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IL 6 NOVEMBRE 1994, IN PIAZZA DUOMO IL DISCORSO DI PAPA GIOVANNI PAOLO II AI BAMBINI SIRACUSANI

Ventitrè anni fa, il 6 novembre 1994, Papa Giovanni Paolo II consacrò il Santuario della Madonnina delle lacrime di Siracusa. Dopo la consacrazione, sotto la Balza di Acradina, migliaia di persone parteciparono all’Angelus. In generale la sua visita nella città d’Archimede rimane un ricordo indimenticabile per tutti i fortunati siracusani che vissero con gioia e tanta emozione quel momento. Pioveva, ma Siracusa risplendeva lo stesso.

Giovanni Paolo II, sempre il 6 novembre 1994, fece poi un breve discorso dedicato ai bambini di Siracusa. Ecco uno stralcio del testo: Come sei bella, Siracusa, in questi tuoi bambini. L’ultimo incontro della mia visita è dedicato a voi. “Beati gli ultimi” – diceva Gesù. Ecco, saranno i primi, è giusto. Ringrazio il vostro Arcivescovo, che mi ha invitato nella sua casa, da dove posso abbracciare con lo sguardo tutti voi, riuniti in questa bella e storica piazza. E posso anche vedervi senza pioggia. Sarebbe anche bello con la pioggia, ma meglio senza pioggia! Voi sapete che questa mattina ho consacrato una nuova chiesa, qui a Siracusa: il Santuario della Madonna delle Lacrime. Adesso voglio chiedere a voi: perché piange la Madonna? Piange per il male che c’è nel mondo, che fa soffrire il suo Figlio Gesù. E chi la fa piangere? Siamo noi, quando ci comportiamo male verso Dio e verso il prossimo, quando non mettiamo in pratica il comandamento di Gesù.

Vorrei dire a tutti voi: non date mai dispiaceri ai vostri genitori! Non fate mai piangere la mamma e il papà. Solo di gioia potete farli piangere comportandovi bene, e questa è una cosa bella. Certamente anche la Madonna si rallegrava e si commuoveva vedendo Gesù che pregava, che aiutava in casa e nella bottega, che era buono, amico di tutti… Ecco, vi auguro queste lacrime di gioia per i vostri genitori in conseguenza dei vostri buoni comportamenti. Voglio dirvi un’altra cosa. Voi siete ancora piccoli, anche io lo sono stato una volta, ora tutto è passato. Allora, voi siete ancora piccoli ma Gesù vi considera importanti per il suo Regno, evi chiede di aiutarlo nella sua missione, che è quella di portare nel mondo l’amore di Dio. Vi considera dei messaggeri speciali, quasi dei piccoli apostoli. E vuole che vi prepariate bene a tale missione. A guidarvi ci sono i vostri sacerdoti, nelle parrocchie, nell’Azione Cattolica Ragazzi, negli Scouts, in altri gruppi di bambini e ragazzi cristiani. In questi gruppi ci si diverte insieme e nello stesso tempo si impara il Vangelo di Gesù e ci si allena a metterlo in pratica. È un metodo che si chiama “oratorio” e che in Italia è stato inventato da santi preti come San Filippo Neri a Roma e San Giovanni Bosco a Torino, e oggi tantissimi altri continuano il loro esempio. È, questa, la Chiesa dei ragazzi, fatta di gioia e di entusiasmo, di amicizia e di piccole grandi imprese missionarie.

Allora, cari bambini e ragazzi, il Papa vi dice: voi siete i piccoli apostoli di Siracusa. Andate, e portate nella città la gioia e la bontà di Gesù. Dite a tutti che Dio è Amore, ditelo con la bontà e con il sorriso. Diffondete il sorriso che Gesù vi ha regalato. Siate voi il sorriso della Chiesa, quel sorriso che la Madonna ci ottiene con le sue sante Lacrime.

Questi sono i miei auguri per voi, bambini e ragazzi di Siracusa e, direi, di tutta la Sicilia. Gli auguri potrebbero essere di più, ma bastano questi, perché non si dica dopo: questo Papa è un vecchio chiacchierone . . . Sono auguri brevi, ma sono anche molto concreti, da ripensare. Ecco qual è la forza dei bambini: la pioggia si è fermata davanti a loro, niente pioggia!