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I GEMELLI ROMOLO E REMO? UNO DOVREBBE ESSERE NERO E L’ALTRO OVVIAMENTE CINESE

Ottima la colata di asfalto sui sampietrini di via IV Novembre a Roma. Costavano troppo in manutenzione (ovvio che poi gli olandesi ci considerino poco credibili, no?) e poi l’asfalto è oggettivamente più bello da vedere. Ma perché fermarsi qui?

Io direi di sbarazzarci del Colosseo: pericolosa rotonda, ingombrante e anche un po’ fascista. Un monumento alla violenza di cui dovremmo tutti vergognarci.

E i Fori Imperiali? Che spreco di spazio. Perché non sfruttarli per risolvere il problema delle auto? Poi vi lamentate se non arrivano investitori dall’estero… ma se manco riescono a parcheggiare!

Per non parlare di quell’inutile cinta muraria aureliana, soffocante e anacronistica. Smantelliamola una volta per tutte. Che poi i muri sono pure razzisti, lo sanno tutti: oggi i Goti li accoglieremmo a braccia aperte.

I ponti sul Tevere? Altra robaccia antiquata. Abbattiamoli e facciamoci spiegare da grandi archistar come Fuksas come tirare su un ponte instagrammabile!

Piazza Navona sarebbe un ottimo magazzino per monopattini, una volta liberata di quelle fontane così poco eco-friendly. Quanto al Pantheon, la sua conversione in moschea mi pare scontata e anche doverosa, dopo la brutta parentesi delle Crociate.

Anche la scalinata di Trinità dei Monti puzza di vecchio. Un ascensore può portarti su e giù con molta più velocità e comodità di un mucchio di scale bianche come un suprematista. Roma deve produrre e competere, non ha tempo da perdere!

L’Altare della Patria, insopportabile anche solo per il nome, cesserà di custodire le spoglie di un soldataccio e diverrà finalmente il più grande McDonald d’Europa. Dall’alto della scalinata, la M gialla illuminerà le notti romane!

Sbarazziamoci pure della Lupa capitolina che allatta Romolo e Remo. Questa visione sessista e fallocentrica della femmina come mera accuditrice è superata. Inoltre, uno dei due gemelli dovrebbe essere nero. L’altro cinese, ovviamente.

Alla fine di queste giuste riforme, avremo finalmente una Roma moderna e al passo coi tempi. Una metropoli globalista, libera dal suo fardello storico e finalmente fiera di essersi dissolta in un colorato, tollerante, inclusivo nulla.”                       Matteo Brandi