Politica

ROBERTO CAFISO: SIAMO UNA CITTA’ PRIVA DI SERVIZI CON UNA GESTIONE DILETTANTESCA

Roberto Cafiso, siamo nel 2020, un  parere professionale, da psicoterapeuta, qual è lo stato di salute mentale dei siracusani in questo momento storico?

I siracusani? Non stanno meglio e neppure peggio della maggior parte degli italiani. Poi noi aretusei siamo abituati con grande sagacia e … faccia tosta a fare buon viso a cattivo gioco un po’ a tutto, digerendo se il caso anche le pietre. La chiamano resilienza, una sorta di galleggiamento comunque, per arrivare a riva.
Un  parere da cittadino che paga le tasse e si trova a vivere in un paesazzu senza servizi

La storia di Siracusa, al di là delle battute di Checco Zalone,  è la storia di una città scadente di servizi. Baciata dalla natura, bistrattata dai suoi gestori, per lo più dilettanti o poveri di idee. Paghiamo le tasse come in … val di Susa ma sopravviviamo da lustri alle buche africane, ai trasporti da paese sudamericano, agli allagamenti stradali ad ogni acquazzone, ai servizi pubblici da sud che più sud non si può. Ma il sabato sera locali pieni lo stesso….e si beve per dimenticare.

Allora, il Tar ha annullato tutto, il Cga ha sospeso nelle more di dire la sua. I siracusani che ruolo hanno in tutto questo?

I siracusani hanno avuto un ruolo nell’esprimere un voto, ora che la palla è passata alla magistratura sono spettatori più o meno ( secondo me per lo più meno…) interessati. I siracusani subiscono la classe politica. La votano per rinnegarla poco dopo. Inneggiano al tiranno  per poi tradirlo appena questo inciampa. E la storia che si ripete.
Cinquanta sezioni elettorali con numeri e documenti da far tremare le vene ai polsi. Ma siamo veramente una città di ladri di potere?

Già alle regionali accadde qualcosa di simile. E abbiamo visto cosa è successo ad avvocati, imprenditori, politici e magistrati . Ora il remake  una beffa alla legalità in città. Non ho mai creduto alla cattiva fede dei componenti dei seggi coinvolti, ma alla incompetenza degli addetti allo spoglio ed ai conteggi. Siamo dilettanti anche nell’esercitare la democrazia. Approssimativi e disattenti.
Siracusa ha perso la Banca d’Italia, la Camera di Commercio, è commissariata ovunque da non siracusani. Siamo profondamente scarsi o c’è una spiegazione diversa?

Credo che siamo commissariati a più livelli  perché il nostro potere politico è scadente. Abbiamo perso istituzioni importanti a mio parere per insipienza e scarsa attenzione agli esiti di questi tagli per nulla scontati. Contiamo poco e non incidiamo purtroppo. Spicchiamo di più nel sottobosco dei poteri forti, quelli  degli intrallazzi. Da più parte ci guardano con sospetto e un pizzico di scherno.

Il governatore Musumeci, affermano citando i vari commissari inviati, ha reso Siracusa una colonia catanese..

Musumeci è un buon governatore. A mio avviso  migliore di altri che lo hanno preceduto. É chiaro che Catania è nel suo dna, ma c’è da dire – ripeto – che se trovasse siracusani di spessore non commissarierebbe la città affidando alcuni gangli vitali a … stranieri. Si paga tutto e nel tempo Siracusa ha spiccato per la sua scarsa vena imprenditoriale e gestionale a livello politico. Siamo più bravi nei pianti greci, meno a fare quadrato e a pretendere più rispetto. Quanto poi alla nostra “sindrome di Stoccolma” nei confronti di Catania che non è messa meglio di Siracusa a tanti livelli, è una responsabilità solo nostra e paghiamo dazio.

Roberto Cafiso, anche la vicenda della Sac è ambigua. L’ex Provincia ha azioni per svariati milioni, ma l’ex commissario catanese ha indicato nel cda un altro catanese ed ha dato parere favorevole a vendere Fontanarossa ai privati

Stessa cosa la nostra presenza alla Sac. Mangiati in un sol boccone dagli etnei, che non fanno meno guai di noi, ma incidono e contano di più a livello regionale e nazionale.
Anche sulla cultura non siamo quelli di una volta, abbiamo spacciatori di mostre farlocche a cui piace persino il bar alieno del Maniace

L’oscurantismo di valori e personalità non può non riverberarsi nella cultura locale dove sono più gli enunciati che i fatti. Le vetrine  più che la vera arte da apprezzare o di cui vantarsi. Molti impostori e dilettanti entrano dentro istituzioni culturali storiche per proporre se non il nulla, l’espressione decadente di un  pensiero anemizzato. Peccato: questo patrimonio ci connotava negli anni, ora tende all’appiattimento.
L’impressione è che nessuno faccia bene il suo lavoro. Gli avvocati fanno politica, i medici fanno politica, la curia fa politica…

L’impressione, direttore, è condivisa. Tutti dilettanti allo sbaraglio, dai gestori di B&B fenomeno locale di esponenziale portata, ai locali di ogni tipo gestiti con poca professionalità e destinanti al flop. E poi il richiamo della politica a smuovere professionisti di vario livello e spessore ad avventure col sogno del podio elettorale  e dello scranno in qualche  consesso pubblico, uno comunque. Per molti per campare, per alcuni per la smania di successo, per pochissimi per servire una causa

Comunque siamo sempre ai primi del 2020. Una battuta in positivo riusciamo a trovarla?

Possiamo solo migliorare. Crescere. Come la Fenice risorgere dalle nostre ceneri, perchè siamo abbastanza inceneriti e riguadagnare le posizioni che la città e tanti illustri concittadini del passato avevano conquistato. I recenti figli di Archimede hanno dilapidato il patrimonio ereditato. E’ ora di porvi rimedio. Sono ottimista direttore.