Politica

AMIANTO KILLER ALL’UFFICIO ELETTORALE

Bisognerebbe organizzare una catena umana, una mobilitazione generale per fermare altre morti a Siracusa”. Chi parla così è Tiziana Blanco, figlia di Michelangelo Blanco, dirigente comunale morto, nel luglio del 2016, di mesotelioma pleurico, con molta probabilità contratto per esposizione ad amianto, dopo 42 anni di lavoro al Comune di Siracusa.

Nel suo dolore composto, la Blanco racconta, nei dettagli, la storia paradossale della malattia del padre, contratta sul posto di lavoro che – incredibile a dirsi – non era una fabbrica, una cava, ma l’Ufficio Elettorale di Via S. Metodio a Siracusa e dove, è questo l’aspetto più incredibile della vicenda, l’amianto si trova ancora tutto lì, nel controsoffitto del corridoio – archivio, luogo di transito obbligato, ogni giorno, per tanti impiegati ed utenti.

E’ un fiume in piena Tiziana Blanco ed è un autentico strazio ascoltare dalla sua viva voce come la morte di Michelangelo e di altre 5 dipendenti comunali per tumori, legate a cause non ancora accertate, forse si sarebbero potute evitare, trasferendo per tempo i suddetti uffici comunali in luoghi più idonei, al posto dell’attuale allocazione, dato che si tratta di garage inizialmente prescelti come “sede temporanea”, tanto più che l’utilizzo della fibra killer in Italia è vietato dal 1992. A parte l’incolmabile dolore per la morte del padre, per cui è stato presentato un esposto all’Inail, ciò che preme a Tiziana Blanco è ora di evitare altre morti, sensibilizzare, tramite opportuna campagna di informazione, l’opinione pubblica, smuovere le coscienze, che tante volte appaiono assopite o rassegnate, agitare un tam tam mediatico che possa scuotere e fare giusta pressione su tutti gli Enti, in primis il Comune di Siracusa, che è il responsabile diretto, per il principio della sussidiarietà, dell’applicazione del Piano dell’Amianto sul territorio. Per ciò che è in nostro potere, siamo con Tiziana, ne condividiamo la battaglia e le saremo accanto, perché dove non arriva il singolo, possa arrivare la RETE.

Carmen Perricone