Politica

FLORIDIA / CARIANNI, IL NUOVO VALENTINO CHE VINCE SULLA STORIA

La città ha deciso e si risveglia oggi con un nuovo sindaco.

Marco Carianni vince con 5002 voti su Salvo Burgio che riporta 3492 voti, con una differenza di 1510  preferenze sul vincitore.

Quella che si è conclusa è stata una campagna elettorale  anomala.

Anomala perché, a fronte della fiumana di candidati alla carica di sindaco e di consigliere comunale, si è assistito a un significativo assottigliarsi della partecipazione democratica della comunità, come testimonia la bassa affluenza alle urne, che ha visto 12002 votanti (59.79%)  al primo turno, e 8768 votanti (43.68%) al secondo turno, su una base di 20073 elettori. Non vince soltanto Caranni, dunque, ma anche la sfiducia cittadini nella politica, che registra la percentuale più bassa della storia elettorale floridiana negli ultimi ventisei anni.

Ma questa campagna elettorale è stata anomala anche perché i simboli dei partiti sono stati sbandierati come vessilli di case regnanti ormai inesistenti nelle periferie dell’Impero, dimostrando la loro inutilità in termini di aderenza ai territorio e in termini di proposte politiche convincenti, mostrando tutta la loro impotenza nei confronti delle nuove espressioni della rappresentanza costituite da gruppi e da movimenti autoreferenziali che si coalizzano attorno a reti relazionali  corporative o  agglutinate in un familismo ancora resistente nei piccoli centri.  Sono queste nuove aggregazioni ad avere  intercettato il consenso di cittadini delusi e rancorosi, alla ricerca di una proposta politica nuova e antagonista al passato.

A Floridia, dicevamo,  ha vinto Carianni. Ed ha perso sia il centro-sinistra che il centro-destra.

Carianni vince perché incarna il mito del giovane coraggioso, audace, appassionato che sfida il vecchio regime. Una sorta di novello Cesare Borgia, quel Valentino metà volpe e metà leone che Machiavelli ha reso immortale nel settimo capitolo  de Il Principe quale simbolo di astuzia, spregiudicatezza e vitalità.

Carianni vince intercettando il voto di quella nebulosa populista che, sganciata dal movimento Cinquestelle che non ha presentato alcun candidato, è libera di votare per il candidato che si identifica come unico antagonista al vecchio sistema.

Carianni vince anche per  un formidabile assist strategico fornito dal partito di Renzi rappresentato a Siracusa da Giovanni Cafeo e grazie ad una campagna mediatica di sistematica denigrazione dell’avversario e di disinformazione alla Trump, che ha fatto il resto demolendo l’immagine dell’avversario.

Carianni vince, in ultima analisi, anche e soprattutto per gli errori strategici della coalizione opposta, come dimostrano i 1510 voti di differenza fra Carianni e Burgio: una differenza che una forte alleanza tra componenti di centro-destra al ballottaggio avrebbe quasi sicuramente potuto colmare.

Il centro-destra perde perché paga le divisioni feudali a livello regionale e provinciale in atto, la scollatura insanabile dall’elettorato ed una velleitaria quanto vanitosa fregola da primadonna che ha portato ad avere ben cinque candidati di centro-destra.

Il centro-sinistra perde per le mire da shakespeariano Riccardo II dell’ex sindaco Scalorino, il quale, durante tutta la campagna elettorale, ha quasi fisicamente sostituito la candidata ufficiale Claudia Faraci dando la generale impressione di essere lui il vero candidato: la qual cosa ha suscitato non poca confusione, se non vero e proprio fastidio ed irritazione nell’elettorato di sinistra che, tuttavia, ha premiato lo sforzo immane compiuto dalla candidata, sostenuta da una squadra di giovani seria e preparata e da un valido programma politico.

La novità di queste elezioni è rappresentata da un consiglio comunale quasi interamente rinnovato. Segno, quest’ultimo, che fa ben sperare in un cambiamento che chiuda definitivamente con le vecchie logiche di parrocchie e di consorterie vigenti sino alla precedente legislatura. Un consiglio giovane, dalla fisionomia variegata, che darà a Caranni la sua maggioranza con ben dieci membri. 

Forte di questa maggioranza e di una squadra assessoriale promettente, a Carianni spetta ora il compito di interpretare quella rottura con «la continuità con il passato» teorizzata in campagna elettorale e di realizzare la sua idea di «cambiamento».

Cambiamento che, a nostro modesto parere, deve passare necessariamente attraverso tre momenti della sua azione: riqualificazione e  rigenerazione del territorio attraverso una seria politica di progettazione; un intervento competente sul bilancio unito alla razionalizzazione della macchina amministrativa; il raggiungimento di una equità fiscale.

La nuova amministrazione dovrà farsi carico nel medio termine di affrontare questi nodi cruciali e avviare la loro soluzione.

Altrimenti, tornando a Machiavelli, «non si tratterà per [i Floridiani] di essere a favore o no del Valentino, ma di stabilire cosa fare contro di lui».

Ovvero, tornare alle urne.

                                                                                                            Salvo Sequenzia