Politica

IL PORTO DI AUGUSTA E’ (QUASI) FUORI DAI GIOCHI. ANCHE LA CGIL ARRIVA IN RITARDO

Rep: Servono progetti certi, in avanzata fase esecutiva e velocemente  cantierabili. Altresì, occorrono  compartecipazione di risorse e valutazione credibile dell’impatto sulla crescita e sull’occupazione. Il tutto entro il 2026.  Un cronoprogramma stringente che non lascia spazio a  fraintendimenti ed ambiguità. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza( Recovery Plan) non ammette deroghe o ritardi.  Sparito dal radar della proposta nazionale di progettualità di ripresa, il Porto di Augusta rischia di andare incontro ad una sorte  di tempesta perfetta per la sovrapposizione fra la fragilità del proprio progetto di rilancio in chiave Hub, l’emergenza lavoro, il disaccordo Governo-Regione e il mancato coinvolgimento del territorio in tutte le sue articolazioni sociali, istituzionali, e imprenditoriali. La mancata realizzazione in tutti questi anni della connessione ferroviaria del porto con la rete regionale, l’assenza di coordinamento degli investimenti e l’inesistenza di adeguate infrastrutture dedicate allo scambio modale e all’interconnessione fra le reti, esprimono ritardi, disorganizzazioni e inefficienze tali da rendere marginale il Porto megarese nell’ambito delle nuove straordinarie risorse disponibili. Ma la madre di tutte le criticità è la situazione ambientale profondamente compromessa da oltre 25 anni di scarichi inquinanti nella rada e dalla sostanziale assenza delle operazioni di BONIFICA e di risanamento del fondo marino assolutamente necessario per raggiungere il pescaggio di almeno 20 metri di profondità necessario per accogliere le navi oceaniche e aprirne almeno un corridoio di transito. Una sconfitta  non solo di chi ha governato in questi anni  la politica portuale di Augusta ma, più in generale, di tutta la  rappresentanza politica del territorio incapace, su un tema strategico di tale portata, di fare squadra e di portare a casa il risultato. Ma esprime  anche la contraddizione  di un governo nazionale che prima non si fa carico delle istanze del territorio e dopo lo esclude per mancanza di requisiti. Tuttavia, al di là di ogni sterile localismo, si provi, se ancora in tempo, a costituire rapidissimamente,  una cabina di regia corale in grado di sostenere con forza la vocazione commerciale al Porto di Augusta e a ricentralizzare a livello nazionale l’attenzione sulla rilevanza geo-strategica del Porto.

Il Segr. Gen. CGIL Sr

Roberto ALOSI