Politica

LIDDO SCHIAVO: ITALIA HA FALLITO FRA I MOLTI INDIFFERENTI E I POCHI CHE CI LUCRANO

Liddo Schiavo, magari sei candidato sindaco del centro sinistra

No, non sarò il candidato sindaco del centro sinistra. Credo di poterlo affermare con certezza, nonostante qualche tenue sollecitazione mi sia giunta da alcuni ambienti della società civile e da qualche amico che ringrazio per la stima e la considerazione. Cinque anni fa non posso negare che il mio nome girò con una certa insistenza e fui assai vicino a concorrere per la prestigiosa carica, con un possibile, concreto, supporto politico. Poi le cose andarono come sappiamo e oggi non mi resta che constatare che cinque anni sono tanti per chi non gode  più della beata gioventù. Con la maturità ci si ritrova magari più saggi e competenti ma si è deprivati della materiale forza fisica indispensabile a fronteggiare fatica e responsabilità imposte dal ruolo. 

Già candidati sindaco Michele Mangiafico, Joe Bianca, Elino Attardi. Quanti saranno secondo te i candidati sindaci alla fine della giocata?

Si certamente buoni nomi ne aggiungerei altri già venuti fuori da coalizioni civiche: Alfredo Foti che fa riferimento alle liste dell’ex sindaco Garozzo, come anche Roberto Trigilio ex 5 stelle e candidato della lista di De Luca, senza trascurare la candidatura di Aziz, venuto in città anni orsono dalla Tunisia e oggi perfettamente integrato nel tessuto cittadino. Al momento considererei  sette/otto candidati.  Qualcuno magari deciderà di rinunciare e congiungersi ad altri, magari quando gli schieramenti di centro sinistra e centro destra confermeranno le loro aggregazioni con la definizione dei  candidati a sindaco. Noterai che in tale contesto mancano totalmente figure femminili di riferimento, proprio in un momento politico in cui il genere femminile sta giustamente ottenendo rispetto e considerazione. I tempi sono quasi giunti al traguardo e credo che sul finire della settimana si avrà un quadro completo. Alla fine prevedo una mezza dozzina di candidati se non succederanno imprevisti. in questo caso le candidature potrebbero aumentare. 

 Prima le firme false di Garozzo, poi i brogli elettorali del milanese sindaco per volere del cga. Il 28 maggio 2023 che succede, ci saranno inghippi diversi?

Una cosa è certa gli uffici comunali cittadini presentano enormi difficoltà nel gestire le operazioni elettorali come abbiamo avuto modo di constatare nel corso delle ultime elezioni politiche e regionali. Mancanza di personale, scelta degli scrutinatori discutibile, presidenti di seggio scarsamente preparati e tanti altri fattori che influenzano negativamente lo spoglio elettorale. Sui brogli e le raccolte di firme eviterei di pronunciarmi. Nel primo caso credo vi siano ancora pendenze giudiziarie, nel secondo, risalente a dieci anni orsono, sono stato coinvolto personalmente,  inconsapevolmente,  e a suo tempo rilasciai specifiche dichiarazioni agli organismi inquirenti competenti chiarendo la mia posizione che mi sembra anacronistico riportare.

Rinasce l’alleanza tra Pd, M5S e sinistra? A mancare è il nome del candidato. Mentre a destra ce ne sono troppi: i leghisti Giovanni Cafeo e Vincenzo Vinciullo, i forzisti Edy Bandiera e Ferdinando Messina. In questo quadro, l’uscente Francesco Italia può contare sul sostegno di Azione e Cateno De Luca presenterà un candidato, non più Attardi ma un ex grillino

Da qualche tempo il PD sta dialogando con 5 Stelle e altre aggregazioni civiche cittadine che si identificano nei valori della Sinistra. Sui programmi ci si è ritrovati e fra qualche giorno si dovrà concretizzare sulla figura del candidato sindaco. Alcuni profili sono stati vagliati e rispondono alle aspettative della nascente coalizione. A giorni si farà sintesi su una ristrettissima rosa di nominativi, magari avanzando, sin d’adesso, una parte della Giunta che si propone a governare la città. Ritengo si tratti della miglior formula possibile  da proporre ai nostri elettori, considerando il particolare momento favorevole, post congresso, che ha visto il gradito ritorno di un certo elettorato, vicino al vastissimo mondo dell’associazionismo democratico,  da parecchi anni assente. Merito certamente della neo segretaria nazionale del PD, Elly Schlein, che con questo mondo ha saputo dialogare. Affermo quanto detto da rappresentante provinciale della Mozione Bonaccini che ha vinto col voto degli iscritti e perso col voto libero. Altre francamente al momento non ne vedo.

