Politica

ALESSANDRO ZAPPULLA: I DEPUTATI GRILLINI? DEGLI INUTILI INCOMPETENTI

Alessandro Zappulla, autunno del 2021, come siamo messi?

Se ti riferisci alla Pandemia, dico che con fatica ne stiamo uscendo. La stagione estiva appena trascorsa è andata oltre le aspettative per il settore della ristorazione e quello alberghiero. Tuttavia alcune attività economiche dovrebbero passare da stagionali a più strutturali. La nostra città ha le potenzialità per esempio per un turismo stabile su tutto l’anno solare.

Brogli elettorali nel 2018 scioglimento del Consiglio Comunale, il Tar annulla le elezioni e la proclamazione del Sindaco, la Procura conclude le sue indagini  su brogli con otto indagati “che hanno alterato il risultato elettorale”, la Presidente del CGA che ha “salvato” il sindaco di Siracusa risulta ai piani alti del Sistema Siracusa. Ma come fa il Sindaco del CGA a non dimettersi?

Di solito non commento le sentenze e le rispetto. Sullo scioglimento del Consiglio Comunale ha giocato molto l’inesperienza dei consiglieri e anche chi dall’opposizione doveva guidare i gruppi per evitare questa debacle e non è stato in grado di gestirla come si doveva.  Parlo dei leader dell’opposizione che non sono stati capaci di tenere le redini. E questo è uno dei problemi centrali dei Consigli Comunali di questi ultimi decenni: la mancanza di autorevolezza dei leader politici di tenere uniti i gruppi. Ogni consigliere è rimasto alla mercè di se stesso e spesso inesperiente si è mosso come una scheggia impazzita. E’ mancata la politica in Consiglio Comunale e sono mancate le guide politiche.

In quanto al fatto che il Sindaco non si sia dimesso è una sua scelta legittima. Certo l’assenza del Consiglio Comunale è un grosso vulnus di democrazia. Manca il luogo istituzionale del confronto politico e il governo della città non ha interlocutori istituzionali e ciò, mi rendo conto, è un grosso limite. Tuttavia, il Sindaco avrebbe potuto trasformare questo problema in opportunità. Non avrebbe dovuto interrompere il dialogo istituzionale, sebbene anche a livello informale, con le forze politiche presenti in Consiglio. E poi nella formazione della Giunta avrebbe potuto volare alto. E invece, mi pare si siano ristretti i luoghi del confronto politico amministrativo e certo non è un bene per la città.

Cos’hai pensato quando Vinciullo e Cafeo hanno aderito alla lega?

Conosco Vinciullo e Cafeo da tempo.  A Enzo lo conosco da quando faceva il segretario di Brancati e anche Giovanni lo conosco da molti anni. In politica, spesso, il movente della propria azione e, più ancora, il movente della propria posizione non deriva da una visione, da una scelta valoriale e di idee politiche, piuttosto discende dallo spazio di manovra che dentro un determinato partito posso avere o meno. Si ragiona prevalentemente sulla possibilità di conservare  il posto istituzionale che si occupa. E non di rado si fanno errori di calcolo. Si passa da un partito all’altro perché si giudica il contenitore in cui si sta non in grado di assicurare il seggio. Si ragiona in termini di bottino. Il bottino da deputato o aspirante tale è il  consenso personale che si traduce in termini di voti significativi, sarebbe da ingenui, per non dire altro, se  non si mettesse a frutto questo “capitale” investendo in partiti più forti questo potenziale consenso elettorale. In altre parole,  si possono avere tanti voti, ma se ci si trova in un partito o lista che, per esempio, a livello regionale non supera il 5 per cento dei voti, si  rischia di non essere eletti. Questo errore mi pare che lo abbia già commesso Vinciullo. Ecco spiegato,  dal mio punto di osservazione, il passaggio da un partito all’altro di questi amici. Che tu citavi.  Altra cosa è la preparazione, l’impegno sui problemi che loro possono metterci e su cui non discuto. Ma non è stata una scelta ideale. Non si può passare alla lega in Sicilia per spinta ideale a meno che in tutti questi anni tu non abbia barato con te stesso. Si passa solo per opportunità. Legittimo e io non giudico, constato. Ma non sono disponibile nemmeno a far passare come vere le ragioni ideali o programmatiche che questi amici attribuiscono alla lega come motivazione delle loro scelte. Ripeto, nessun innamoramento ideale politico del nuovo partito,  ma solo mero calcolo. Tra l’altro, mi pare che le vele leghiste stiano cominciando a sgonfiarsi…E se fossi in Giovanni ed Enzo comincerei a preoccuparmi. Ma sono fatti loro, vedremo se hanno avuto ragione o meno.

