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BROGLI, IL SINDACO SI DIMETTE? / PIPPO ZAPPULLA: DEMOCRAZIA PRECARIA, MA ITALIA NON LASCIA

Pippo Zappulla, la Procura di Siracusa ha concluso le indagini sui brogli alle Comunali del 2018. Ha accertato che su 30 indagati, 22 hanno fatto reato, ma è stato un reato lieve. Gli altri 8 invece hanno alterato i risultati elettorali insomma hanno perpetrato atti dolosi. Brogli anche clamorosi, come verbalizzare 800 voti in una sezione con soli 400 elettori. Il Tar aveva messo una pezza (annullamento della proclamazione di sindaco e consiglio comunale e ritorno al voto in 9 sezioni), il cga invece non ha battuto ciglio davanti agli atti dolosi di cui sopra e ha confermato sindaco Francesco Italia. Ora che succede? Italia visti i brogli accertati da una commissione prefettizia, dal Tar e oggi dalla Procura, non si dovrebbe dimettere?

“Non nascondo il mio sconcerto per una vicenda che tra sentenze e ricorsi ha posto sulle elezioni amministrative del 2018 ombre davvero inquietanti. L’autoscioglimento del consiglio comunale, in applicazione di una norma regionale schizofrenica, ha reso ancora più precaria e incerta un’intera legislatura ponendo oggettivamente sulla città e sulla sua gestione un vulnus democratico e di partecipazione a mio avviso gravissimo. E’ difficile non ammettere da qualsiasi collocazione politica lo si legge che Siracusa è una città dove la democrazia è’ precaria se non sospesa. Per quanto specificatamente attiene agli sviluppi ultimi giudiziari non ho, e non credo moltissimi di noi abbiano, allo stato piena contezza delle risultanze e dei reati contestati. Quindi nel pieno rispetto dello stato di diritto attendiamo con rispetto l’evoluzione delle vicende. Sul terreno invece più squisitamente politico, pur non essendo stata messa in discussione la validità dell’esito elettorale, io qualche riflessione me la farei. Se vengono contestati palesi violazioni di legge e di regole che intuisco hanno alterato il risultato almeno di quelle sezioni si pone un serio problema di legittimità politica. Io da romantico idealista, pur non avendone nessun obbligo sia chiaro, da tempo avrei scelto di ridare la parola ai cittadini. Ma voglio evitare richieste da parte mie ipocrite e pleonastiche: io non credo infatti che sfiori minimamente la testa del Sindaco l’ipotesi di rassegnare le dimissioni. Quindi non posso che ribadire, pur apprezzando il lavoro di alcuni assessori, la piena autonomia del mio piccolo partito dall’amministrazione Italia e rinnovo la richiesta di colmare per il tempo che resta la città di strumenti di maggiore partecipazione e democrazia. Insediare, per esempio, una sorte di Consiglio Comunale Straordinario dove chiamare a discutere e offrire proposte e orientamenti tutte le forze politiche, sociali e culturali mi e ci pare un’operazione di interesse generale al servizio dei diritti dei cittadini. Ma non nutro molta fiducia che avverrà”