per difendersi da un vero e proprio scippo ha dovuto fare ricorso al Tribunale Amministrativo per la Sicilia.

Il sindaco Italia si è scordato che la precedenti Amministrazioni Comunali nonostante la presenza in Consiglio di un agguerrito gruppo consiliare del Partito Comunista Italiano affidarono in comodato per cinquanta anni la Casa del Pellegrino al Santuario della Madonna delle Lacrime.

Il sindaco vuole indietro tutta la Casa del Pellegrino sia il corpo anteriore

sia i quattro piani della parte posteriore della struttura.

Perché faccio questa distinzione ?

E’ necessario che la faccia per capirci meglio.

Quando il Comune attuò il comodato,la Casa del Pellegrino consisteva in quel piano terra che in passato ai tempi di Tonio Giuliano sindaco aveva ospitato i servizi anagrafici del Comune.

Una volta che il Santuario ebbe questo piccolo fabbricato si diede da fare per ottenere i soldi per potere ampliare la struttura al fine di ospitare i “”Treni Bianchi”” organizzati dall’ UNITALSI sia nazionale che regionale.

Il rettore del Santuario si mosse ed ottenne dei finanziamenti da parte della CEI e da altri enti, e principalmente chiese ed ottenne che contribuissero con le loro piccole o grandi offerte tutti i fedeli della Madonna delle Lacrime di Siracusa.

Con questi soldi il Santuario costruì l’attuale struttura della Casa del Pellegrino.

I sant’uomini che all’epoca reggevano il Santuario spesero questi soldi costruendo su una piccola area libera di proprietà del Comune, non rendendosi conto questi santi uomini che così facendo a norma di Codice Civile italiano regalavano la proprietà dei quattro piani costruiti con soldi dei fedeli al proprietario dell’area e cioè al Comune di Siracusa.

A questo punto nascono due questioni una d’ordine morale e l’altra di ordine legale.

Sul piano morale il sindaco Italia si dimentica che il 90 per cento della Casa del Pellegrino appartiene ai fedeli che con le loro offerte ne avevano consentito la costruzione; offerte per dare un tetto a pellegrini ammalati e a pellegrini poveri che non potevano permettersi di pagare un albergo.

Sul piano legale il Santuario ha diritto oggi che sono trascorsi più di venti anni dalla costruzione di sentire dichiarare da un giudice della Repubblica che questo 90% della Casa del Pellegrino è di proprietà del Santuario per essersi maturato il termine ventennale dell’usucapione.

Il 90 per cento arriva al Santuario per usucapione il restante 10 per cento o il Comune lo dona al Santuario o ci saranno ancora una volta le offerte dei fedeli che serviranno per comprare questa piccola fetta di costruzione.

La casa del Pellegrino è una istituzione di Siracusa che deve restare a servizio degli ammalati che vengono a pregare ai piedi della statuetta della Madonna delle lacrime di Siracusa.

Titta Rizza