Di fatto Siracusa ha un solo deputato – parliamo di Stefania Prestigiacomo – che ha lavorato per la nostra comunità, pensiamo al nuovo ospedale, alla Cm di Commercio, ai quattro milioni di opere pubbliche a Siracusa.

Vedo che hai un debole politico per Stefania. E’ però certamente vero che nell’attuale contesto lei emerga come la più autorevole. Tuttavia, valuto che lei  potrebbe giocare per la nostra città un maggiore ruolo politico e non mi riferisco solo nei confronti delle istituzioni regionali e Romane, ma nei confronti  della nostra città. Per la esperienza che ha accumulato in questi anni potrebbe svolgere la funzione di raccordo tra i vari rappresentanti, lavorare per fare sistema al di là del colore politico dei soggetti in campo. E dico questo perché, purtroppo, a Siracusa da qualche anno manca la Politica, mancano punti di riferimento. Non c’è dialettica tra diverse visioni e schieramenti, perché da noi sono assenti  le visioni politiche e gli schieramenti corrispondenti. E senza politica si naviga a vista e non ci sarà sviluppo reale e sistemico per i prossimi anni per il nostro territorio.

Poi abbiamo sei deputati grillini, 4 nazionali e due regionali, che praticamente si sono dimostrati inesistenti per il territorio.

Su questa questione della rappresentanza inesistente è meglio stendere un velo pietoso. Effetto e causa insieme della debolezza del nostro territorio. Purtroppo sono stati votati senza consapevolezza alcuna. In un territorio dove non ci sono prospettive, l’anti politica attecchisce su un terreno culturale fragile. In fondo, a pensarci bene, siamo un popolo da “vice re”. Soprattutto dalle nostre parti ciclicamente il ricorso all’uomo o al movimento che va per la maggiore si ripresenta. Lo si immagina il tocca sana e invece, come storicamente succede quasi sempre, l’anti politica strumentalizza i bisogni della gente ma non ne soddisfa nessuno in termini giusti, equi e di sviluppo reale. Al massimo ti regala il sussidio. E poi l’anti politica porta nelle istituzione rappresentanti che si improvvisano legislatori, amministratori, ma che in realtà sono del tutto incompetenti.

Il momento che viviamo sta rivalutando Matteo Renzi. Come si dice il tempo è galantuomo o cos’altro?

Il tempo è senz’altro galantuomo. Ma non si può non vedere che Matteo Renzi è da anni che determina in bene la vita politica del nostro Paese. Lasciando stare i provvedimenti importanti del suo Governo che possono essere opinabili, ma sicuramente l’elezione di Mattarella, lo stop alle elezioni anticipate, la messa in mora del governo giallo verde e poi del Conte 2 favorendo la nomina di Draghi sono stati suoi capolavori politici che dimostrano come sia uno dei pochi ad agire strategicamente. Adesso determinerà l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica e, ne sono certo, darà vita insieme con altri a quel polo centrale riformista e liberal democratico di cui tanto il nostro Paese ha bisogno. Come ho già detto abbiamo bisogno di politica, di pensare e di agire politicamente con intelligenza e strategia. E sono qualità che Renzi mette al Servizio del Paese. Per tutto questo ha pagato e continua a pagare il prezzo di essere contrastato violentemente dalle caste italiane:  media, alti burocrati, ordini professionali, certa magistratura, sovranisti neofascistelli e populisti pentastellati e i sinistrorsi nostalgici della sinistra che fu.

