Politica

SALVO FERLITO: 700 EURO AL GIORNO PER UN ALBERO DI NATALE DI DUBBIO GUSTO, 700 EURO AL MESE PER PALAZZO MONTALTO, NON E’ NORMALE

Salvo Ferlito, sta per finire il 2017. Qual è il tuo punto su Siracusa?
Mi sembra una città disorientata, che sta pagando a caro prezzo il caos politico ed economico che la sta relegando, dalla bambina viziata che era negli anni sessanta col suo polo chimico, a cenerentola delle due Sicilie. Abbiamo oggi il “colera” delle industrie – di viziato dagli anni ruggenti dell’industria è rimasta solo l’aria che si respira -, mancano le cannonate dei Borbone, ma comunque la città, come allora, è ingiustamente punita. Vorrei capire che peccato originale deve ancora scontare…
Perché molti si aspettano che qualcuno si candidi e con un colpo di bacchetta magica risolva tutto?
Perché la economia reale, senza pianificazione né prospettive, non produce altro che effimeri guadagni a chi ha la fortuna di avere un localino di passo in Ortigia, tutto il resto è piatta noia. Poi c’è tutto un mondo che dipende dagli enti locali e per questi la campagna per il Comune è un appuntamento economico imprescindibile, dove una cerchia sempre più ristretta di persone nel tempo ne hanno un vantaggio. Da qui l’elemento alchemico, magico delle amministrative. Si apre un nuovo “giro” ogni volta.
La Regione ha un nuovo governo, Bandiera si occupa dell’assessorato all’agricoltura, Miccichè è presidente dell’Ars coi voti del Pd.
Edy è bravo e saprà farsi valere, gli consiglio di pensare a nuovi mercati, anche se ovviamente i nostri mercati locali sono importanti ed è giusto cominciare da lì. Ma una cosa importante, – lo dico a lui ma lo direi a qualsiasi assessore alla Agricoltura – è essere presente nelle piazze commerciali mondiali. Seguendo l’esempio degli spagnoli che aprono uffici di rappresentanza nei mercati generali di tutto il mondo e negozi del prodotto iberico.
Per quanto riguarda la pesca, deve uscire fuori dal luogo comune della pesca mediterranea, perché per molte qualità di pescato il mediterraneo è riduttivo, problematico e ha bisogno di interventi per recuperare la sua biodiversità ittica. Non sarebbe male un progetto di internazionalizzazione delle imprese peschiere siciliane che dovrebbero aprirsi su altri orizzonti. Il Brasile è molto ricettivo e ha un mercato del pesce che non riesce ancora a svilupparsi ed è perfetto per l’intervento straniero.
Per quanto riguarda la nuova maggioranza di Micciché, beh siamo alle prove tecniche di trasmissione del Rosatellum: una legge che crea delle false alleanze sino la sera delle elezioni e il giorno dopo ne fa fare altre. È successo a Palermo quello che succederà a breve con le politiche. Il centrodestra fino al giorno delle elezioni starà con Salvini, il giorno dopo andrà fuori Salvini e entrerà Renzi. I sondaggi ci dicono che saremo di nuovo allo stesso punto: nessuno vincerà e forse avremo un Gentiloni Bis, ma nel caso che si sveglino gli elettori dormienti di colpo, potrebbero essere divertente vedere un governo di salute pubblica di Salvini e Grillo. Stanno scherzando col fuoco…
La città sembra vivere su piani diversi. La società civile che interviene a sprazzi e non sempre su problemi di interesse generale, un ceto medio elevato che cerca di tenersi comunque fuori dalla mischia, un ceto medio che oggi accusa la fatica della crisi, una fascia di nuovi poveri e poi quelli che se la passavano male prima e se la passano male ora. E’ una città divisa, difficile trovare l’interesse comune.
Manca una visione di insieme, coi suoi problemi ed errori, la Siracusa dei Foti e dei Nicita aveva una visione e degli obiettivi. C’erano i Cortese, i Frontino, e la decina di palazzinari che non cito,  che spingevano per fare le cose e, nel bene e nel male, le realizzavano. Oggi abbiamo una tipologia diversa di imprenditore, e quello che è successo e sta succedendo in Confindustria regionale ci dice che tipo di affari si ricerchino. Assistiamo ad un secondo e terzo livello di business, che riguardano sempre più progetti auto-referenziali che non toccano la economia generale della provincia. Con loro è sparito pure il lavoro, è rimasto solo il grasso che cola.
