RICORDANDO IL PRG DEL 2004, APPROVATO DA SOLI 16 CONSIGLIERI
A Siracusa, alle decisioni di costruire dove visibilmente ci
sarebbe stato da difendere il paesaggio, la costa, il mare,
insomma la vivibilità comune, si dovrebbero aggiungere altro, la comunicazione ad esempio. A Siracusa, infatti, sono cominciati, oltre alle solite e ben note manfrine politi-
che, anche i convegni sul destino dei “palazzinari” e non
Sull’argomento totale, con i problemi generali della città
come dice la stessa definizione (Piano regolatore generale…) e questo succede grazie alla solita, dozzinale, superficialità siracusana che guarda problemi veniali e più materiali e mai l’interesse generale, grazie a questa classe dirigente fatta da esponenti politici che invitano chi vogliono, per sentire ciò che vogliono, come è successo recentemente quando hanno invitato i presidenti degli organi professionali interessati, tranne i geologi, che si sono anche lamentati.
Naturalmente, come esperienza insegna e storia conferma e, come recita l‟adagio “Non è tutto oro quello che luce” , sorge spontanea (per dirla con Lubrano) la voglia di andare a spulciare notizie, libri, archivi, e non solo quel decalogo del mattone, tanto caro agli eventuali faccendieri, salvando ovviamente solo quelli in buonafede, ove ce ne
fossero. A proposito del PRG di Siracusa, approvato nel
consiglio comunale del 28 Aprile 2004, il sindaco di allora
Titti Bufardeci, tra l‟altro, ebbe a scrivere, nella relazione
annuale e come pubblicato in “Vermexio Raccon-
ta”( C.Cartia,2006), “Da qui la possibilità di nuovo turismo, nuovi investimenti pubblici e privati, per favorire lo
sviluppo di nuove imprese (ndr, dove per favorire si deve intendere fare favori…e non agevolare come qualcuno vorrebbe…) e nuova occupazione.” In quel libro oltretutto è pubblicata l’interrogazione dei consiglieri Ettore Di Giovanni e Nino Zito, su quel PRG che in molti accogliemmo senza troppi trionfalismi come invece i fautori del sindaco del tempo. Era importante, per Bufardeci, il master
plan della cultura, per fare di Siracusa una città dei sape-
ri e poi – udite udite –
affermava il Sindaco di allora, sempre Bufardeci “il super televideo del Comune sarà realizzato con alcuni servizi informativi che non richiedono l’uso del canale di ritorno e che sono di facile realizzazione e implicano una fruizione semplice. Il portale del Comune di Siracusa sarà un canale informativo che riproporrà in modo innovativo le informazioni e i servizi già
presenti sulla rete civica comunale. I servizi offerti dovranno essere user friendly, di immediata multimedialità. Le sedute dei consigli comunali saranno riprese e trasmesse in diretta attraverso il sistema digitale. Cioè, per chi legge, Siracusa in questo settore della comunicazione, come si espresse l’allora sindaco, dovrebbe essere ai primi posti in Italia e forse anche al mondo e invece è
All’ultimo posto nella classifica del maggior quotidiano economico nazionale. E non parliamo poi di quei “Segni” che avrebbero dovuto oggi dare a Siracusa un rilancio mondiale, i famosi DELFINI di cui alle accese polemiche del tempo anche se subito sedate con promesse e dimostrazioni di trasparenze che però, per fortuna, sono agli atti della società civile, quindi recuperabili nel caso che il
Comune li avesse persi e sono esposti nella Sala Stampa di via Minerva, cioè quei grafici che concorsero alla selezione troneggiano, ancora visibilmente affissi ma rimasti inefficienti, dopo milioni di euro della comunità spesi a favore di pochi amici milanesi. Ricordiamo solo che nella commissione giudicatrice c’erano professionisti chia-
ramente impegnati nella società che vinse con quel progetto grafico de “I Delfini”.
Tornando ai problemi regionali dei “palazzinari” si sa che “sono a rischio circa 120 piani regolatori che i Comuni hanno già terminato o stanno per terminare…”, e an-
Cora “il governo siciliano prova a varare una sanatoria per oltre un centinaio di piani regolatori non in linea con le norme nazionali e scoppia uno scontro all‟ARS…”, in bili-
co si sono i calcoli dell’assessorato all’Urbanistica, ma come afferma il direttore Maurizio Agnese, ci sono anche, nella realizzazione dei 60 piani che stanno per terminare la loro realizzazione anche le variazioni alla normativa
nazionale .”
Intanto si è resa obbligatoria , da febbraio di quest’anno, la Valutazione Ambientale Strategica, una valutazione che andava fatta prima dell’inizio della redazione coinvolgendo i cittadini, le loro associazioni, le categorie. Ora sarebbe impossibile correggere i piani già avviati, e una sessantina di questi, già approvati dai Consigli Comunali e inviati alla Regione, dovrebbero tornare al “punto di partenza”, testualmente. Il rischio, ovviamente, sarebbe quello di mettere a repentaglio oltre due miliardi di euro e anni di lavoro e mandare all’aria investimenti multimiliardari. Tutto, quindi, torna in bilico e da qui si starebbero muovendo trasversalmente tutti coloro i quali avrebbero interessi particolari negli stessi piani ecco perché si organizzano convegni in diverse città, con trasversali partecipazioni, Vinciullo + Gianni, (ad esempio a Siracusa) mentre le opposizioni sguazzano in questa pozzanghera della malapolitica, dura a morire. Il pensiero dominante a questo punto è “che si può approvare questo emendamento in qualunque legge, l’importante è salvare i piani regolatori di quei cento comuni e passa. Insomma, in parole povere, pare che la parola d’ordine sia “quannu a finemu e ni faciti travigghiari?”.
Corrado Cartia
4 ottobre 2009