Politica

ROBERTO FAI: L’INSIGNIFICANZA DI SINISTRA

Diciamoci la verità. Nell’epilogo finale che ci porta – tra meno di 3 mesi – al voto per la scelta del nuovo Sindaco, Consiglio comunale e Governo della città, potremmo dire che, , in questa vicenda precipita lo snodo centrale del sistema di potere di Siracusa. Qui, di fronte a questa intricata ed opaca vicenda – ma ben chiara nell’intrico affaristico che la scandisce – si misura e si dovrebbero misurare gli orientamenti dei tanti che si sono già (auto)candidati a Sindaco di Siracusa.
Rompere definitivamente con questo , dando un pubblico giudizio su questo opaco e illegale intreccio che coinvolge della città – burocratici, imprenditoriali, professionali, politico-istituzionali e della magistratura inquierente -, da parte di tutti i contendenti alla carica di Sindaco, costituisce davvero il banco di prova per poter scegliere a chi affidare le chiavi della città per i prossimi cinque anni. L’esperienza di governo di Giancarlo Garozzo e delle sue Giunte – visti i tanti cambiamenti assessoriali – ha mostrato ed evidenziato profondi limiti: politici, strategici, amministrativi e di relazione con la società. E in questi anni li abbiamo segnalati, nel merito. Ma nell’intrico di questa torbida vicenda – che vale molto di più di qualche buca delle vie cittadine, delle sue inopinate e surreali dimissioni da Presidente dell’Inda e di tanti problemi irrisolti o affrontati in modo approssimativo – il Sindaco ha rappresentato il bersaglio. Il limite, imputabile a Garozzo e al gruppo dirigente del PD, risiede nell’essersi avvitati entrambi in una esasperata e reciproca conflittualità che, mentre indeboliva o neutralizzava l’asse politico-amministrativo di governo del territorio, non riusciva a disvelare in profondità all’opinione pubblica il quadro di opacità di uno scandalo di proporzioni e riverberi nazionali, come quello qui indicato. Con l’esito del voto del 4 marzo, le sorti del PD siracusano e dello stesso Garozzo si legano in un intreccio declinante, trascinando le sorti politiche di entrambi nel rischio dell’inconcludenza e dell’implosione. Non è un caso che lo stato del gruppo dirigente (fallimentare) del PD, imploso già con l’esito del voto dell’ARS, è a tutt’oggi profondamente diviso, incomunicante e totalmente incapace – a meno di 3 mesi dal voto per la città – di esprimere una qualche azione politica all’altezza della sfida per il governo della città. E’ chiaro che la stessa candidatura di Giancarlo Garozzo sarebbe destinata ad una sconfitta – per il misto di “umori” che si sono consolidati in una parte ampia della città. Ma la stessa città merita e rivendica un’altra scelta di governo. “L’impasse” è l’opposto dell’azione politica. Ed è quest’ultima che occorrerebbe mettere in campo da subito. Mai come ora il PD e la sinistra erano arrivati al punto da esprimere il loro peggiore volto di insignificanza.
Roberto Fai