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EMERGENZA TRIGONA / VINCIULLO E SPADOLA: PRONTO SOCCORSO CHIUSO IN PIENA ESTATE? MA COSA FA IL DIRETTORE DELL’ASP DI SIRACUSA?

Per la nuova emergenza al Trigona di Noto le proteste di Enzo Vinciullo e di Giovanni Spadola.

DICE VINCIULLO: Il Pronto Soccorso di Noto non può rimanere chiuso, ma deve riaprire immediatamente. La notizia della sua chiusura lascia sconcertati di fronte a tanto pressapochismo. Invito il Direttore Generale ad attivarsi personalmente per individuare le soluzioni più veloci per riaprire il Pronto Soccorso.Ricordo che in questo periodo la popolazione di Noto è più che raddoppiata per la presenza di migliaia di turisti nelle zone balneari.Non va, infine, sottaciuto il fatto che la Città di Noto ha il territorio più vasto della Regione Siciliana e il quarto a livello nazionale.

DICE GIOVANNI SPADOLA: “Invito i cittadini di Rosolini e non solo, ma l’intera popolazione del sud est alla mobilitazione per fermare la chiusura definitiva dell’ospedale Trigona di Noto.  In piena estate e con la popolazione che raddoppia per l’arrivo di turisti e vacanzieri cosa fa l’Asp di Siracusa? Chiude il Pronto soccorso del Trigona, ufficialmente per mancanza di medici. Siamo al colpo di grazia definitiva e non possiamo assistere inermi ad un diritto che ci viene attribuito dalla nostra Costituzione che è quello di garantire la salute a tutti. La vicenda dell’ospedale di Noto – non è un fatto partitico – ma siamo stanchi di assistere passivamente ad un modo di gestire la sanità in Sicilia. Probabilmente il problema è antico, perchè in Sicilia il Ministero della Salute non ha competenze. Pertanto in 70 anni di autonomia regionale, sulla pelle della gente si è costruito il business, il malaffare, le carriere. Alla fine con le porte chiuse del ‘Trigona’ a pagare il conto saranno i cittadini di Noto, Pachino, Rosolini e Portopalo. E’ pazzesco chiudere il nosocomio nella capitale europea del barocco, città riconosciuta dall’Unesco. In questa battaglia di civiltà che intraprenderemo – aggiunge Spadola – non saremo da soli, ma altri amici di altre formazioni e di schieramenti politici si uniranno alla nostra protesta. L’assessore regionale alla Salute ed il governatore della Sicilia non possono pensare che il “Di Maria” di Avola può diventare la panacea di tutti i mali. La chiusura dell’ospedale di Noto significa calpestare la dignità di centomila abitanti. Se i vertici dell’Aso non sono in grado di garantire i servizi, ne traggano le dovute conseguenze. Già il Trigona è stato scippato della Pediatria, Ortopediae Ginecologia, adesso anche del reparto di Prima emergenza. Qui c’è il rischio che chiudano anche i Pte, continuando con questo andazzo. Perchè nelle strutture private i medici ci sono ed i servizi funzionano? Questo fa capire anche ai bambini che non c’è la volontà politica, nè politici di spessore che riescono a difendere il territorio. Si faccia una manifestazione di interesse pubblico rivolgendosi ai privati, mettendoli però in condizioni di potere garantire i servizi e non chiedendogli solo investimenti. Serve affidare la struttura del Trigona in comodato d’uso gratuito per 30 anni, prestazioni in convenzione con il Servizio sanitario nazionale, una sessantina di posti letto almeno per tre reparti: Pediatria, Ortopedia e Ginecologia, con radiologia e annessi laboratori di analisi e ovviamente il funzionamento del Pronto soccorso. Questa può essere una soluzione e sicuramente il ‘Trigona’ potrebbe diventare una struttura efficiente, così come già avviene a Cefalù con la ‘Fondazione Giglio’.