Si potrebbe pensare di coinvolgere altro civismo, sicuramente presente, consistente e organizzato, però lontano dalla concretezza e ancora in cerca di tatticismi e strategie utili ad accrescere il consenso e la possibilità di accedere al ballottaggio.  In quel caso la storia andrebbe riscritta dalla genesi.  Non vedo benissimo il centro destra. Sfumata la possibilità di tirare in ballo Titti Bufardeci, il quale avrebbe certamente convogliato la totalità dei consensi dei partiti di governo, li osservo un po’ annaspare sulla scelta dei candidati anche se sono convinto che il nome uscirà dalle file di Forza Italia, in virtù di geopoliticismi regionali. Non sono completamente convinto che su un possibile nome forzista la coalizione terrà. In quel caso potrebbe sfaldarsi e perdere qualche pezzo. Interessante sarebbe sapere a chi andrà a incorporarsi. Non certamente al centro sinistra, forse al gruppo di Garozzo, ma potrebbe anche andare in soccorso al sindaco uscente.

Liddo Schiavo parliamo del sindaco milanese, l’elenco è lungo: Strade cittadine distrutte- Piste ciclabili sulle strade distrutte con evidenti problemi di sicurezza, una follia – Periferie abbandonate- Verde e decine di alberi massacrati. Ancora  Teatro comunale chiuso da anni e bando con problemi fiscali che durano anche questi da anni per l’affidatario (unico partecipante)- Assenza di qualsiasi iniziativa sulla pandemia e sulla crisi del Petrolchimico a differenza degli altri sindaci siracusani- Contenziosi perdenti con danni milionari che dovranno pagare i cittadini-Sperperi di centinaia di migliaia di euro per il cerchio magico di amici delle associazioni e la stampa amica.  Sintetizziamo:  Illuminazione da terzo mondo in città e nelle zone balneari –  Protezione civile comunale inesistente, personale all’osso, vigili urbani sulla strada solo per multe. Il picco?  Siracusa massacrata, ultima per la qualità della vita in tutte le classifiche nazionali. Dimenticavamo che il sindaco del cga è indagato per gestione irregolare del CCR di Arenaura, ancora che ci sono stati gli arresti al cimitero, i crolli a via Lido Sacramento, in Ortigia, le cifre spese per D&G, i 75mila euro per i concerti pop 2022 e quelli che per il rock 2023 al teatro greco. Le conclusioni le lascio a te. Sei credibile e i siracusani ti apprezzano

Parliamone pure, mi consentirai, però, di condensare attraverso un’unica risposta, come anche le conclusioni.  In esse non vi sono tecnicismi da chiarire o azioni e pensieri da interpretare, si tratta solo di esprimere una valutazione sulla gestione politico-amministrativa della nostra città nell’ultimo quinquennio, pertanto preferisco comprimere, anziché segmentare, elementi di natura simile.  A livello umano Francesco Italia è persona simpatica e gradevole, di bella presenza e certamente di buona cultura; con una eccellente propensione alla comunicazione interpersonale, brillante e conforme ai canoni tradizionali del comune senso di educazione. Questi i suoi indubbi meriti. Per quanto riguarda l’aspetto politico lo ritengo abbastanza scaltro, capace di buone intuizioni delle quali, però, spesso si innamora senza esserne ricambiato. Se invece vogliamo parlare della sua azione gestionale e amministrativa sul governo della città e naturalmente della sua Giunta, che più che rappresentanti della politica cittadina o di movimenti civici, appaiono come suoi diretti collaboratori, non possiamo certamente affermare che nel corso degli ultimi cinque anni abbia brillato per competenze e capacità, dando vita a disservizi e confusione. Avrebbe potuto fare di più, avvantaggiato da un Consiglio Comunale autoeliminatosi per manifesta incompetenza, favorito in ciò da una normativa regionale che definire folle è poco. In tal caso avrebbe potuto aprirsi ai partiti e ai movimenti, vagliare una giunta di larghe intese o se vogliamo di salute pubblica, sfruttare al meglio la mancanza di contrapposizione senza, però, sfuggire al confronto. Nulla di tutto ciò. Ha accettato, con un certo compiacimento e anche un po’ di goduria, il nuovo ruolo di capo assoluto, di nuovo podestà, che il caso o la imperizia dei consiglieri, gli avevano assegnato. I primi contrasti li ebbe proprio col PD, il quale apparentamento per il secondo turno, da me proposto, su delega degli organismi di allora, rifiutò sdegnosamente in quanto fuori dai canoni della nuova politica 2.0, a me sconosciuta allora e anche oggi, ma della quale si riteneva, con i suoi sostenitori, il demiurgo. Allora ci chiese solo di inserire nella sua Giunta il nostro candidato a sindaco senza simbolo e apparentamento. La delegazione da me presieduta naturalmente rifiutò, salvo andare ad accettarla ore dopo senza la mia presenza. Fu per il mio partito un grave errore le quali ripercussioni si sarebbero rivelate poco tempo dopo con l’abbandono da parte del nostro assessore e con una successiva deliberazione della Direzione Provinciale che invitava i rimanenti assessori del PD a dimettersi, salvo l’espulsione dal Partito. In seguito venne abbandonato da altri alleati comprese alcune frange del M5S, i quali si erano resi collaborativi, pur non assumendo deleghe e ancora dopo da Lealtà e Condivisione. Persino il gruppo dell’ex sindaco Garozzo decise di sottrarsi, pur avendolo scelto come suo successore, rinunciando a un suo possibile secondo mandato. Una lunga serie di rinunce e abbandoni che non possono non stigmatizzare la mancanza di fiducia nel suo operato da parte proprio di chi lo aveva scelto per il governo della città.

