Politica

ALDO PALAZZOLO: OTTIGGIA BELLA, OTTIGGIA STELLA..

Aldo Palazzolo, hai in dirittura d’arrivo una nuova fatica. Di cosa si tratta esattamente?

Dopo l’esposizione ad Arezzo de I Santissimi, un allestimento nel quale l’arte incontra la tecnologia attraverso la fusione di fotografia, letteratura, pittura, 3D projection mapping, e da inedite percezioni olfattive, chiusa due settimane fa, un nuovo progetto espositivo dal titolo Imago Lucis, promosso e finanziato dalla Fondazione Bufalino di Comiso. Insieme alle immagini, presento testi di diversa natura: poesie, riflessioni sulla fotografia, persino spartiti musicali e, cosa ancora più rara, gli scritti delle persone raffigurate, in merito al loro ritratto. Patti Smith, Andreotti, Piero Guccione, Giovanni Michelucci, Nureyev, Adonis, Bufalino, César, ma anche gente comune, amici… insomma la mia famiglia estesa di affinità elettive, sono gli invitati speciali appesi al muro. Siamo all’allestimento del catalogo dal momento che l’esposizione è prevista per domenica 11 giugno.

Hai fatto un salto nella tua Siracusa?

Sono tornato a Siracusa qualche giorno fa per l’omaggio a un caro amico fotografo che è volato nel mistero ed ho approfittato per fare un giro in città. Che dire! Al peggio non c’è fine.

Siamo al peggio per il nostro centro storico?

La scelta di fare di Ortigia la vetrina-souvenir della città sta pagando bene. Siamo ormai al mangificio all’aperto e al chiuso perenne e duraturo. Colonne di invasori nostrani e stranieri incolonnati come soldatini alla conquista del gelatino quotidiano senza soluzione di continuità.

Come definiresti questi turisti?

Direi carovane di nuovi barbari armati di ciollulari che immortalano qualsiasi minkiata a giro: insomma la barbarie in cui il contemporaneo si rispecchia con cura e baldanza allo scopo di fare picciuli facili.

Un giudizio di merito?

A molti piace: altri stanno scappando visto che tutto diventa sempre più invivibile e avvilente. Sembra di assistere a un film già visto: mentre la città va in rovina, (Villa Reimann, simbolo di bellezza e cultura, totalmente abbandonata a se stessa è una metafora perfetta, poi tavolini ovunque nell’isolotto, odore di fritto sparso, file di automobili che durano ore, proteste per la biblioteca comunale tolta dal centro storico, rischio di perdere la Camera di Commercio, i collegamen ti in treno con Catania [a machinaa machina fa guadagnare di più al governo con le accise sui carburanti], Augusta perse l’autorità portuale e chi più ne ha più ne metta) qualcuno si diletta a suonare la cetra a spese della comunità.

Mamma mia, un quadro disastroso

Constato comunque ca u pisci feti sempri ra capa come dice il pisciatore. Mi chiedo: ma se i siracusani non protestano ma, se come si suol dire addirittura ci piaci… allora va tutto bene, sono complici e non c’è da lamentarsi.

Beh, non a tutti “ci piace”

È la modernità amico e non possiamo né dobbiamo opporci, ihihih (rido e piango in contemporanea). E la gente che fa volontariato per ripulire i luoghi pubblici di cui i politici dovrebbero occuparsi, mi spiace, sono generosi ma complici del sistema.

Vai sul pesante..

Dico che nessuno si è dimesso in conseguenza delle sue azioni, i politici continuano imperterriti a fare le loro porcherie a spese della comunità. So di padri di famiglia troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per un lavoro che sono all’elemosina o che vivono con quattro soldi passati dai figli. Ecco, questa è l’altra faccia della medaglia della scintillante Ottiggia bella Ottiggia stella come diceva il mai dimenticato Posteggiattore.

L’Italia? Una canzonetta. Vecchio Scarpone.