Politica

SALVO FERLITO: MANDIAMO AL VERMEXIO E A PALERMO GENTE DI GUSTO

Salvo Ferlito, siamo al dunque, fra tre mesi si vota per le Regionali. Sei vicino al sogno di Nello Musumeci presidente della Regione, il centro destra ce la farà a trovare una sintesi sul suo nome? 

Il centrodestra in Sicilia ha un solo nemico e si chiama Silvio Berlusconi. Sembrerebbe una boutade e invece è così: Sistematicamente il cavaliere sta facendo di tutto, dalle scorse elezioni regionali, per far vincere il centrosinistra.

Motivo: le supposte primarie proposte da Musumeci, che se ratificate in sede nazionale, sarebbero un pericoloso strumento democratico che metterebbe in discussione lo scettro del capo. Questa volta pare che Musumeci abbia imparato la lezione e non stia insistendo più di tanto, Berlusconi potrebbe avere un ruolo finalmente neutro e si dovrebbe andare a votare senza la lista di “disturbo” di Miccichè, che tanti voti ha tolto la scorsa tornata al centrodestra. Quindi Nello potrebbe farcela. Personalmente me lo auguro e invito i miei amici a votarlo senza indugi. È un uomo onesto, autentico, capace. Lo ricordo ai tempi della sua presidenza della provincia regionale di Catania. Nello passava i pomeriggi a Milano all’archivio fotografico del Touring in corso Italia, che assieme all’Alinari di Firenze è la più importante raccolta d’immagini d’Italia. Io, che lavoravo vicino, concordavo a volte con lui d’andare in auto in aeroporto. Nello era sempre con un malloppo di pratiche della provincia, credo fossero istanze dei cittadini, alle quali rispondeva personalmente una per una. Chiamava al telefono e provava sempre a trovare una soluzione agli illustri sconosciuti che si erano rivolti a lui. Penso che una sua presidenza alla Regione sia il regalo migliore che si possa fare alla nostra amata e bistrattata Sicilia.

In questi giorni sei stato critico con chi vede Siracusa in un certo modo?

Sì, vorrei tanto far capire che se alla gente non si spiega bene perché la nostra città è così importante, e per certi versi lo è quanto Roma, sarà sempre al quinto posto delle visite turistiche in Sicilia. Il modello non possono essere Malta o Taormina, perché se è questo quello a cui si tende, la gente andrà lì e non da noi. La chiave deve essere una narrazione corretta di Siracusa, che è una capitale, con una sua personalità unica che emerge nonostante e comunque gli incapaci che si sono occupati di lei: città difficile, per i colti, e per chi è disposto ad aprire la mente ed apprendere la grande lezione di eleganza che la città ancora dà.

L’autunno di Gianfranco Fini sembra doloroso, in ogni caso non in linea con quella che è stata nel recente passato la sua storia

La vicenda personale di Fini, e la sua caduta dolorosa nella polvere dei recenti eventi, non danno giustizia al personaggio anche se in verità è molto meno brillante di come appare. Nel poco che ho avuto a che fare con lui fu sempre attraverso Fabio Granata, e l’elemento di spicco era Granata e non lui. Adesso che “c’est finì” rileggo uno dei pezzi migliori di Buttafuoco:  “Una domanda a Fini, l’uomo con la cravatta dal colore del cane in fuga” e mi sembra perfetto per riassumere il personaggio. Ne consiglio a tutti la lettura: http://www.ilfoglio.it/articoli/2012/05/12/news/una-domanda-a-fini-l-uomo-con-la-cravatta-dal-colore-del-cane-in-fuga-59729/

Incarni l’intellettuale siracusano viaggiante. E’ un look che ti piace, lo vuoi cambiare o meglio stare alla larga dalla tua città? 

La mia permanenza in Brasile mi ha aiutato a riconciliarmi con il sud e quindi anche con la mia città. Penso che a breve starò un po’ qui e un po’ lì.

Desideri ambire a ruoli istituzionali anche prestigiosi o preferisci rimanere distaccato dalla politica? 

Se verrò a stare un po’ di più in Italia, sarà fatale il mio coinvolgimento in Politica. È una passione che non muore mai. Vi sono un paio di cose che vorrei fare prima di pensare al riposo, e Siracusa è sempre piacevolmente nella mia testa.

Abbiamo scritto che ai siracusani mancano i punti di riferimento, i Panico, i Consiglio, i Nicita. Insomma, mancano le figure e il carisma del recente passato. Visione nostalgica o solo vera?

Vera, ma ci sei tu e alcuni altri cari amici che provano a fare un punto sulla città e sulla provincia. Quindi la tradizione continua.

Chi vedi come possibile sindaco della città. Sarai viaggiatore ma conosci uomini e cose di Siracusa..

Fino adesso abbiamo sempre avuto sindaci scelti e eletti per luce riflessa: vinceva a Roma o a Palermo una compagine e Siracusa si confermava città campione, dove le medie nazionali venivano rispecchiate in chiave locale. Credo che sia arrivato il tempo di chiudere con quella tradizione perché alla fine la città sarà sempre in ritardo e spesso i quadri locali dei vincenti nazionali sono deludenti. Penso ad un sindaco fuori dal coro, espressione della città invisibile, cioè tutto quel mondo che ha trovato voce nelle battaglie concrete di ogni giorno: una spiaggia pubblica, la qualità dell’aria e della vita, qualcuno che sappia lanciare un progetto innovativo per la città. Vuoi i nomi?

Un giudizio politico complessivo sulla Garozzo Band?

Espressione di una stella ormai spenta, quella di Renzi. Nel bene e nel male un mondo ormai finito.

Dulcis in fundo. Ortigia come Rimini? Le iniziative anche di cattivo gusto sono ormai quotidiane..

Proviamo a mandare a Palermo e a Palazzo Vermexio gente di gusto. Ancora esiste, vanno solo cercati dove si sono imboscati..