Politica

MARCO FATUZZO: LE FIRME FALSE E I BROGLI SONO SEGNALI DAVVERO INQUIETANTI

Marco Fatuzzo, ma cosa succede a questa città? Nel 2013 firme false nella competizione elettorale, nel 2018 i brogli elettorali…

Sono segnali certamente inquietanti, che fanno male all’immagine della nostra città, perché gettano un’ombra sullo svolgimento delle competizioni elettorali, che dovrebbero essere la manifestazione più trasparente del rispetto della democrazia rappresentativa e quindi della sovranità popolare riconosciuta dalla nostra Costituzione. Ciò che, tuttavia, stupisce vieppiù è la lentezza del sistema della giustizia amministrativa, che, almeno in casi simili, sarebbe deputata ad intervenire in tempi più rapidi, quanto per fare chiarezza sull’eventuale inquinamento del voto (vero o presunto che sia), tanto per l’accertamento sul piano penale delle responsabilità personali ove esistenti. E’ inaccettabile, ad esempio, che solo nel gennaio 2020, si sia giunti alla condanna degli autori della falsificazione delle firme per la presentazione della lista del M5Stelle alle comunali di Palermo del 2012. Otto anni sono davvero troppi per un pronunciamento di primo grado!

Non credi che ci dobbiamo convincere del fatto che in politica ci sono persone che barano, che vogliono vincere con qualunque mezzo?

E’ come scoprire l’acqua calda. Non credo ci sia bisogno di nuove testimonianze per renderci conto che, per la conquista del potere, esiste purtroppo – da sempre – chi è disposto a ricorrere a sistemi poco trasparenti per raggiungere l’obiettivo. In ogni competizione, a qualunque livello. Sono note le vicende inquietanti ancora aperte anche a livello internazionale: dal Russia-gate agli Usa-gate, a…  Attendiamo i pronunciamenti definitivi dei tribunali amministrativi regionali per sapere se e in che misura esista anche un Siracusa-gate, oppure se si tratti solo di una defailllance attribuibile ad incompetenza manifesta di presidenti di alcuni seggi elettorali (comunque perseguibili). Una postilla: è così difficile costituire, con congruo anticipo rispetto alle consultazioni elettorali, un Albo degli aspiranti a svolgere la funzione di “presidenti di seggio” (supportato da curricola adeguati), prevedendo una adeguata formazione prima dell’affidamento di questo delicato compito?

So bene che persona sei. Da giovanissimi eravamo entrambi alla parrocchia del Pantheon, avevamo certi ideali. Personalmente comincio a credere sempre meno alla Chiesa, alla sua buona fede di fondo. Oggi, anche a Siracusa, sembra schierata politicamente. O no?

Per quanto mi riguarda, Salvo, io personalmente quegli ideali non li ho mai rinnegati né annacquati. La Chiesa, come ha chiarito il Concilio ecumenico Vaticano II -sin dai lontani anni ’60- non si identifica con la gerarchia ecclesiastica, ma è costituita dal popolo di Dio, cioè dalla totalità dei credenti: quindi anche da me (e anche da te, come credente!).

Distinguiamo allora. Se la Chiesa – come popolo di Dio, costituito da fedeli laici – fa sentire la sua voce sulle realtà socio-politiche che la riguardano come titolari di cittadinanza, lo fa in piena legittimità, perché non sta facendo altro che obbedire al suo mandato di fedeltà al Vangelo, e peccherebbe di colpevole omissione se non lo facesse. Non c’è da stupirsi se esiste, all’interno della Chiesa come popolo di Dio, una diversità di vedute – non già riguardo ai fondamenti della fede, ai principi ed ai valori di riferimento (che rimangono saldamente comuni) – ma sulle possibili declinazioni sul versante delle scelte politiche, che attengono alle concrete opzioni di soluzione dei problemi complessi, che, legittimamente, sono e rimangono plurali e opinabili.

Se, invece, la Chiesa viene identificata con la gerarchia ecclesiastica, sono d’accordo con te riguardo al fatto che i pronunciamenti riguardo alle diverse opzioni politiche non siano di sua competenza, e dovrebbe lasciare ai fedeli laici questo compito.

Solo per sorridere, Salvo, visto che hai ricordato i nostri comuni trascorsi adolescenziali alla parrocchia del Pantheon, richiamo alla tua memoria l’epoca in cui nelle parrocchie, anche nella nostra, esistevano i “comitati civici elettorali” per la Democrazia cristiana, in cui, pesantemente, la “Chiesa come gerarchia” (quella sì), si occupava impropriamente -in modo diretto- di politica/partitica!

