Politica

COME I MANIPOLATORI DELLA MENTE FANNO STRAGE DEI PICCOLI “BISOGNOSI”

Soprattutto nei piccoli centri del Sud, bisogna sempre tener conto dell’interdipendenza e ancor più della compromissione sociale. Cosi come bisogna tener conto dei gruppi cosiddetti “elitari” generatori di quelle condizioni, dei ceti che rappresentano la locale intellighenzia nella sua accezione più negativa e in particolare se inopinatamente detengono anche il seppur temporaneo potere politico. Bisogna farlo perché quei gruppi sociali generatori di tutte queste interdipendenze e compromissioni determinano anche il più subdolo e becero comportamento in chi ne fa parte e ancor di più in chi ne è afflitto, consapevolmente o meno, liberamente o meno, financo senza esitare a rendersi complice o direttamente primo attore delle azioni più infime; anche nei confronti di chi gli vive accanto, se questo gli può garantire, illusoriamente o meno poco conta, la sua tutela, appunto, sociale o addirittura la garanzia di un suo posto, spesso qualunque sia, anche solo nell’ambito perimetrale di queste cerchie di temporaneo potere.

Chi sceglie liberamente di farne parte però non sa, non è consapevole che in questo tipo di aggregazioni sociali nelle comunità del Sud è sempre esistita ed esiste ancora quella ristretta cerchia di eletti, di ottimati per grazia spesso ereditata e dal fare massone che menano le danze indisturbati di fronte a cotanta ignoranza dei loro astanti e spesso anche uditori. Quel ristretto manipolo di feudatari manovratori di menti – per fini propri, mai eticamente lodevoli – di quelli che il più delle volte si possono definire accoliti “bisognosi” più che soggetti attivamente partecipi.

Non consapevoli, ma qualche volta pur consapevoli, si prestano subordinatamente ai loro dettami subdolamente trasmessi preferibilmente attraverso furbi ammiccamenti o le loro solite “mezze parole” e, se non basta, vengono presi con un “affettuoso” braccio sulle spalle e gli viene sussurrato all’orecchio imboccato col cucchiaino ciò che non riescono a elaborare con la loro ignoranza. L’anticamera del pensiero mafioso.

E si possono vedere, se si è svegli e attenti osservatori si possono vedere, lì anche in fila col metaforico piattino in mano, e mica poi tanto metaforico, a infoltire le questue soddisfacenti dell’ego di cotanti satrapi, ai quali “giurano” se stessi e perfino le loro famiglie e i loro amici, ai quali si piegano giunchi e spesso genuflettendogli perfino le loro stesse povere menti riarse nelle insolvibili secche intellettuali dove lasciano rattrappire la libertà personale e sociale. Questi peggiori non capi popolo ma capi solo di se stessi, questi spesso urlanti “…a tia cu l’ovu!” di cui col tempo ne hanno fatto arma suadente della volontà altrui; ai quali tutt’intorno si possono vedere zampettanti quelle povere menti sulle cui spalle si lasciano poggiare le azioni soddisfacenti poi solo quegli stessi farisei a cui si sottomettono; per i quali spingono spesso alacremente obbligandosi insolubili spingitori. Si, di tutto questo bisogna tener conto… e di fronte a tutto questo bisogna sempre essere presenti, presenti a se stessi, alla propria morale. E di più all’etica, dalla quale bisogna lasciarsi impedire ogni sottomissione!

Salvo Cultrera