Politica

ENRICO CARUSO: PER LE COMUNALI 2018 SONO ALMENO CINQUEMILA I SIRACUSANI COINVOLTI

Sorvolando sulle grandi questioni nazionali frutto dell’ultima elezione, della quale si parla e straparla tutti i giorni, trovo più interessante incominciare a entrare nel merito di cosa accadrà nei prossimi mesi a Siracusa riguardo al rinnovo del Consiglio Comunale e del Sindaco, non escludendo che sulle Province potrebbero esserci novità. Per adesso, quotidianamente c’è notizia di nuovi candidati alla poltrona di Sindaco di Siracusa e in subordine, ci sono notizie che si rincorrono in merito al numero di liste che ogni candidato propone di presentare. Vediamo insieme di capirne di più. Per quale ragione un candidato a Sindaco dovrebbe farsi appoggiare da più di una lista? Occorre dire che la legge elettorale per i Sindaci della Sicilia, maggioritaria a doppio turno, prevede il voto di genere, il voto disgiunto, il premio di maggioranza e il ballottaggio. I quattro meccanismi elettorali, in combinata tra loro, concorrono a raggiungere l’obiettivo della governabilità alla fine dell’elezione cioè chi risulta eletto a Sindaco, si porta dietro un numero di Consiglieri Comunali che gli garantiscono la maggioranza in Consiglio e quindi la governabilità, salvo imprevisti, per i successivi cinque anni. La chiave di volta non è solo il premio di maggioranza ma c’è anche il ballottaggio il quale, semplicemente significa che i due candidati che hanno riportato il maggior numero di voti, si sfidano in una successiva votazione a due, con un solo vincitore. Tutto questo sarà possibile solo se nella prima tornata di votazioni nessun candidato a Sindaco supererà il 40% di preferenze perché, in questo caso, l’elezione avviene al primo turno. Il secondo turno di votazioni, obbliga i partecipanti, esclusi o perdenti al primo turno, a convergere su uno dei due sfidanti al ballottaggio e qui, s’incomincia a capire perché ci sono più liste che candidati a Sindaco nonostante questi ultimi non siano pochi.
Se gli annunci e le indiscrezioni dovessero essere tutte vere, per la poltrona a Sindaco di Siracusa, dovrebbero esserci almeno 15 candidati e per quello che hanno detto accompagnando le candidature, le liste potrebbero essere circa 20. Un numero abnorme sia per il Sindaco che per il Consiglio. Basti dire che per la presentazione delle liste occorrono minimo 200 firme che, escludendo le sole liste dei partiti rappresentati alla Regione, si potrebbero ipotizzare che da 2.000 a 4.000 siracusani saranno coinvolti nella presentazione delle liste. Altra regola elettorale è che la lista deve contenere un massimo di nomi pari ai componenti del futuro Consiglio da eleggere che per Siracusa saranno 32. Quindi, se le liste saranno 20 i candidati saranno 640 e forse ancora più. L’ultima cosa da ricordare è che è prevista una soglia di sbarramento del 5% e che i resti confluiranno nella formazione del premio di maggioranza per il neo Sindaco. Tutti questi numeri danno l’idea di quello che sarà la prossima campagna elettorale e aiutano a capire perché ci saranno tante liste che, se da un lato saranno utili per portare voti al candidato Sindaco, dall’altro costituiranno una buona merce di scambio per chi sa di non potere arrivare veramente alla poltrona di Sindaco e punta a qualche più modesta sedia di sottogoverno. A essere molto precisi, sembra che già oggi qualcuno dei candidati a Sindaco di Siracusa è pronto a fare accordi per rinunciare alla candidatura e passare, come si dice in gergo, armi e bagagli nelle file del candidato più forte.
A guardare il pelo, ci sono già troppi candidati nell’area di centro-destra; quasi nessuno in quella di centro-sinistra e per il M5S una candidata che, non è neanche sicura sarà confermata al momento della presentazione delle liste. C’è la curiosità di vedere se l’effetto trascinamento vale anche per le amministrative e quindi, se i M5S incasseranno anche la poltrona di Sindaco oltre a quella dei Deputati Regionali e Nazionali. Per le Amministrative 2018, se dovessero valere le regole del passato, la gente vorrà vedere in faccia chi è il candidato, magari stringergli la mano e possibilmente, parlargli e sentirlo parlare. Una campagna elettorale basata sull’onda del voto di opinione potrebbe non essere spendibile sul territorio. Partita tutta da vedere.
Enrico Caruso