FAI: GAROZZO PASTICCIONE, ROTTI GLI ARGINI DELLA LEGALITA’
Roberto Fai, Siracusa giugno 2017, quattro anni dopo l’insediamento di Garozzo
Credo che, dal punto di vista strettamente politico-amministrativo, al tornante finale della sua Amministrazione, Garozzo e le “sue” Giunte concludano un itinerario in modo approssimativo, confuso e pasticciato. Prevalgono più gli aspetti raffazzonati che quelli di un forte e condivisibile impianto programmatico-strategico, paradossalmente proprio quando, nel corso di questi 3-4 anni, la fascinazione e la visibilità di Siracusa, attestate da un progressivo incremento turistico e dinamiche di attrazione culturale (il respiro nazionale della partecipazione al Bando U.E. per “Capitale europea della cultura 2019”; Ricorrenze per il Centenario Fondazione Inda; mondiali di canoa-polo, ecc..) – che peraltro prescindono e esulano totalmente dalla inconsistente creatività delle politiche dell’amministrazione – avrebbero richiesto una trama di profonda apertura politico-culturale con i segmenti della società siracusana.
Lo scontro in corso fra due cordate che sembrano disposte a tutto come finirà?
Sul pressappochismo dell’attività della Giunta comunale hanno pesato anche le debolezze politiche e di iniziativa corale del gruppo dirigente del PD (in mano ai “non renziani”), totalmente incapaci di portare la “sfida” a Garozzo sia in attraverso un ampio rapporto con i corpi intermedi della società, sia all’altezza delle questioni strategiche (economiche, di sviluppo, su turismo, cultura, servizi, ecc..) della città. Dopo l’uscita dal PD dell’on. Zappulla e della sua area, si tratta di capire se l’area che si riconosce nel Ministro Orlando, sconfitto nelle primarie, con l’avvicinarsi delle elezioni nazionali, assumerà posizione di “movimento critico” verso Renzi, accentuando un ruolo quasi “competitivo”, se non esterno al PD: a quel punto, anche l’on. Marziano e tutta la minoranza si ricollocherà, fuori dal PD.
Ci sono deficit di democrazia in questo momento nella nostra città?
La crisi politico-amministrativa ha profondamente lacerato, frantumato i rapporti tra Istituzioni e società. L’opinione pubblica vive una fase di smarrimento, sfiducia e distacco: tutto ciò indebolisce lo spazio democratico della città.
Ho notato che a Siracusa ben di rado i grillini attaccano il PD che pure è il primo responsabile del degrado in cui viviamo. Perché?
Del M5S so poco, anche perché si muovono con una sorta di improvvisazione, qualche presenza di Gazebo in città, ma la loro logica di movimento/denuncia rimane tutta confinata al web e nelle loro esoteriche e quasi “carbonare” consultazioni “interne”, senza offrire davvero un respiro strategico sui tanti problemi della città;
Fra quattro mesi si vota per le Regionali. Il tuo punto di vista?
Sulle elezioni all’ARS – prossimo Novembre – si coglie un silenzio assordante, effetto della confusione che ruota attorno a tutti i partiti, PD in testa, consapevole – da Roma a Palermo – che non ha saputo immaginare in questi due anni una candidatura alternativa a Crocetta e ai suoi fallimenti, altrimenti Renzi l’avrebbe fatto cadere già oltre un anno e mezzo fa. Faraone è alla ricerca di un candidato autorevole, come un’araba fenice, e le primarie annunciate da Faraone, il mese scorso, sono solo un escamotage per sconfiggere Crocetta che prenderebbe solo i voti dei suoi familiari, ma non si faranno: sarebbero un disastro per il PD. Da qui il tentativo nazionale del PD di convincere il Presidente del Senato, Grasso, il quale non accetterà certamente di scendere in questa arena di fuoco siciliana, peraltro perdendo il ruolo di prestigio che in questi quattro anni lo hanno visto consolidarsi in un ruolo nazionale. Ma sono tutti in grande confusione per l’ARS.