Il Cga dovrebbe pronunciarsi a marzo, nel frattempo o resta sindaco provvisorio Italia o viene nominato un commissario, insomma siamo comunque una nave senza nocchiero…

Rispondo sinteticamente. Le vigenti regole democratiche prevedono che un Comune debba essere amministrato da un sindaco (coadiuvato da una giunta di assessori che lo collaborano) e da un Consiglio comunale che svolga il ruolo di indirizzo e di controllo amministrativo. Entrambi legittimamente eletti. Le gestioni commissariali sono solo opzioni eccezionali ed emergenziali, che non rispondono coerentemente alla volontà dei cittadini elettori, e che non offrono alcuna possibilità di visione progettuale.

Marco Fatuzzo, aumentano i siracusani migranti, chiudono una quarantina di imprese artigiane, vanno male commercio ed edilizia…

La situazione economica ed occupazionale del nostro territorio è in sofferenza, non da oggi ma da tempo immemorabile. La conseguenza naturale è che i nostri giovani vadano a cercare lavoro in altre regioni o in Paesi esteri. Occorre un piano emergenziale per il Sud, che veda come protagonisti in prima linea la politica nazionale e quella regionale. In questa prospettiva, il Comune può solo sedere, quale terzo convitato, ad un tavolo di concertazione, senza trascurare tuttavia di fare tutta la propria parte, cercando ad esempio di attrarre risorse europee (il Piano Urban del 1994 rimane un modello emblematico).

Manca un tavolo comune fra deputati nazionali e regionali, anzi in questi due anni non c’è mai stato?

Deputati nazionali? Deputati regionali? Perché ne abbiamo? Confesso che non mi ricordo neanche i nomi…Per allestire un tavolo, e preparare le sedie, dovrebbero battere un colpo.

I sindacati sono privi di entusiasmo, hanno una mentalità routinaria, aspettano che succeda il peggio e poi protestano

Il ruolo dei sindacati pare che, da un certo tempo, sia scemato, riducendosi alla tutela del lavoro esistente o di quello che si trovi in situazione di crisi. Appaiono davvero poche le proposte per l’incremento di nuova occupazione. Probabilmente è l’effetto della messa tra parentesi, da parte degli ultimi governi, della importanza della concertazione (parola ormai obsoleta).

Siamo in crisi, siamo in un periodo di transizione, in politica ma anche nel sindacato mancano figure di riferimento?

Le figure di riferimento, di alto profilo, in politica come nel sindacato, non nascono come i funghi. Bisogna aver pazienza. Ciclicamente qualcuna, prima o poi, vedrai che verrà alla luce.

Le scuole cittadine sono malridotte, il freddo ha colpito diversi istituti completamente impreparati. Nei comprensivi la mensa viene forse contestata dal 70 per cento delle famiglie mentre gli asili nido comunali dovrebbero partire a febbraio, a tre mesi dalla conclusione dell’anno scolastico…

Parlare di scuole malridotte è forse una generalizzazione azzardata. Bisogna distinguere quelle di primo grado da quelle di secondo grado. Queste ultime sono di competenza delle ex Province e, “grazie” all’amministrazione Crocetta che improvvidamente le abolì, senza provvedere alla contestuale sostituzione con i Consorzi di Comuni, sono rimaste commissariate da anni e private delle risorse occorrenti per provvedere all’assolvimento delle competenze (rimaste invariate in carico, anche riguardo alle scuole di secondo grado).

Le scuole di primo grado, invece, sono di pertinenza del Comune. Alcune funzionano senza problemi e senza lamentele. Altre (invero poche) stanno presentando criticità, riguardo ad esempio al funzionamento degli impianti di riscaldamento (problema davvero risibile a Siracusa, dove nelle case nessuno al mattino accende questi impianti!). Sulla qualità del servizio mensa non saprei pronunciarmi (non avendo elementi di merito). Sugli asili-nido, ovviamente, condivido invece la perplessità per l’enorme ritardo dell’avvio del servizio ad anno ampiamente inoltrato.

Ci sono motivi seri, concreti, di prospettiva per il futuro? Possiamo dire ai nostri ragazzi di restare a Siracusa perché il maltempo sta per finire?

Caro Salvo, il maltempo purtroppo permane e le preoccupazioni per il futuro dei nostri ragazzi non lasciano intravvedere, nell’immediato, segnali di cambiamento. L’auspicio è che la congiuntura negativa possa attenuarsi, e che si aprano nuovi spiragli di speranza perché i nostri giovani possano rimanere a Siracusa con prospettive occupazionali. Ce lo auguriamo di vero cuore.