Alessandro Zappulla, in diverse occasioni hai difeso per noi l’indifendibile Sindaco del Cga. Ci spieghi perché e come mai, vista Siracusa ultima per qualità della vita, città disamministrata alla grande  e degrado ormai violento?

Si, sono stato uno dei suoi sostenitori più entusiasti. Addirittura agli inizi del suo mandato, eravamo ancora nel 2018, mi sono offerto, insieme con altri amici, per la creazione di un movimento “AvantInsieme” che aveva lo scopo di offrirgli una copertura politica extra consiglio, di unire le liste non partitiche che lo appoggiarono in campagna elettorale….Pensavo  e penso che un’attività amministrativa senza politica fosse debole e che a lungo andare mostrasse forti limiti. Il progetto, però, dopo un suo primo assenso che mi pareva convinto, fallì per suo disinteresse e per ostacoli posti in essere da qualche suo amico o amica che facevano parte del suo “cerchio magico” e con i quali si confrontava e di cui si fidava.

Ciononostante ho continuato a sostenerlo e dopo la caduta del Consiglio Comunale ho sperato in un suo scatto di orgoglio che gli permettesse di presentare alla città una Giunta super partes e  con una visione a lungo termine, senza dimenticare l’amministrazione quotidiana della città.  E invece nulla di tutto questo. I suoi spazi di confronto si sono ridotti per sua scelta. Anche nella Giunta  cittadina molti assessori non avevano contezza delle scelte che si apprestava ad assumere se non per essere ratificate. Sulla classifica non lusinghiera della qualità della vita siracusana non è certo colpa sua, bisogna essere onesti,  sono anni che stiamo in fondo alla classifica…Gioca a nostro sfavore l’inquinamento atmosferico dovuto alle industrie petrolchimiche e alla cronica inefficienza dei Servizi al cittadino, da quelli all’infanzia e quelli degli anziani a quelli offerti ai giovani, alle politiche attive del lavoro. l’Amministrazione non può essere distratta, disattenta sul tema dei Servizi. Basti rilevare come le politiche sociali della città siano ridotte al lumicino sia in termini di personale ma anche di presenza progettuale, di raccordo con gli altri servizi territoriali per esempio quelli della ASP. Non è soddisfacente la cura e il decoro della città e la gestione del verde pubblico, la totale assenza di regole nel centro storico. E poi vi è il tema della legalità e del controllo del Territorio. Ho sentito il grido d’allarme lanciato dal mio amico Elio Piscitello presidente della Confcommercio su questo tema. I giochi d’artificio ormai leit motiv di ogni giorno sono un segnale inequivocabile di una città che appare non governata. Non voglio fare facile populismo però la voce del Sindaco dovrebbe essere su questo punto più chiara, più forte.

Nessuno interviene per dire di una proposta, di un progetto per il futuro di Siracusa. Siamo troppo scarsi o tutti pensano prevalentemente al loro lato B?

Scarsi non lo so. Però è vero che questo nostro atavico individualismo ci porta a non metterci in gioco strategicamente per il bene comune. Siamo diffidenti l’un l’altro, e soprattutto non sappiamo godere dei successi altrui e pecchiamo di assenza di riconoscimento dell’altro. Spesso  se si ha una idea, un progetto, li si  tiene per se stessi non li si condivide  e poi, magari si fanno  spuntare all’improvviso come i funghi perchè se se ne parla prima pubblicamente, si apre un dibattito stucchevole, pieno di diffidenze, di critiche strumentali. Chi non fa quasi mai nulla si ingegna in critiche violente e spesso immotivate. E invece dovremmo fare maggiormente Sistema, metterci maggiormente in rete, in relazione, condividere, supportare, sostenere. Nella società globalizzata da soli non si va da nessuna parte.

