Politica

LA POLITICA DI SIRACUSA NEL 2016, UN ARTICOLO DI GREGORIO VALVO

Sono tutti in attesa che il sindaco Giancarlo Garozzo faccia la sua mossa e chiarisca a Giovanni Cafeo “se intende tornare al progetto iniziale di cambiare la città  invece di restare chiuso nella sua stanza decidendo ogni provvedimento da solo, isolandosi dalla città e non difendendo i provvedimenti finiti all’attenzione della magistratura”. Al sindaco viene anche rimproverato di usare il suo isolamento come una strategia per” evitare normali forme di dialogo con coloro che lo hanno sostenuto”. Se il sindaco mira a dimostrare che a decidere sulle vicende che il Vermexio partorisce è solo lui,  a quanto pare sembra essere sulla buona strada per dimostrarlo. Però si potrebbe obiettare che nel farlo pecca nello stile, discutibile, di voler prendere di colpo le distanze dagli amici di Gino Foti sol perché avrebbe trovato nuovi e più presentabili amici nei Dem dell’onorevole Amoddio. Le ipotesi della  risoluzione del rapporto con i fotiani girano liberamente da bar in bar dal 7 maggio, però, le risposte dovute al suo ex capo di gabinetto Cafeo  tarda a darle e forse non le fornirà mai. Ma non è la sola grana che nel corso della passata settimana  è piovuta in capo al primo cittadino di Siracusa. L’inaugurazione-passeggiata della  panchina del Foro Italico ha destato perplessità anche per un servizio trasmesso nel talk “L’aria che tira” lunedì mattina da La7. Nel servizio televisivo, commentato in modo critico e risibile da politici di interesse nazionale,  emergeva come fatto improprio l’inaugurare di  una infrastruttura, non ancora pronta, alla presenza di un sottosegretario e un sindaco  che passeggiano a fianco dell’imprenditore Carmelo Misseri,  indagato per una tangente consegnata alla cosiddetta Dama Bianca.  Che il Misseri  sia  un galantuomo nessuno lo esclude, però, sarebbe stato opportuno per il sindaco e il suo ospite, attendere la conclusione delle indagini (che hanno già condotto agli arresti l’imprenditore ndr) prima di sfilare con lui alla presenza di autorità regionali e decine di giornalisti e operatori televisivi. Questa  la critica che ha riportato al centro del dibattito la  “questione morale” che dilania il PD  in generale e quello di Siracusa in particolare  specialmente per il caso del consigliere comunale di Siracusa, il renziano Tony Bonafede, arrestato  a bordo di un catamarano con l’accusa di essere un corriere della droga nella tratta  Siracusa- Malta.  Della questione morale si è occupato martedì  il segretario provinciale del PD in una intervista rilasciata, senza grinze, a un autorevole giornalista (Mario Barresi) de La Sicilia.

Il segretario Alessio Lo Giudice ha spiegato che il Bonafede  era sostenitore della prima ora del  sindaco e renziano referente dell’area del deputato regionale Sammartino voluto nel PD da Davide Faraone. Responsabilmente Lo Giudice accende un faro sul possibile degrado che si palesa  nel suo partito  in ambito regionale per le logiche che privilegiano chi sta dietro i “portatori di pacchetti di voti”. Anche Siracusa è finita nell’inchiesta Tempa Rossa sugli affari legati ai  furbetti del quartierino augustano con interessi giganteschi sul petrolio e il porto megarese. “ Il partito deve dire no alle conventicole” afferma il segretario provinciale del PD siracusano, però, riunione segrete e affari milionari legati all’attività lobbistica di uomini che sfruttano il partito di potere e non smettono di far parlare le cronache nazionali e la provincia di Siracusa.  Con il petrolio c’è chi ha progettato di  arricchirsi mentre la popolazione vive il dramma della disoccupazione che induce ai furti per fame. Il petrolio per i siracusani comuni non rappresenta affatto ricchezza, solo malattie e tumori derivati dall’ inquinamento dell’aria e del mare. Ma, grazie all’inchiesta dei magistrati di Potenza è stato sollevato nel siracusano il coperchio di una pentola che emana un fetore capace di distruggere addirittura il sistema confindustriale che si reggeva da decenni attorno a delle figure come quella di Ivan Lo Bello, mai poste in discussione solo in forza all’autorevolezza. Da pochi giorni la grande Lukoil  che ha acquistato gli impianti di raffinazione dell’Erg è stata costretta ad aprire gli occhi  per scoprire che  pagava di tasca propria per mantenere l’intero sistema Confindustriale  siracusano. Quel sistema  voluto dai massimi responsabili di Confindustria come Ivan Lo Bello,  Gianluca Gemelli e Alberto Cozzo all’interno di un quartierino creato appositamente per fare denaro a fiumi solo per i pochi condomini dei piani alti.  I russi della Lukoil  solo leggendo i giornali italiani hanno compreso che in buona sostanza gli amici del quartierino si erano organizzati mirando al business insieme alla concorrente Total, che operava a Tempa Rossa. Una beffa che brucia e che potrebbe indurre Lukoil, e altri imprenditori del territorio che si sono sentiti traditi, a non pagare più per mantenere il sistema confindustriale  siracusano. Secondo il segretario del PD “  Emerge una visione privatistica delle istituzioni in un contesto che da sempre, e non solo nella zona industriale , ha stimolato gli appetiti di strutture di potere, e in queste conventicole non c’è solo chi ha ruoli politici, ma anche chi rappresenta associazioni , come Confindustria ed enti di fatto pubblici come le Camere di commercio.” Chiaro riferimento al sistema  camerale e a tutti gli uomini schierati da Ivan Lo Bello.  Negli ultimi giorni un altro siracusano, il giornalista  Andrea Armaro, portavoce del ministro della difesa è entrato nella vicenda Tempa Rossa come persona informata dei fatti. Cosa sapeva Armaro, da sempre giornalista vicino al PD, e quale ruolo ha avuto nella vicenda del quartierino augustano che si muoveva attorno all’Autorità portuale megarese,  si potrà sapere solamente nei prossimi giorni. Il panorama che affiora è quello di un PD che rischia di essere travolto anche a Siracusa. Solo Garozzo non se ne rende ancora conto, continuando nel suo modo di governare le dinamiche del partito non come sindaco del PD  e neanche come il leader di partito che dice di essere. Nessuno, pertanto, dovrebbe meravigliarsi se nei prossimi giorni  ci sarà qualche prova muscolare per saggiare la potenza delle nuove alleanze in via di definizione. Il sindaco e Sofia Amoddio starebbero usando un pallottoliere per capire se i renziani garozziani e l’area Dem  avranno possibilità di essere ancora protagonisti e detentori di pacchetti prossimi alla maggioranza. Ovviamente dall’atra parte  nessuno dorme. Inoltre da oggi si affaccia dentro il PD una nuova corrente quella  Labdem dei vecchi socialisti di Salvo Andò importata sul luogo dal consigliere comunale Tanino Firenze. Ora c’è anche chi vuole contarsi,  come  intelligenza suggerisce e democrazia permette.

Gregorio Valvo

Maggio 2016