Politica

SCATTA IL SINDA-PANETTONE: MILAZZO, FAI, GRANATA, PRINCIOTTA, DE SIMONE E CHI PIU’ NE HA PIU’ NE METTA

Il “sinda-panettone” è già nelle migliori sale, ma anche, forse soprattutto nei corridoi, nei bar e nelle pagine dei social.
E’ molto suggestivo questo rito quinquennale che stavolta s’arricchisce della variante il “deputa-panettone” creando combinazioni e variabili praticamente infinite come le possibilità di vincere a superenalotto.

Mancano ancora dei mesi ma i copioni sono già in via di scrittura, le sceneggiature avanzate, i protagonisti scesi in campo.

In effetti le cose che si muovono sono non prive di interesse e rendono più scintillante il natale siracusano alle prese con un domino culturale, un puzzle politico, una sciarra pa’ cutra.

A creare opportuna suspense in questi political-panettoni natalizi è soprattutto il fatto che tutti si fanno il film “col morto”, cioè con il Grillo morto. Perché ove i grillini confermassero i numeri della regionali non ci sarebbe partita. In parlamento si prenderebbero i seggi dell’uninominale e lascerebbero nel proporzionale le briciole agli altri. Al Vermexio eleggerebbero il sindaco con la banda e i cotillons e fine della partita.

Ma.

Ma cinque anni fa non andò così. I cinque stelle sbancarono in parlamento nel febbraio del 2013 arrivando a 22 mila voti, oltre il 35%. Quattro mesi dopo a giugno 9 elettori su 10 li mollarono e i pentastellati incucchiarono una epica malafiura passando da 22 mila a 2392 voti e precipitando ad un micragnosissimo 4%.

Potrebbe andare così anche nel 2018?

Certo, è difficile pensare ad un’altra waterloo al Comune come quella del 2013, ma sicuramente i grillini siracusani non hanno un personale politico molto conosciuto in città e nella ricerca del voto door2door, che contraddistingue le comunali, certamente non danno il meglio. Peraltro la mancanza di un “traino” elettorale nazionale (ed anche regionale) rischia di affievolire la pressione degli stati maggiori grillini sull’appuntamento elettorale.

Comunque sia, l’ultimo dato oggi disponibile, quello delle regionali di novembre colloca come voto di lista i grilllini al 38,7% e quindi è ragionevole credere che, almeno sulla carta, siano loro i favoriti. A questo va aggiunta una considerazione politico-statistica: quando arrivano al ballottaggio il cinquestelle vincono quasi sempre. Avendo buon gioco “contro la vecchia politica dei partiti”.

Non è che bisogna essere fini politologi o scienziati per fare queste considerazioni. Da qui il serpeggiare in città di una serie di ipotesi sparigliatrici, eterodosse, almeno in vista delle amministrative. Sono in molti a pensare che candidati non immediatamente riconducibili ai partiti tradizionali (cioè quei pochi rimasti), capaci di aggregare consensi sotto bandiere “civiche” potrebbero rappresentare un antidoto al pericolo grillino. Pericolo, s’intende, per gli altri schieramenti. E che questo schema possa funzionare anche Siracusa è stato verificato 5 anni fa quando Paolo Reale con il suo “progetto” rischiò di diventare sindaco giungendo ad una spanna da Garozzo, sorretto personalmente da un Renzi allora in vertiginosa ascesa e più o meno apertamente da quasi tutta la politica dei partiti.

Mancano ancora 4 o 5 mesi alle amministrative e ci sono le politiche di mezzo, che sicuramente con il loro esito condizioneranno le comunali, se non altro perché ridefiniranno la pattuglia degli onorevoli romani e preciseranno meglio i rapporti di forza ai blocchi di partenza.

Intanto però si lavora a delle ipotesi di candidature e/o di alleanze.