La bocciatura dell’ultima amministrazione pertanto non viene sancita da te o da me bensì da tutte le forze politiche che nel corso della sua amministrazione lo hanno prima seguito e poi abbandonato, come anche da classifiche nazionali sulla qualità della vita che ci vedono alle ultime posizioni. Potremmo discutere di cantieri aperti da anni per la realizzazione di modeste opere pubbliche con grave danno per commercio e viabilità, di dehors e tavoli insediati nei posti più impensabili e suggestivi, persino nelle viuzze più anguste, di un teatro comunale che, come sostenevano i nostri progenitori, sembra colpito veramente da una maledizione, del quale non si riesce a capire cosa farne, di piste ciclabili inutili e pericolose, di una città impraticabile con qualsiasi mezzo, aggravata da ostacoli, offendicula a limite della legalità, barriere improvvisate e cavalli di frisia, di un trasporto pubblico trascurato e penalizzato, di immondizia sparsa per le strade dentro minuscoli contenitori, in bella mostra come ad attestare il trionfo di un obiettivo raggiunto ma non perseguito. La nostra cittadina, pur non superando per abitanti le grandi città, presenta le medesime complessità. Gode di una storia millenaria e di una serie di beni archeologici, architettonici e paesaggistici unici al mondo, da soli potrebbero attrarre flotte di turisti senza la necessità di imitare la Riviera Romagnola del tutto priva di questa tipologia di attrazioni e pertanto costretta ad accogliere in altro modo che perfettamente conosciamo. Quanto abbiamo ricevuto immeritatamente in dono, coadiuvato da una accoglienza di buon livello, dagli indispensabili servizi, da una visione rispettosa e sostenibile potrebbe certamente migliorare la fruizione selvaggia che sottrae e non condivide. Siracusa gode di un porto naturale di rara spettacolarità, vocato all’accoglienza delle piccole imbarcazioni turistiche e certamente da lì dovrebbe partire il suo rilancio. Dei tanti progetti esistenti nessuno è riuscito ad attraccare in queste nostre acque. Immobili pubblici vuoti da anni e in stato pietoso di abbandono sui quali si discute senza riuscire a progettare e pianificare. Esiste una agricoltura apprezzata in tutto il globo che non riesce a connotarsi col territorio e un agglomerato industriale morente al quale bisogna dare al più presto ossigeno non dimenticando che, dolente o nolente, negli anni 60 alzò il Pil cittadino a livelli stratosferici.

Tale complessità ha necessità di essere governata con capacità e progettualità al momento deficitari. Ha l’urgenza di rivedere alcune scelte disastrose e prive di efficacia. Sente l’esigenza di promuovere un territorio non solo col “Circenses” quello ci sta tutto ma occorre che sia principalmente proficuo e sensibile al luogo dove si sviluppa e alla gente che lo abita. Il vero problema sta nel “Panem” sempre meno disponibile e spesso secco e ammuffito. Occorre un nuovo modello di sviluppo, condiviso con la società attiva, con l’associazionismo, con i movimenti cittadini, con le categorie produttive, che possa concorrere per il raggiungimento dell’utile e non risponda alla logica dell’occasionalità della progettualità. Che tenga conto del benessere dei cittadini che hanno l’esigenza di praticare attività sportive, culturali e ludiche in giusti ambienti e capaci strutture. In questi ultimi anni tutto questo è mancato, la città ha perso la sua vivibilità come anche notevoli attività produttive. Un sorriso, una parola di incoraggiamento, o qualche promessa vana, sono un risultato insufficiente e pertanto la città si spegne, fra i molti indifferenti, i pochi che ci lucrano, i pochissimi che ne piangono la morte.  

L’augurio che mi faccio e vi faccio è che la politica ritorni protagonista, che pensi al bene comune, che si rinforzi con persone per bene, oneste, ma principalmente capaci.