Politica

AL GRANDE SALVO RANDONE PIACQUE MOLTO DISCUTERE COL GIOVANE SINDACO SPAGNA

1986 – SIRACUSA FESTEGGIO’ IL ‘SUO’ SALVO RANDONE

Si è inginocchiato davanti alla statua di santa Lucia in Duomo, ha voluto vedere il santuario della Madonnina delle Lacrime ancora incompleto, ha passeggiato a lungo per i vicoli di Ortigia e, ad ogni angolo, ha associato un ricordo di cose, persone, ambienti ormai scomparsi. Quella di Salvo Randone, 80 anni a settembre, non è stata una semplice passeggiata per le strade di una Siracusa domenicale, inondata di sole: è stata un percorso nella memoria e nei sentimenti, un tributo di amore del grande attore alla città dove è nato e dalla quale, tanti anni fa, si è separato, dicono con qualche “dispetto”. Parlando piano, per non affaticarsi, con un rispetto quasi sacrale per la voce che gli serve per dare anima ai suoi personaggi, Randone ha anche voluto sfatare questa leggenda di un suo disamore per Siracusa: “Non è vero” ha detto “che io me ne sia andato perchè non mi hanno offerto la direzione dell’ Istituto nazionale del dramma antico. Quella carica non mi interessava allora e non mi interessa oggi. Me ne andai solo per trovare altri spazi”. “Adesso poi” ha aggiunto “sono vecchio e stanco e non amo molto viaggiare. Per questo vengo qui solo di tanto in tanto, d’ estate”. L’ abbraccio tra Siracusa e Salvo Randone è avvenuto in un luogo deputato: il palcoscenico del teatro Vasquez dove l’ attore ancora una volta si è calato nei panni del protagonista dell’ Enrico IV di Pirandello. A salutarlo non c’ erano solo le autorità cittadine, gli amici attori venuti dal Teatro Stabile di Catania, con in testa il direttore artistico Mario Giusti, ma anche tanta gente a testimoniare di un legame solido tra i siracusani e l’ attore, a dispetto del tempo e della lontananza. E Randone, tanto schivo davanti alle cerimonie ufficiali che Andreotti una volta dovette rincorrerlo in camerino per consegnargli un premio, stavolta dopo la recita si è presentato sul proscenio per ricevere gli attestati “ufficiali” della stima e dell’ affetto della sua città. Sergio Pastore, presidente dell’ Unupadi, una associazione nazionale di autori e Corrado Cartia, animatore delle manifestazioni in onore dell’ attore, gli hanno consegnato una targa per i suoi sessant’ anni di teatro; mentre il sindaco di Siracusa, Fausto Spagna, gli ha regalato un calco in argento di una moneta antica che rappresenta la fonte Aretusa. Randone non ha tradito il suo stile essenziale: un “grazie”, un saluto appena accennato con la mano e via di corsa. Ma chi gli era vicino assicura di averlo visto commosso. E, uscendo da un clichè, forse ormai troppo usurato, di “orso del palcoscenico”, alla fine dello spettacolo il grande attore ha accettato l’ invito a cena rivoltogli da alcuni amici. E’ stato un Randone dietro le quinte assolutamente inusuale: disteso, allegro. Ha parlato molto col giovane sindaco di Siracusa e, alla fine, rivolto ai commensali, ha detto: “Visto che non è vero che non voglio parlare coi sindaci della mia città?” (guglielmo troina – Repubblica)