Politica

CHI E’ IL REGISTA DEL COMPLOTTO CONTRO GAROZZO? MA IL GRANDE VECCHIO, OVVIO

Alessandra Turlà, ma i siracusani quando elessero la giunta in carica avevano bevuto vodka? 

Immagino di no perché probabilmente uno stato di ebbrezza avrebbe scatenato fantasie migliori. Credo invece che tutto sia avvenuto in piena lucidità e con un’articolata capacità di intendere e volere. Io invece la vorrei, eccome, una città “ubriaca”, vorrei che l’ebbrezza toccasse tutti, vorrei che ognuno potesse trasformare questo tumulto in arte, in cultura perché un patrimonio culturale è alla base di ogni azione. Vorrei che l’ubriacatura servisse ad abbassare le barriere mentali che ostacolano i rapporti con gli altri ma soprattutto vorrei che si guardasse la città con lo stesso sguardo col quale si guarda al mare che la circonda, uno sguardo appunto inebriato.

Debbo rivalutare un assessore della Garozzo Band. Ogni volta che fa una foto muore un nazista. Ne ha già uccisi migliaia. Certo, ogni tanto porta la pista di ghiaccio..

Per restare in una visione “poetica” parole da leggere non ce ne sono più molte e le poche parole rimaste portano alla “resa” i rimanenti per sfinimento. Peccato, avrebbe potuto privilegiare altri aspetti, certamente più alla portata del suo spessore umano… Invece l’idea di una pista di ghiaccio, fronte mare, in un primo momento mi ha fatto ben sperare. Ho immaginato che forse Siracusa, senza saperlo, avesse dato i natali ad un altro Lewis Caroll, se non poi svegliarmi dal sogno e scoprire che era solo uno spot pubblicitario per delle note caramelle alla menta.

Ho un tarlo nel cervello. Forse me lo puoi togliere. Perché Valeria Troia è stata nominata assessore? 

Qui la risposta è semplice e non si lega alle quote rosa quanto piuttosto alla necessità di cercare un volto giovane, grazioso, che fosse disposto a finire dentro l’occhio di un ciclone ed essere trascinata via in un mondo magico e bizzarro: “la giunta di OZ”. La strada per lei è fatta di mattoni dorati, disposti come nel gioco della campana, che  percorre saltellando con entusiasmo, tutti numerati in crescendo 3.1,3.2,3.3…. ed è facile da attraversare perché, male che vada, puoi incontrare spaventapasseri senza cervello, leoni codardi senza coraggio e perfino uomini di latta senza cuore. Il “basso confronto” non deve però trarla in inganno anzi deve essere uno stimolo di apertura al dialogo prendendo a modello le best practices e non la politica di piccolo cabotaggio.

Ho visto assessori che mai gli umani avevano visto. Alcuni praticamente ignoti. E li chiamano per amministrare Siracusa. Perché?

Credo che il problema non stia nel fatto di essere più o meno conosciuti, spesso l’apparire è privo di sostanza, quanto invece nella capacità di saper incidere sul territorio e di conseguenza poter lasciare un segno concreto dell’attività svolta. Mi chiedi perché abbiamo visto un continuo avvicendarsi in giunta, nello stile peraltro del governo regionale, per rimanere su un piano locale ma possiamo benissimo estenderlo oltre lo stretto. La scia politica segue da tempo un sistema circolare  “magico”, ma non nel senso mistico o aggregante, quanto nella costante presenza di figure, uomini o donne di provata fedeltà personale, saldamente posizionate all’interno del cerchio e nella costante interscambiabilità di congreghe più o meno amicali che ne costituiscono la circonferenza, ossia quelli che hai citato.

Il guaio è che Siracusa non propone un granchè, parlo di potenziali bravi amministratori.

Non so se ci sono potenziali bravi amministratori perché osservo solo un senso di “sovranità” impropria, un continuo citarsi addosso da parte della maggioranza  e urlarsi addosso da parte della minoranza. In verità mi rammarica rivedere ricorsi storici, soprattutto in una città come Siracusa che ha alle spalle una storia importante. Da una parte il problema a mio avviso è legato ad una distorsione fra le competenze e la conoscenza. Se conosco posso imparare a fare ma non posso usare il ruolo di amministratore come palestra per un apprendistato. Dall’altra parte non vedo aggregazione fra chi amministra e di conseguenza è preclusa la possibilità di compensare eventuali “carenze”. E’ come un loop mentale che garantisce performance al minimo indispensabile. Come dicevo prima il patrimonio culturale è alla base di ogni azione, un complesso insieme di saperi che va “coltivato” personalmente da ogni individuo e per chi amministra questo deve essere il “pass d’ingresso”, insieme ad una doppia dose di onestà, non serve altro. Siracusa non propone un granchè perchè il “gruppo politico-sociale” che i cittadini hanno scelto è falsato da quanto ho detto prima e non è quindi in grado di attuare nessun processo di “diffusione costruttiva” alla collettività.

Ho fatto l’ufficio stampa di Mater Dulcissima, una mostra, curata da Michelangelo Castello e Demetrio Paparoni, che portò a Siracusa Pistoletto, Paladino e tante altre icone della post avanguardia. Oggi..

