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SALVO FERLITO: L’ANTONELLO DA MESSINA E’ MALCONCIO, NON SI DOVREBBE SPOSTARE, LO CAPIREBBE PURE UN CRETINO

Salvo Ferlito allora, questo Antonello da Messina?

Dovrebbe rimanere a casa, ma si sa, in Sicilia e in Italia siamo specializzati nel fare minchiate. Se una cosa non ha senso da noi lo ha. È come mandare in guerra un anziano riservista malato e dalle gambe malferme. Questa idea che oggi blablabla… i trasporti specializzati e compagnia cantando sono affidabili, è una sonora cazzata: il dipinto è malconcio e non lo si deve spostare, lo capirebbe pure un cretino.

E allora lo si lascia lontano dal grande pubblico?

Dio ci salvi dal grande pubblico, se si ama l’arte si cerca e si va fino a dove s’è rintanata. C’è da dire piuttosto che qui le Istituzioni vivono in un mondo distopico ed essenzialmente capovolto: il vero problema è che il dipinto in questione fa parte della collezione permanente del Museo di Palazzo Bellomo, che al momento non ha un catalogo e che apre quando può. Diciamo che poi la città- intesa come organizzazione pubblica- non si meriti né questa fantastica Annunciazione, né lo strepitoso Caravaggio, perché a dire il vero, è gestita come se si dovesse permanentemente organizzare la sagra della salsiccia. Non da ultimo quella barzelletta del Parco della Neapolis che viene sempre annunciato e mai realizzato. Proprio il villaggio dei Puffi… me li immagino seduti dietro le loro scrivanie con il berretto in testa e la faccia azzurra. Speriamo che vadano via presto e la finiscano di fare danno. Che tornino a Puffolandia.

Sì questa storia del villaggio dei Puffi è divertente Salvo, ma poi alla fine tu sei sempre qui e addirittura mi avevi detto che avevi deciso di tornare in Patria.

Non avessi deciso mai questa idiozia sarebbe stato meglio. Avevo pensato di tornare a organizzare qualcosa a Siracusa, sai ormai la mia generazione è ai posti di comando in Italia: capi servizio stampa, direttori di rete, grandi artisti consacrati, molti di loro sono miei vecchi amici e per me realizzare qualcosa di importante per la mia città non sarebbe stato difficile. Ovviamente pensavo che la cosa migliore sarebbe stata prendere la residenza, non avevo nessuna intenzione di avere l’atteggiamento miserabile di molti che girano per l’Italia e pagano le tasse all’estero. Ecco sai che è successo? Che l’anagrafe di Siracusa rispetto alla mia situazione non ci vede chiaro: visto che il vigile urbano nei giorni che ero a Siracusa non aveva l’auto a disposizione per fare la verifica al mio indirizzo. Poi quando finalmente è riuscito ad avere quattro ruote io ero dall’altra parte del mondo.

Adesso pretendono che io vada a farmi vedere, cosa che prima o poi accadrà, ma considerato il fatto che io lavoro all’estero, mi sono soprattutto stufato di questa mentalità da carcerieri ottusi, e mi è pure definitivamente passata la voglia di avere a che fare coi siracusani. Mi interesserò piuttosto di Marrakech, una città con una vita culturale entusiasmante, abitata da gente intelligente. A Siracusa andrò per ricotta, ricci e frutti di mare.