Qual è la proposta di Alessandro Zappulla per Siracusa?

Di professione faccio il sociologo e da anni lavoro presso il Servizio delle Dipendenze e sono il responsabile del Sistema Informativo. La mia formazione mi dice che proposte dettagliate (i così detti programmi tradizionali) non servono un granchè nell’attività di Governo. Le linee di azione generali si. Perchè costituiscono il criterio della tua azione, altrimenti rischi di essere in balia degli eventi.

Allora la mia proposta per Siracusa potrebbe essere costituita da 10 grandi linee di azione.

1. Siracusa Capitale del Mediterraneo: interscambi culturali, rapporti commerciali, trasporti, innovazione, Università del mediterraneo.

2. Intraprendere una sfida di competitività tra Siracusa e Catania. Questo è per me un Tema centrale. Siamo percepiti da Roma come succursale di Catania. Dovremo liberarci da questa cappa, da questa sudditanza che storicamente non ha giustificazioni ma è divenuta anche una sudditanza psicologica. Essere all’altezza di Catania per avere l’ambizione di superarla. Non possiamo aspirare a nessuno sviluppo strutturale autonomo se come città viviamo questa sorta di timore reverenziale nei riguardi di Catania. Ovviamente per questa battaglia occorre che ci sia un leader capace di federare, unire, chiamare alla sfida le migliori energie della città, capace anche di tessere alleanze oltre Provincia e oltre regione e anche estere.

3. Chiamare i nostri imprenditori a fare sistema. Progettare insieme. Fare delle nostre piccole e medie imprese il nostro nuovo Sistema industriale: lavorare per attrarre investimenti privati.

4. Turismo strutturale, organizzato, industriale...Con l’ambizione di competere con i grandi centri mondiali. Abbiamo le potenzialità, la materia prima. Anche in questo settore fare SISTEMA

5. Stimolare, incentivare, promuovere e tutelare le piccole attività di iniziativa privata nel campo commerciale, dei servizi alla persona e culturali con la clausola di inclusione. Bene la candidatura di Siracusa a Capitale italiana della Cultura 2024. Ma il Sindaco è proprio sicuro che  per il raggiungimento di questo obiettivo abbia chiamato tutte le migliori energie della citta? Io, con tutto il massimo rispetto per le realtà singole o associate da lui convocate, qualche dubbio lo esprimo.

6. Stimolare e promuovere la gestione privata dei beni pubblici, siti archeologici, culturali, ricreativi…con la stipula di chiare e rigorosi protocolli fra pubblico e privato. La gestione privata di un servizio pubblico non deve e non può essere intesa come gestione privatistica ma deve favorire la fruizione soprattutto della parte più debole della cittadinanza

7. Forte alleanza tra Città e Chiesa non solo in termini di spiritualità, di tradizioni religiose tipiche della storia della nostra città, di azioni a sostegno delle famiglie, ma anche una alleanza in termini di Turismo religioso. Anche questo settore deve essere messo a sistema.

8. Urbanistica, Lavori Pubblici, viabilità e decoro della Città. Riportare il mare a Siracusa: Sembra un paradosso e invece non lo è. Pensiamoci bene. Il mare puo’ e deve essere la via del nuovo sviluppo di Siracusa. La nostra è l’unica città di mare, per esempio che, a parte la marina,  non ha il suo lungo mare. Costituzione di una società a capitale privato con con partecipazione  pubblica che si occupi del rammendo urbanistico della nostra città e del suo decoro urbano prerequisito di una città che vuole essere turistica.

9. Sviluppo sistemico e relazionale delle Politiche sociali messa in connessione di tutti i Servizi alle famiglie e alle persone, i cosiddetti servizi di base e territoriali. Creazione di spazi sociali controllati e attrezzati di strumentazione comunicativa e moderna per bambini, ragazzi e giovani.

