Politica

MAURIZIO LANDIERI: CON LA PANDEMIA E’ USCITO IL PEGGIO DI NOI, IL POPULISMO CI HA MASSACRATO

Maurizio Landieri, siamo a marzo 2021 e Siracusa sembra tanto scolorita. Perché?

Sarebbe facile dire per la pandemia, e non sarebbe del tutto sbagliato, tra l’altro. Purtroppo ai tanti problemi della città si sono aggiunti gli effetti nefasti del COVID, con tutto ciò che esso ha comportato: economia in crisi, attività commerciali che chiudono i battenti, persone in sofferenza.

Veniamo al prestigio, quello di Siracusa rimane intatto nonostante un oggettivo degrado da quasi due lustri? 

Siracusa è sempre Siracusa, con la sua storia millenaria. Risorgeremo, ma sarà durissima, e non affatto indolore.

Perché, a tuo avviso, c’è questa mutazione genetica, anche nei siracusani, tutti odiatori, tutti cattivi, tutti vogliosi di far del male? 

All’inizio della pandemia dicevamo che ne saremmo usciti migliori, purtroppo così non è stato. Questo anno orribile ha fatto uscire il peggio di noi stessi. Diciamo che i buoni si sono dimostrati più buoni ed i cattivi sono peggiorati.

La pandemia ha colpito a morte anche la cultura, anzi forse la cultura è stata cancellata e gli incontri on line sono inquietanti più che interessanti. 

La cultura è stato il settore più danneggiato. I lavoratori del teatro, non solo attori e registi, ma tutto l’indotto, sono quelli che hanno patito di più, ma anche noi, i fruitori, abbiamo avuto un danno notevole. Cinema, teatri musei. Dove appassisce la cultura non fiorisce nulla di buono, tutt’altro.

Siamo una città senza consiglio comunale, una città che negli ultimi otto anni ha visto amministratori interessati da firme false e brogli elettorali. Quindi? 

Quindi si è creato un clima di sospetto, ci sono stati pronunciamenti dell’autorità giudiziaria, le cui sentenze vanno sempre rispettate. La mancanza del consiglio comunale, al di là delle ragioni e delle lamentele, è un vulnus della democrazia.

Teatro comunale, nuovo ospedale, bonifiche nel Petrolchimico.. 

Le incompiute decennali. Anche qui diamo la colpa al COVID, per l’ultimo anno, ma la città ha bisogno di ripartire con il Teatro, con il nuovo ospedale, con le bonifiche. Sarebbe una bella boccata di ossigeno per tutti, un forte segnale di speranza.

 Non rispettiamo i morti, vedi le condizioni disastrose del cimitero, ma non rispettiamo nemmeno i vivi vedi le condizioni delle strade cittadine, tutte ricche di crateri che mettono a rischio la sicurezza dei siracusani. Una volta si facevano le riunioni del comitatone per ipotizzare il futuro della città, oggi la politica è inesistente, si va avanti a casaccio e quindi male. 

Manca la partecipazione popolare. Le persone sono disilluse, afflitte da altri problemi, un po’ nauseate, anche. Difficile chiedere loro di appassionarsi alla politica. Al momento riuscire a sopravvivere è già un’impresa.

 E’ solo una questione di classe dirigente? Stiamo pagando il prezzo di un personale politico grillizzato, è solo un fatto contingente? 

Il populismo, il grillismo, hanno fatto danni enormi. Si è perso il senso della realtà. Ti faccio un solo esempio: la foto del Presidente Mattarella che si vaccina aspettando il proprio turno, seduto in mezzo agli altri cittadini. Tutti hanno gridato alla meraviglia, osservando un Capo di Stato che aspetta il proprio turno in mezzo agli altri. Io la trovo una cosa orrenda. Il Presidente della Repubblica non può essere considerato un cittadino qualsiasi, è il Garante Supremo dei nostri valori costituzionali. Mattarella andava vaccinato per primo, il 27 dicembre, il primissimo giorno. Uno non vale uno, non siamo tutti uguali. Dobbiamo partire con le stesse possibilità, ma qualcuno andrà più lontano di altri, per capacità o fortuna, ma andrà più lontano. L’idea che la casalinga di Voghera possa fare il ministro sta producendo danni enormi al paese. Il Presidente andava vaccinato subito ed in diretta per dare l’esempio. Ma se fosse accaduto, apriti cielo. Ci vorrà tempo per superare le aberrazioni introdotte da questa visione populista.

 Una pillola di saggezza anche per dare ai nostri giovani una speranza, qualcosa in cui credere… 

I nostri ragazzi hanno sofferto moltissimo la pandemia, la didattica a distanza, il non vedere gli amici. L’interruzione della didattica in presenza, delle relazioni sociali. Ciò avrà un effetto devastante sulla loro psiche. So che alcuni istituti scolastici hanno messo a disposizione degli allievi un supporto psicologico, cosa molto utile. Ai ragazzi mi sento di dire: non mollate, resistete, tutto passa, prima o poi. Non perdete mai il sorriso e la speranza. Il futuro siete voi, ne usciremo.