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QUANDO GLI ARTIGIANI SIRACUSANI ERANO RICCHI

I Bottai erano i più ricchi artigiani della città perché costruttori di botti, recipienti che servivano al trasporto di tutte le merci che viaggiavano soprattutto per mare. Il loro quartiere si distingue dagli altri per le sue costruzioni eleganti con balconate ricche di fregi, ringhiere in ferro battuto, ampie terrazze , mentre al piano terra dei palazzi si collocavano le logge e le botteghe per vendere i vari prodotti. Come alla Giudecca qui esistono ancora le strigas le stradine greche che hanno preso il nome dei vari artigiani che vi lavoravano: candelai , cordari ecc.
Via Amalfitania rappresenta la prima parte dello stenopos greco che ampliato diverrà il decumano romano. Qui all’angolo con via Cavour esiste una testimonianza antica del modo di punire i malfattori esponendoli alla vergogna, la gogna. Si tratta di una colonna abbozzata nella quale veniva posata la gabbia all’interno della quale era rinchiuso il condannato che poteva così essere insultato e colpito dai passanti
Durante la dominazione Aragonese si assiste ad un vero e proprio riordino edilizio dei quartieri di Ortigia. La città viene data da Federico III in appannaggio alla moglie Eleonora d’Angiò, dotazione che si istituzionalizzerà nel 1361 con la creazione della “Camera Reginale”. Questa forma di governo assegnava un vasto territorio della Sicilia, comprendente 9 comuni, alle figlie del re e Federico IV il Semplice lo concesse alla regina Costanza, figlia di Pietro d’Aragona, come dote nuziale. Siracusa assume così il ruolo di capitale di questo “Stato nello Stato” e sarà sede del Governatore, della Magna Curia e di tutti i Dignitari regi.
Questa felice situazione, che durerà fino al 1536, produrrà nell’edilizia lo stile gotico – catalano o chiaramontano, dal nome della famiglia più potente della Sicilia e farà di Siracusa una delle città privilegiate dell’Impero come testimoniano alcuni degli eleganti edifici ancora esistenti. Il palazzo di stile chiaramontano sintetizza i riferimenti stilistici delle due maggiori correnti spagnole Aragonese e Catalana a cui si sono aggiunti gli elementi della tradizione locale che nei periodi delle dominazioni araba e normanna avevano sperimentato modelli non dimenticati. Nel programma di riordino architettonico voluto dalla Camera Reginale nel 1361, diversi nobili ottennero il privilegio di acquisire vecchie casupole e demolirle per costruire nuovi edifici secondo il nuovo stile architettonico.
Le caratteristiche comuni a queste costruzioni possono così riassumersi:
1. Facciata a conci rettangolari lisci privi di intonaco
2. Cornice marcapiano
3. Scala a conci rinserrati e corrimano
4. Finestre bifore
5. Colonnine tortili o con capitello
6. Arcate ogivali nei portoni contornate da cordonature.
Splendide testimonianze ne sono alcuni palazzi di Ortigia :
Zapata –Gargallo e Rizza Danieli di via Maestranza
Gargallo di via Gargallo ( Archivio Notarile)
Migliaccio di via Picherali
Lanza Bucceri e dell’Orologio( cortile) di piazza Archimede
Palazzo Chiaramonte di via Landolina
Portale della Camera Reginale in via del consiglio Reginale
Palazzo Montalto
Palazzo Interlandi
Palazzo Gargallo di via Mirabella
Palazzo Abela-Danieli in via Miranbella
Porta Marina : la bellissima edicola.

Lucia Acerra