10. Rilancio dello Sport. Rilancio  della nostra cittadella dello Sport.

Mi aspetto critiche del tipo: non tutto è competenza del Sindaco! E’ vero ma il Sindaco è la massima autorità cittadina e dunque può intervenire per spronare gli altri Enti decisori, per stimolare l’azione della deputazione, può intervenire sui media per denunciare ritardi magari di una burocrazia lenta e inefficiente. Per esempio il Sindaco può avere un ruolo sulla soluzione da dare   Cinema Teatro Verga? Sul destino del Carcere Borbonico? O sull’Ospedale cinque piaghe di Ortigia? Può spingere sulla riapertura della Chiesa del Collegio? E potrei continuare.

Foti: Tu lo hai conosciuto bene, come lo vedevi e come lo vedi oggi che non è più tra noi?

Si, conoscevo Foti e posso dire bene. l’ho sempre rispettato, e ci sono stati periodi in cui ho condiviso con lui un percorso. Anche se non sempre ho condiviso le sue scelte e spesso ci siamo trovati su fronti opposti. Il nostro  rapporto  è cominciato nel lontano 1992. All’epoca ero un  giovane che cominciava a fare i primi passi nel mondo politico e nella Dc. Provenivo dal mondo cattolico di base e avevo un rapporto speciale con Mons. Sebastiano Gozzo essendo un membro della sua Comunità. Gino Foti questo lo sapeva benissimo. Io non ho mai fatto parte organicamente della corrente Andreottiana. Sono nato, politicamente, nella sinistra democristiana, tuttavia questo non ha impedito a Foti di avere con me un rapporto personale. Nel 1992 quando la DC, in piena tangentopoli, tentava le sue ultime azioni di rinnovamento, ero gia vice segretario del Partito con Sbona Segretario. Gino Foti valutò che fosse giunto il momento di azzerare tutte le strutture dirigenziali della Dc e così, in verità senza averlo discusso prima con me, e mentre mi trovavo a Roma per una riunione, mi accompagnò da Martinazzoli e mi fece nominare Commissario provinciale del Partito. Evidentemente gli servivo. Ero funzionale a un suo disegno. Voleva dimostrare che il rinnovamento del partito lo voleva davvero, ma soprattutto con questa decisione presa in solitaria volle lanciare un messaggio forte e chiaro a colonnelli e a tutta una classe dirigente  che magari aveva lucrato e beneficiato del rapporto con lui e che, visti i tempi, cominciava a prenderne le distanze. Ero giovane. Presi alla lettera quell’incarico e allora concepivo il rinnovamento della Dc come un cambiamento della classe dirigente del partito, soprattutto quella di mezzo, quella intermedia. E feci molti errori dovuti certo all’entusiasmo della mia giovane età di allora. Foti per decenni ha determinato, nel bene e nel male, la politica di questa Provincia. Conosceva uomini e cose, sapeva prendere per il verso giusto le persone secondo ciò che ognuno si aspettava e in questo era un grande maestro. A volte millantava se gli serviva. E quando doveva dirti ciò che pensava, decidendolo, sapeva essere chiaro, diretto con tutti. E’ stato un uomo di potere, senza alcun dubbio. E di lui è stato detto di tutto e di più. Ma ti posso assicurare che nessun politico,  di destra, di sinistra di centro, ha mai disdegnato di confrontarsi con Gino Foti, anzi di più. Molti che lo criticavano in pubblico, in privato cercavano di incontrarlo, di discutere e fare accordi con lui. Lo dico non per sentito dire, ma perché spesso a quegli  incontri, nella sua segreteria, al Jolly hotel, e persino a casa sua io c’ero.

Era, senza tema di smentita un punto di riferimento, probabilmente fino a quando ha gestito potere.  I suoi funerali non sono stati all’altezza del personaggio. Mi è dispiaciuto. Nessun politico più blasonato di me ha avuto il coraggio di prendere la parola per ricordarne la figura. Forse è il destino di chi ha tante persone attorno che lo  osannano, che lo seguono, magari lo temono, ma che ha  pochi veri amici. Ma questo Gino Foti lo sapeva benissimo.