Un vecchio avvocato dice che ormai siamo una città di frontiera. Senza regole.
Bè, dopo la stessa inchiesta del CSM al Tribunale di Siracusa, credo ci sia da restare scossi e preoccupati. Stiamo parlando del “terzo organo costituzionale”: il potere giudiziario, che viene investito – peraltro, un sostituto procuratore, pur se con una espressione metaforica («alcuni colleghi mi vogliono “morto”»), in un’intervista ad un quotidiano, non poteva che suscitare turbamento per un linguaggio così inaudito – di un’altra inchiesta dell’Organo superiore di governo, dopo le vicende del procuratore Rossi e Musco, trasferiti altrove. Sia chiaro, il mio non è un giudizio di merito sulle vicende, bensì la presa d’atto di un quadro di opacità che lascia sgomenti e allarmati. Ciò che preoccupa – ne ha parlato anche un ampio servizio dell’autorevole settimanale “L’Espresso” su snodi che hanno ricadute anche su Siracusa – è la percezione e la sensazione di un quadro di degrado della sfera e dell’agire economico-politico, sino a lambire diversi ambiti professionali e istituzionali, dando la sensazione che segmenti decisivi del ceto dirigente/professionale del territorio – nei diversi settori – abbiano smarrito ogni “etica della responsabilità”, al punto da rompere ogni argine di legalità, nella ricerca personalistica di arricchimento, dando luogo a cordate o consorterie familistiche di gruppi di potere, ceti professionali e figure politico-istituzionali.
Ci sono spazi per un sindaco condiviso di centrosinistra?
Credo che dopo l’estate – molto dipende anche da quando si voterà per il Parlamento – si aprirà una pagina di mobilitazione civico-politica in vista delle elezioni del 2018 per il nuovo Sindaco e Consiglio comunale. La città merita molto di più di questa amministrazione, ma per far questo ci vuole una nuova stagione politica costituente, con figure e progetti di chiara ambizione politico-strategica per sottrarre Siracusa a questa ammorbante crisi dell’intero ceto dirigente – a tutti i livelli. Vedremo.
Il tuo pensiero sulla Princiotta?
La Princiotta e le sue iniziative rappresentano una “torsione giudiziaria” della battaglia politica: è un percorso che non appartiene al mio stile politico e alle modalità della battaglia politica. Naturalmente, sull’esito delle sue denunce non posso pronunciarmi. Spetta alla magistratura, augurandoci che faccia presto, mentre sui limiti politico-amministrativi della Giunta ho già detto sopra.
e sul vicesindaco Italia?
L’assessore Italia ha una sua personale visione della politica culturale dell’Istituzione-città. In questi tre anni della sua gestione non ho mai avuto modo – ma siamo in tanti in città – di poter discutere pubblicamente nel merito e nel metodo di strategie e di indirizzi di politica culturale di Siracusa. Ho l’impressione sia innamorato molto delle sue idee. Ma la politica è un’altra cosa.
Dimmi una possibilità per Siracusa..
Una possibilità per Siracusa? La città ha urgente necessità di aprire una INEDITA PAGINA POLITICA COSTITUENTE, in grado di rompere definitivamente questo cordone micidiale di interessi pre-costituiti, di “rendite” economiche ed istituzionali, che si traduce anche nella selezione di un ceto politico-amministrativo, inconcludente e incapace, non all’altezza di rompere definitivamente le trame sotterranee di perpetuazione e/o consolidamento di interessi economico-finanziari del territorio, da parte di spregiudicati gruppi di potere. Occorre uscire dal peso ingombrante di un personale politico che da decenni alimenta in modo autoreferenziale le proprie fortune o il proprio ruolo di potere, svilendo le esigenze e le opportunità democratiche di Siracusa.