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MAURIZIO LANDIERI: LA VECCHIAIA E’ MALATTIA “C’AMMISCA”, TUTELIAMO I NOSTRI ANZIANI

Maurizio Landieri, è presto per fare un’analisi di carattere generale, parliamo quindi sui dati che abbiamo, su quello che stiamo vivendo. A braccio, cosa sta mancando a Siracusa in questa situazione di assoluta emergenza?

Credimi, non lo so. Ci siamo trovati in mezzo ad una guerra, che ci ha sorpresi tutti. Stiamo cercando di reagire, e di vincere questa guerra. Oggi è il momento di combattere uniti contro  un nemico infimo e crudele. Le analisi le faremo dopo, a guerra finita. Oggi è importante vincere, ed ognuno deve fare la propria parte.

Si può dire che a livello locale si è registrata inizialmente la stessa sottovalutazione superficiale del governo con il premier Conte che diceva “solo allarmismi, un contagio di corona virus in Italia è una ipotesi estremamente remota”..

Si può dire. Ma la stessa cosa vale per Trump, per Macron, per la Merkel, per la Gran Bretagna. Abbiamo sottovalutato tutti il problema. E noi cittadini siamo stati disorientati. Abbiamo assistito a litigi tra eminenti scienziati, tra chi diceva che la normale influenza è molto più pericolosa e chi lanciava inascoltate grida d’allarme. Anche in questo caso le analisi le faremo dopo, a bocce ferme.

La distinzione “anziani a rischio” e “giovani praticamente immuni” è stata una brutta pagina o è qualcosa di più a livello culturale?

C’è un detto siciliano che dice che la vecchiaia è malattia c’ammisca. Gli anziani sono una risorsa insostituibile, spesso sono l’unico ammortizzatore sociale dei giovani. I miei genitori ed i miei suoceri hanno cresciuto le mie figlie. Vanno messi in sicurezza, prima di tutti gli altri.

Don Rosario Lo Bello e la sua parrocchia di San Paolo non si sono fermati un solo giorno. Un punto di riferimento per Siracusa

Non solo lui e la sua parrocchia. E’ una guerra, e c’è una trincea, fatta di medici, di personale sanitario, ma anche di coloro i quali lavorano nei supermercati, che trasportano le merci necessarie, la Protezione civile, chi fa le pulizie negli ospedali, chi continua a garantire servizi essenziali. A tutti loro semplicemente GRAZIE.

Personalmente penso che i siracusani sono stati e sono grandi in emergenza di corona virus. Sono tornati ad essere comunità pur essendo palesemente senza guida alcuna

Guarda, in questo momento voglio dire grazie a chiunque abbia una responsabilità, nella nostra comunità, indipendentemente dal partito o dalla colorazione politica. Grazie al Governo centrale, ai governatori, a Musumeci, al sindaco Italia. Le loro, in questo momento, sono poltrone che scottano, hanno la responsabilità della nostra salute. Musumeci ha chiesto l’esercito, si sta facendo in quattro. Francesco Italia sta facendo il possibile, lo hanno visto alla stazione quando sono arrivati i treni dal nord. Davvero, per adesso grazie a tutti. Le analisi e le pagelle, i promossi ed i bocciati solo alla fine.

Finalmente in Lombardia, mentre facciamo questa intervista, sembra che ci sia una piccolissima schiarita, ma sempre con troppi morti

Guarda, ho una carissima amica, siracusana, che vive nel bergamasco, la chiamo spessissimo. Noi qui non abbiamo idea di quel che succede in Lombardia. Mentre noi cantiamo nei balconi, da quelle parti, gli unici rumori che si sentono sono quelli delle ambulanze che vanno a prendere i malati. Un rumore continuo di sirene, noi non abbiamo ancora capito cosa sta succedendo lì.

Le polemiche politiche nazionali continuano nonostante centinaia di morti

Bruttissimo segnale. Ma noi siamo il paese dei guelfi e dei ghibellini, di Coppi contro Bartali, di Mazzola contro Rivera, non mi sorprende, siamo fatti così, siamo italiani, nel bene e nel male. Mi piace citare Sergio Marchionne, che diceva che noi dovremmo vergognarci molto ma molto meno, ogni tanto, di essere italiani, perché alla fine siamo sempre la culla della civiltà.

Se solo avessimo già avuto a Siracusa il nuovo ospedale di secondo livello

Non lo abbiamo. Quando tutto questo sarà finito dovremo rivedere tutto, la nostra sanità, le priorità di questo paese, la scuola, la ricerca, l’università. 

Ma la giustizia che si ferma, il tribunale sostanzialmente chiuso, cosa succederà in termini concreti per migliaia di persone che vivono l’incubo di un processo penale..

Questo paese uscirà a pezzi da questa storia, ci vorranno anni per ricostruire ciò che un nemico invisibile sta distruggendo. Pagheremo carissimo tutto questo.

Il Corona virus cosa cambierà nelle nostre abitudini? Nelle nostre convinzioni? Cosa ha cambiato nella vita di tutti i giorni e cosa ha cambiato nella tua vita?

Confucio diceva che abbiamo tutti due vite, la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una. Ecco, in momenti come questi forse l’insegnamento migliore sarà questo. Forse ci renderemo conto che abbiamo messo da parte troppi valori, ed è il caso di tirarli fuori nuovamente.