C’è molto allarme sulla criminalità organizzata. Dopo alcuni fatti, siamo all’emergenza, il tuo parere da osservatore politico.
Il prossimo sindaco dovrà essere capace di riportare la città in sicurezza. Oggi abbiamo molti mezzi a disposizione per controllare il territorio senza l’ausilio di eccessive forze di polizia, manca solo l’amministrazione comunale capace che possa utilizzarli. Prometto se arriva il sindaco giusto, di presentare alla città un piano di facile realizzazione per la sicurezza.
Vinciullo ha dimostrato di avere i voti, ma non è stato eletto per debolezza della lista in cui militava. Nei suoi panni che faresti?
Se recuperi una nostra precedente conversazione, potrai trovare un passaggio dove avvertivo chiaramente Enzo su cosa stesse facendo Alfano, e sui pericoli relativi alle scelte del leader della sua compagine. Enzo è un uomo validissimo e saprà trovare il ruolo giusto. In questa chiave, ritengo che sia giunto il momento di raccordare le forze politiche inespresse o frustrate dal sistema partitico, e convogliarle in un grande movimento provinciale, che sappia mediare con le forze politiche nazionali per la tutela del nostro territorio. La prima è quella per la integrità rappresentativa della nostra deputazione nazionale provinciale. Era stata massacrata dall’Italicum, che smembrava la provincia di Siracusa, accorpando una parte di essa in un collegio elettorale assieme alla provincia di Catania, e un’altra parte sarebbe andata assieme alla provincia di Ragusa. Bisogna vigilare anche col Rosatellum. Ma, in generale, tutelare la provincia di Siracusa non è una impresa facile, perché la volatilità politica e la stessa fisiologia della legge elettorale, non divide nettamente gli schieramenti, ma propone una infinita gamma di sfumature di grigio, dove non si sa più chi è l’amico e chi è il nemico. Dobbiamo abbandonare le vecchie categorie e orientarci con i nuovi mezzi che abbiamo a disposizione. Senza dimenticare le pre-condizioni: moralità, tradizione, educazione, valori.
Papa Francesco con la sua lettera personale e scritta di pugno, ha detto che a Siracusa abbiamo un intellettuale di rilievo nazionale come padre Rosario Lo Bello.
Ringrazio il Santo Padre, ed è un onore avere un uomo di Chiesa di un tale livello intellettuale nella nostra città. Ma tutto ciò non mi coglie impreparato: perché già per il mio prossimo viaggio in Patria avevo concordato una visita da Don Rosario in parrocchia. Non vedo l’ora di incontrarlo.
La Garozzo Band chiude la sua avventura. Un voto?
No. Ti dico piuttosto una cifra: settecento euro al giorno spesi per affittare un albero di Natale di dubbio gusto; settecento e poco più euro al mese, come richiesta minima, per dare in affitto i 174mq. appena restaurati di Palazzo Montalto. Ditemi voi se questo è normale.
Demetrio Paparoni potrebbe essere il nostro Sgarbi, lo vedresti bene nella nuova squadra al Vermexio, ovviamente come assessore alla Cultura?
Demetrio sta più in Asia che a Milano, non credo che possa essere pronto a mettere tutto da parte per andare a fare l’assessore a Siracusa. Potrebbe piuttosto – per raddoppiare – fare il sindaco. Ma alla fine credo che Demetrio possa essere un eccellente e ben pagato direttore della Galleria Civica di Arte Contemporanea di Siracusa. Credo sia giunto il momento di avere una collezione d’arte contemporanea cittadina, e penso che questo sia un incarico compatibile con la mobilità di Demetrio. Poi c’è inoltre da dire che con Sgarbi farebbe scintille. Piuttosto vedrei bene come assessore ai Beni Culturali cittadini Flavia Zisa, che con Sgarbi va più che d’accordo. E quando Sgarbi andrà a fare il ministro potrebbe lasciare il posto a Fabio Granata. Una volta che Berlusconi vincerà le prossime politiche, lui e Micciché potranno allentare la presa, e sarà più facile far accettare Fabio assessore.  Tutto il mondo prima o poi tende all’ordine e ciò che spetta e si merita arriva.
Cosa auguri a Siracusa e ai siracusani per il 2018?
Un programma su dieci o pochi punti da realizzare per il rilancio della nostra città e della nostra provincia, al quale aderisca chi vuole starci, che possa esprimere candidati vincenti e convincenti ai collegi maggioritari uninominali per Camera e Senato, e che tracimi, come una gioiosa marea, per determinare Sindaco e poi il Presidente della Provincia.