Politica

OLTRE IL SESSANTA PER CENTO DEI SIRACUSANI IN QUALCHE MODO UTILIZZA FACEBOOK

Siracusa ama Facebook. Una ricerca nazionale dice che oltre il 60 per cento dei siracusani lo utilizza o almeno ha un account. Diciamo subito che questo dato può anche essere drogato da una serie infinita di account falsi, ma anche ad occhio nudo, è proprio il caso di dire, la presenza che si nota sulla rete è massiccia. Essendo noi siracusani i figli degeneri dell’astuzia greca e della punica perfidia, di Facebook ci ha subito attirato il lato meno nobile: La rissa dialettica, lo screditamento dell’odiato nemico, la pubblicazione di dati sensibili finalizzati ad infangare l’interlocutore di turno. Così sono nati addirittura gruppi creati per scrivere incaute ed immeritate lodi al proprio capo politico con insulti, diffamazioni e le peggio cose nei confronti del politico avverso. Vista l’astuzia greca e punica perfidia per fare il lavoro sporco si utilizzano profili falsi e via palate di merda con scontata cancellazione del fake quando l’atmosfera si surriscalda. Naturalmente questo giochetto non può durare a lungo, visto che i siracusani sono sì perfidi, astuti, invidiosi, ma non sono certo scemi, così alla fine emergono i fatti veri: Lo sporcaccione di Facebook viene stanato così come tutti gli altri suoi compari.

Poi c’è la stampa. C’è anche qui chi cerca di fare bene il suo lavoro, ma resta prevalente l’informativa filo governativa dove le veline del Palazzo diventano automaticamente la verità vera. E così nella maggior parte dei casi non è.

Sì, Facebook è senz’altro uno strumento di democrazia diretta, ha tantissimi pregi e ci riferiamo in particolare alla capacità di mobilitazione in caso di evento disastroso e/o in caso di disgrazie di qualsiasi tipo. Ma ci sono tante cose su cui lavorare, in primis sulla lingua italiana. Per quanto riguarda il microcosmo siracusano sull’informazione basta usare un piccolo accorgimento: Quando si legge una notizia del Palazzo basta fare la tara, un’ampia tara. O pensare che è successo esattamente l’opposto di quello che si legge. Sembra complicato, ma basta esercitarsi. Per chi non vuole fare nemmeno questo sforzo è sufficiente diffidare di chiunque parla bene di un politico. A Siracusa quelli buoni si contano sulle dita di una sola mano e i siracusani lo sanno bene. Si arrangiano, sorridono al potente in carica, ma sanno distinguere il buono dal porco.