Politica

UNA VILLETTA NO! LA FUGA DEL REVERENDO PADRE UGO

Di recente abbiamo parlato dell’ultimo eremita dei nostri giorni, che, dietro l’esempio di tante altre persone amanti della solitudine e della preghiera, hanno deciso nel passato di abbandonare il mondo e andarsene a vivere in luoghi romiti, inaccessibili; parecchi anche in una delle tante grotte del territorio siracusano, come San Corrado, fuori Noto, e il servo di Dio Giuseppe Bianca detto il Veneziano (a Grottasanta ).

Abbiamo dedicato la nostra attenzione anche a chi oltre dieci anni addietro, venendo dal Belgio, scelse una grotta nelle vicinanze di Rigolizia e Castelluccio, tra Noto e Palazzolo. Abbiamo parlato della santità e della cultura di P. Ugo e abbiamo anche detto che in questi ultimi tempi si è sparsa la notizia che egli ha deciso di abbandonare quella grotta e di tornarsene al suo paese. Che abbia abbandonato la grotta è vero; che sia tornato in Belgio, abbandonando il nostro territorio, non pare che sia proprio vero!…Si dice che, era effettivamente amareggiato di quanto era successo alla Rigolizia, che veniva continuamente disturbato dalle numerose visite che riceveva, sia da autentici fedeli che gli portavano qualche alimento e ne ricevevano la saggia parola, sia pure da curiosi e semplici escursionisti che ne avevano oramai fatto, addirittura, un luogo di bivacco. Pertanto aveva deciso di abbandonare quel sito non più adatto alla sua vita di preghiera, solitudine e meditazione, non certamente perché si fosse stancato di fare l’eremita….

Tutt’altro: si era stancato di non poter fare più l’eremita come desiderava lui, cioè in perfetta segregazione dai rumori, dai contatti del mondo, e in contemplazione. Si dice, dunque, che P. Ugo non sia andato via ma che abbia cercato una grotta veramente da eremita, dove vivere veramente segregato dal mondo senza che nessuno più lo sappia e lo cerchi….Ma perchè quella grotta non era più adatta al suo desiderio di eremitaggio? Siamo stati curiosi pure noi e ci siamo recati sul posto, armati di macchina fotografica e telecamera, sotto la guida dello stesso scultore, già rilevatore della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Siracusa, Franco D’angelo, che lo conobbe fin da quando curò gli scavi di Castelluccio. Il reverendo P. Ugo aveva pienamente ragione! Quella non è più una grotta (come si può constatare dalla foto) : ha invece tutta l’apparenza d’una villetta, d’una specie di chalet, con tanto di piattaforma su cui poggiano diverse stanze con numerosi infissi in vetri, con tanto di tetto ben tegolato, con tanto di camino ( di fronte abbiamo notato un deposito per la legna costruito in modo così indecente che è un vero pugno in un occhio!….) con tanto di cisterna e addirittura di gebbia di alcuni metri cubi, con relativa tubatura ben esposta alla vista dell’inorridito naturalista , ma che dire naturalista, del visitatore comune che si domanda 54come mai la Sovrintendenza (il dott. Giuseppe Voza ci dicono che abbia la sua dimora estiva non molto lontano, sempre a Rigolizia….) lo abbia permesso! Ma la domanda più grave ce la facciamo noi adesso: orac he l’eremita non c’è più, che ce ne facciamo di questa villetta che non dà assolutamente l’impressione di essere una grotta, anche se questa sarà rimasta all’interno della costruzione ultrabusiva? Intanto abbiamo notato che in una delle finestre è stato rotto un vetro, per potere sollevare il chiavistello ed entrarvi comodamente. E’ il posto ideale sia per i drogati, sia per chiunque voglia trascorrervi delle ore, l’intera nottata, in … buona compagnia! Anche d’inverno, anzi specialmente d’inverno, visto che vi è il riscaldamento e vi è meno possibilità che vi venga più qualche altro per… devozione, è molto adatta per le relazioni intime e non certo per gustare la vista dello scenario naturale così deturpa-to!Come mai Legambiente e simili associazioni che tanto sono interessate alla salvaguardia dell’ambiente non vi sono mai andate a visitare il “ salotto” e non la grotta dell’eremita? E adesso che noi gliel’abbiamo indicata e abbiamo esternato la nostra perplessità, che cosa faranno?Ce lo domandiamo con viva curiosità…. Deluso per non averlo potuto conoscere, ho pregato la mia guida, il signor Francesco D’Angelo, di condurmi a visitare almeno Castelluccio, che non dista molto dalla grotta di P. Ugo ed è un sito archeologico che vale proprio la pena andarci. Era, infatti, uno dei baluardi di Siracusa antica contro gli assalti che prevenivano dal sud, cioè i Fenici e i loro alleati della Sicilia Occidentale, come gli agrigentini. Gli altri erano quelli che prendevano il nome da castrum, cioè castello, come Casmene, Casasia, e appunto Castelluccio, costruiti su alture. Castelluccio doveva essere il baluardo più importante, anche perché il più vicino a Siracusa: gli altri due sono fuori della provincia di Siracusa. Da Castelluccio prende il nome anche un periodo della preistorica per cui molti e molto importanti sono i reperti che vi sono stati trovati, tra cui delle tombe particolari, dalle caratteristiche forme della loro chiusura, di cui però parleremo in seguito, quando descriveremo ampiamente il Museo Paolo Orsi Che a Castelluccio non vi era custode il signor D’Angelo lo sapeva bene e sapeva anche a chi andare a chiedere la chiave del cancello di entrata. Non è stato difficile andarlo a trovare in casa e farsela dare. Per andare a visitare gli altri due baluardi, Casmene, sulla strada Buccheri-Giarratana, e Casasia non distante da Monterosso, ho avuto bisogno di un altro amico del luogo, che mi ci ha accompagnato volentieri: e ne valeva proprio la pena!