I latini dicevano panem et circenses, un meccanismo di potere catartico che oggi  rispecchia la disposizione ideologica nella quale versa la città. Rileviamo, per fare un esempio, una forte ingerenza da parte di chi amministra spazi pubblici dedicati all’arte contemporanea. Chi amministra ha invece il dovere di individuare e garantire l’autonomia dei responsabili degli spazi espositivi e non occuparsene personalmente, anche se la gestione dell’arte non presuppone necessariamente una conoscenza approfondita della stessa ma piuttosto un approccio intelligente all’arte. Oggi assistiamo a continue demagogie che tendono a sedare i cittadini piuttosto che ad affinare la curiosità intellettuale degli stessi. Tu hai citato Mater Dulcissima a dimostrazione che tutto questo è andato perduto “… come lacrime nella pioggia” ed è proprio in questo contrasto fra la realtà dei fatti accaduti e la realtà dei fatti attuali che si inserisce il comizio politico, il talk show o meglio il cieco indottrinamento del potere dominante che fa tabula rasa di qualsiasi idea artistica. L’albero di lana e la mostra egizia allocate dentro una galleria civica di arte moderna vanno letti nell’ambito del Nouveau Realisme o della Pop Art? Ai posteri l’ardua sentenza.

Ma questo teatro aperto a metà, gestito a un quarto, di nuovo chiuso

Qualche anno fa con Roberta Torre, nota regista e drammaturga che stimo molto, ci trovammo a parlare del suo spettacolo “Insanamente Riccardo III” e di come la stessa abbia reinventato la drammaturgia a misura dei protagonisti, attori professionisti e pazienti psichiatrici. Lo spettacolo è stato portato, dopo diverse repliche al Garibaldi di Palermo, anche al Piccolo Teatro di Milano, abbiamo anche pensato di poterlo presentare a Siracusa quando si sarebbe aperto il Teatro Comunale. Lo spettacolo sfiora il grottesco e rimane in bilico su uno spazio che separa il sano dall’insano, ed è un dramma molto attuale. Sul Teatro aperto a metà, gestito a un quarto, di nuovo chiuso ti rispondo riagganciandomi allo spettacolo della Torre … ”la distinzione tra ciò che è reale e ciò che è irreale, tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, finisce per attenuarsi, per sbiadire. Per cedere. Così come dovrebbe accadere per le barriere che ancora separano il diverso della cultura”.

Festeggiamo i 2750 anni con l’Urban Center e con Garozzo e i suoi 200 invitati al Minareto

Faccio una premessa, il sindaco può festeggiare dove, come e con chi vuole, il suo compleanno non importa a nessuno, in fondo tutti hanno diritto almeno una volta l’anno a fare qualcosa d’importante. Sui “festeggiamenti” dei 2750 anni invece la questione è diversa. Non mi piace la critica fine a se stessa, non porta a nulla e non è costruttiva. E’ stato costituito un “comitato promotore” e mi sembra corretto ma lo stesso è pronto ad accogliere tutti, ma proprio tutti tutti quelli che vorranno partecipare mettendo a disposizione un proprio personale contributo economico. Questa amministrazione si chiude a riccio quando non dovrebbe e si apre troppo quando invece sarebbe stato opportuno fare una selezione a monte. Bellissima la regata velica addebitata forzatamente ad apertura dei festeggiamenti 2750, peccato però che è arrivata prima dell’arco temporale previsto: mancanza di comunicazione e progettualità? Per i festeggiamenti bisognava semplicemente mettere in campo due o tre max eventi importanti. Il Comune adesso, rischia di distribuire il patrocinio a chiunque lo richieda, tipo sagre alimentari, artigianato vario ed alle più disparate associazioni. Non vorrei offendere nessuno ma il rischio che si crei “un’accozzaglia” non in linea con la ricorrenza è forte.

Anche a Siracusa donne cattivissime con altre donne. Niente sconti?

Il mondo è pieno di donne con grande spessore umano che sanno reggere l’urto di altre che invece spessore non ne hanno, anche per chi si muove nel mondo della politica. Questo grazie ad una prospettiva intellettuale più ampia, ovviamente senza semplificazioni o concessioni ma riuscendo a mantenere una lucida capacità di analisi. Siracusa donne cattive… non so… forse, ma puoi incontrarne alcune con un talento per l’autocompiacimento che sfiora un’intensità quasi comica. Potremmo definirle donne affette da “gigantismo” che cercano di farsi spazio dentro un proprio “non-ordine” facendo ripiegare su stesse e sulle loro congreghe familiste i loro personali interessi. Probabilmente donne che non entreranno mai veramente in politica, se non “spinte” per imposizione. Chi, e vale anche per gli uomini, è ossessionato dal bisogno di sconfiggere l’altro sempre e comunque per emergere, non contiene la stessa sostanza dei sogni e senza sogni non si può spiccare il volo.

Ma il regista del complotto contro Garozzo chi è? E lo scenografo?

Il “Grande Vecchio”. Resuscitato. Lo stesso della strage di Bologna, di Piazza Fontana, Piazza della Loggia.