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PER NON DIMENTICARE LA SHOAH, LA MEMORIA E’ L’ANTIDOTO ALL’ODIO

Rep: È anacronistico addossare le colpe dell’odio razziale agli Ebrei e incolparli di vittimismo. Eppure la realtà è proprio questa. Sono sempre gli Ebrei alla base di ogni discordia, di ogni conflitto religioso e sembra siano ancora loro a generare quel clima di odio e di separazione e divisione con un netto  ritorno in tutto il mondo,  della formazione di gruppi antisemiti, svegliando risentimenti ancestrali di odio e razzismo che nessuno finora ha saputo sopire. Si respira così un clima di intolleranza verso gli ebrei, un’intolleranza che risale praticamente da sempre e resa sempre più viva da fatti e avvenimenti che  diuturnamente  generano e sfociano in conflitti.

Le colpe degli Ebrei sono ataviche e le cause sono tante e diverse. Una cosa è certa, le differenze ebraiche/cristiane sono tali da pregiudiziare un aleatico cammino che ha portato per millenni all’ abnegazione di tutto un popolo. Ma perché gli Ebrei? Da studi effettuati si sa che questo popolo aveva  un atteggiamento di superiorità verso lo straniero, sebbene la Bibbia avesse prescritto il rispetto di tutti. Giovenale, poeta latino, ricorda che gli ebrei erano soliti non rivolgere la parola a quelli che non appartenevano al proprio popolo, e per questo furono apostrofati uomini dal carattere scontroso e altezzoso, così come ricorda pure l’apostolo Paolo. E ancora, gli Ebrei erano coloro che avevano giudicato e messo in croce Gesù e questo costituiva una grave colpa agli occhi dei cristiani. E ancora, sempre gli Ebrei,  avevano disubbidito la chiesa che aveva decretato di non toccare ogni tipo di moneta, fonte primaria di peccato e di lussuria.  Ma essendo gli Ebrei per lo più  banchieri e mercanti e per cui l’uso della moneta era necessario, non toccarla non era proprio possibile e così, ancora una volta contravvenivano alle leggi cristiane. Tra l’altro questo popolo vietava i matrimoni misti, specie con i cristiani, pena la morte. Insomma, tante le differenze che hanno portato a  un’incompatibilità tra le due religioni sempre più marcata, sempre più pressante.  Un popolo dalla profonda identità religiosa e culturale, quello ebraico, che di sicuro avrà dato fastidio, ma ciò non può giustificare quello che tutto il mondo conosce e che costituisce un capitolo per cui vergognarsi. Parliamo dei campi di sterminio, genocidi, deportazioni e noi, eredi o vittime di questa complessità, abbiamo il gravoso compito di richiamare alla memoria la brutalità con cui sono stati trattati gli Ebrei, ricordandoli nella giornata loro dedicata, il 27 gennaio, la giornata della Shoah.

La storia, lo sappiamo bene, emette sentenze implacabili da cui non possiamo esimerci, ma spetta a ciascuno  trovare un dialogo, un’intesa duratura che vada bene per tutti, affinché non si debba dire che sei milioni di ebrei siano morti inutilmente. Come acclara lo storico Marcello Pezzetti, la memoria è l’antidoto all’odio, perché l’antisemitismo è un fiume carsico: quando crediamo che non ci sia, è soltanto perché scorre sotto i nostri piedi e lo vedremo riaffiorare. Historia docet!

Graziella Fortuna