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NOTO: CONCLUSA LA TRE GIORNI SUL LAVORO CHE NON C’È

Con una parentesi dedicata a Portella della Ginestra e al ricordo delle lotte per i diritti e il lavoro in Sicilia, si è aperta la giornata conclusiva di “#insieme, generazioni in movimento”. Nel suggestivo scenario del salone di Palazzo Nicolaci, il segretario generale dello Spi Cgil Sicilia, Maurizio Calà, ha tirato le somme di una tre giorni dedicata al lavoro che non c’è, al welfare da rimodulare e reinterpretare, al recupero delle tante potenzialità del territorio, e di un Mezzogiorno da rilanciare. <<Partiamo da un principio: dobbiamo fare una grande operazione di verità senza cui è impossibile un’analisi vera delle necessità – ha detto Calà. E ancora – Occorre porre nuovamente al Governo la questione Mezzogiorno, che non è vecchia, anzi, visto che rimasta irrisolta, è più che attuale>>. A conferma, Maurizio Calà ha citato i numeri relativi all’esportazione: 400 miliardi, di cui solo il 10% riguarda il Meridione. Ma ci sono anche quelli riguardanti l’occupazione (in Italia al 64% e nel meridione solo al 40) o quelli dell’economia (quando nel Paese aumentava del 2%, nel Sud scendeva del 7%).

Il segretario generale dello Spi Sicilia ha anche presentato la delegazione dell’Ugtt, il corrispondente tunisino del sindacato pensionati, con cui a conclusione dell’iniziativa è stato siglato un protocollo per l’immigrazione. <<Un gemellaggio che mira non solo al confronto sulle azioni per affrontare i temi tipici del sindacato, ma anche perché insieme possiamo fare in modo che il mare che separa i nostri due Paesi non sia più un luogo di morte, ma torni a essere tramite di scambio culturale, commerciale, di sviluppo>>.Relatore della giornata è stato anche il segretario generale dello Spi Calabria, Vladimiro Sacco. Una realtà regionale che con la Sicilia ha in comune molti problemi. <<La Parola Sudd’Italia ha una doppia lettura: da una parte mette in luce le tante diseguaglianze, tante realtà ognuna con dinamiche proprie, ma anche che queste terre hanno ancora vivo il ricordo di secoli di sudditanza. Oggi diciamo che è indispensabile ricostruire la qualità sociale del territorio, per renderlo attrattivo, pertanto occorre che il Sud non sia solo all’attenzione del Governo, ma che sia anche al vertice dell’azione della Cgil, per essere promotore di progetti e di idee>>. La conclusione è spettata a Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi nazionale. <<Questo Paese è orfano della politica, quando avrebbe bisogno di una politica che non pensi solo alle elezioni, ma ai territori. Per fare crescere questo Paese certo occorrono investimenti, ma che non siano a pioggia, ma mirati, per farlo crescere concretamente e renderlo produttivo e magari competitivo. Al Sud non basta votare contro a favore di questo o quello,ci vogliono le lotte sociali, per cambiare il welfare che, se rimodulato, creerebbe ricchezza. Così come bisogna investire sui giovani, sostenendoli nei loro progetti. Per questo va costruita per loro una rete di servizi che permetta loro di realizzare il loro futuro e quindi per non farli scappare>>. In merito alla questione migranti, poco prima della firma del protocollo con l’Ugtt, Pedretti ha precisato <<che non ha senso farli arrivare per poi farli vivere come in un ghetto. I migranti non devono essere parte di una società scontenta, perché una società scontenta non ha prospettive>>. Infine le firme che hanno sancito il gemellaggio, quella di Ivan Pedretti e quella di Abdel Kader Nasri.