Quello più inedito e trasversale al momento sembra il progetto di “neo-Milazzismo”, che da un lato potrebbe rievocare l’avventura politica che l’anno prossimo celebrerà i suoi primi 60 anni, dall’altro prende il cognome dal candidato a sindaco ad hoc Massimo Milazzo, che con il suo movimento “sistema politico” potrebbe essere appoggiato semiufficialmente da pezzi del centrodestra, cioè da Forza Italia, ma anche semiufficialmente da pezzi del centrosinistra, cioè da Cafeo (che Milazzo avrebbe discretamente sostenuto alle Regionali) e quindi anche da Gino Foti che certo difficilmente tornerebbe a far votare Garozzo, o un di lui candidato, dopo la rottura dei mesi scorsi e svariati pubblici endorsement in cui il “grande vecchio” della politica siracusana chiedeva scusa ai suoi concittadini per aver contribuito al successo del sindaco.

Milazzo peraltro, nella bufera di questi anni al Vermexio, è stato quello che ne è uscito più immacolato avendo rifiutato ab originis i gettoni di presenza (che portarono poi per i suoi colleghi all’inchiesta “gettonopoli”) e dimostrandosi il più coerente quando si innescò la pochade delle dimissioni dei consiglieri, essendo uno dei due (l’altro è Rodante) che alle fine si è dimesso davvero lasciando il Comune.

Probabilmente la sinistra ufficiale, ammesso che rimanga qualcosa oltre alle macerie dopo i prossimi mesi, candiderà qualcuno al Vermexio. Potrebbe essere lo stesso Garozzo (che però è in rotta col suo stesso partito che non ha fatto votare alle regionali), oppure, ove Garozzo finisse a Roma o non si ricandidasse potrebbe scendere in campo Francesco Italia, candidato più volte annunciato ma forse troppo appiattito sulle posizioni del sindaco, almeno finora.

Ci saranno poi qualche immancabile auto-candidato con auto-lista di amici e parenti, forse anche nuovi mentori della politica cittadina come Damiano De Simone.

Ci sarà ovviamente anche il grillino o la grillina scelta con le “comunarie” o ad libitum dal capo.

Ma c’è anche una intellighenzia politica che si sta muovendo e che, smarriti o annebbiati i riferimenti politici nazionali (che a onor del vero fanno di tutto per smarrirsi e annebbiarsi) potrebbe riaggregarsi per dar vita ad uno schieramento da un lato inedito ma dall’altro piuttosto vintage.

Mi riferisco a personaggi di primo piano e lungo corso della scena politica cittadina, e non solo, come Fabio Granata e Roberto Fai che in varie occasioni nell’ultimo periodo e, recentemente più assiduamente, hanno lanciato segnali in direzione di una disponibilità ad impegnarsi in prima persona per la (e nella) città. In particolare Granata presentando il suo nuovo movimento “Articolo 9, Siciliani per cultura” in una intervista da un lato “non esclude” l’ipotesi di una sua candidatura a sindaco e dall’altro auspica di “riattivare con Roberto Fai e tanti altri quell’esperienza straordinaria di Città Futura per valutare la possibilità di un progetto che superi gli asfittici attuali poli e vada oltre la inconsistenza dei 5 Stelle”.

Una provocazione che Fai ha raccolto affermando fra l’altro in un articolo che “occorre raccogliere l’idea embrionale lanciata da Granata al di là del suo (legittimo) taglio della scena con cui lo stesso Granata annuncia la sua candidatura”.

Una città futura, perciò, potrebbe rinascere anche se dati gli anni trascorsi (25) e la generazione dei protagonisti (miei coetanei) forse dovremmo chiamarla “Città passata”.

Non mancano, quindi, gli stimoli per il sinda-panettore e ricordiamo che, se stiamo giocando “col (grillo) morto”, non dobbiamo dimenticare che della partita, ove “sfallisse” l’ipotesi di una sua candidatura/elezione in parlamento, potrebbe essere anche Simona Princiotta, trasversale, anti-ideologica, popolare e un poco populista, capace di pescare ovunque pesci/elettori di ogni colore. Rappresentando una alternativa concreta, presente e invadente alla cultura del vaffa grillino.

Lo spettacolo, insomma, è assicurato. Sarà molto interessante e non si escludono clamorosi colpi di scena. Stay tuned.

Hasta el Vermexio Siempre

 Joe Filisto Strummer