Politica

I BROGLI ELETTORALI CI SONO E AVEVAMO RAGIONE NOI A SCRIVERLO A GIUGNO 2020

Ecco quello che scrivevo il 7 giugno del 2020. Oggi, 18 marzo 2021,  alla luce della conclusioni delle indagini della Procura di Siracusa, con otto indagati per alterazione dei risultati elettorali, le considerazioni qui sotto magari verrano lette con una considerazione diversa.

Ecco l’articolo di giugno 2020:

La conferma di Francesco Italia sindaco di Siracusa non è una sorpresa. Nei giorni scorsi l’avevamo paventata. Francamente provo vergogna, tanta vergogna. Lo dico da cittadino informato che da due anni segue la vicenda dei brogli elettorali a Siracusa. Ho letto tutte le carte e dei brogli elettorali sono certo, anzi certissimo. E per la verità ne era certo anche il Tar di Catania che aveva annullato la proclamazione del sindaco Italia e del consiglio comunale. Ma il Cga di Palermo sulle competizioni elettorali è innovativo, magari dopo anni si capisce il perché, ma sorprende, è un dato di fatto.  Certo non sono un esperto, sono un cittadino e faccio il giornalista e cerco di farlo nella maniera migliore possibile e cioè scrivendo quello che succede. E a giugno 2018 alle amministrative di Siracusa è successo che ci sono stati brogli che hanno interessato migliaia di voti: ci sono stati verbali in bianco, preferenze cancellate e/o distribuite a tavolino, sezioni con 400 elettori dove sono venuti fuori 700 voti, e via di questa solfa, ma inutile dilungarmi, i siracusani hanno seguito anche loro e sanno bene che di brogli si tratta. Oggi il Cga invece dice cose diverse, in sintesi che nonostante tutte queste gravi  attività ratificate nero su bianco dal Tar di Catania, nelle elezioni è importante rispettare il volere degli elettori e per il Cga il volere degli elettori era quello di avere Italia come sindaco. E poi manca una prova. Quale prova? La prova che i brogli volevano alterare il risultato finale. Ma torniamo al Cga di Palermo che ha accolto il ricorso di Italia e bocciato la tesi di Ezechia Paolo Reale. Come dicevamo una sentenza di questo tipo era nell’aria, alcuni amici lo avevano detto e scritto chiaro, chi scrive lo paventava ma non poteva credere che tanti brogli potessero diventare acqua fresca visto che il Cga aveva intuito che mancava una prova e che il volere finale degli elettori siracusani fosse quello di votare Italia. Personalmente visti i 20mila voti di Reale al primo turno pensavo esattamente l’opposto. Ma sono solo un cittadino e un giornalista e non mi intendo di cavilli, perché i cavilli “di paternalismo giuridico”, direbbe un amico, sono  l’arma decisiva della vicenda. Brogli, schede mancanti, schede ballerine possibili, verbali in bianco e 74 sezioni elettorali inquinate non sono bastate ad annullare elezioni viziate. Elezioni dove, come è stato detto più volte, nessun siracusano ha la certezza che il voto espresso sia andato al destinatario da lui scelto. Ma tant’è, magari i giudici sanno meglio di noi che brogli o non brogli, l’intenzione era di votare Italia. Ci rimettono Siracusa e i siracusani, ma questo a chi di competenza interessa poco, praticamente nulla.

Salvo Benanti