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ITALGAROZZO SI AUTOCELEBRA SULLA PULIZIA DI FONTE ARETUSA. ASPETTIAMO L’INGHIPPO

Rep: Concluso l’intervento di adeguamento strutturale e funzionale del sito, la Fonte Aretusa apre al pubblico il prossimo 6 agosto con un percorso di visita che consente di ammirarne dall’interno la bellezza, accompagnati dalle voci italiane di Isabella Ragonese, Sergio Grasso e Stefano Starna. L’audioguida è disponibile anche in lingua inglese, francese, spagnola e cinese. Il percorso di visita restituisce l’emozione di un “viaggio” accanto allo specchio di acqua dolce popolato dai papiri nilotici e da animali acquatici, donati dai siracusani come devozione a una mitologia lontana dalle moderne religioni, superando le difficoltà di accedervi e permettendo di compiere una specie di percorso devozionale in piena sicurezza. È il primo risultato del progetto di valorizzazione elaborato da Civita Sicilia come concessionario del Comune di Siracusa con la collaborazione della Fondazione per l’Arte e la Cultura Lauro Chiazzese. Il progetto, elaborato e diretto per la parte architettonica da Francesco Santalucia, Viviana Russello e Domenico Forcellini, ha visto la collaborazione della Struttura Didattica Speciale di Architettura di Siracusa e si è avvalso della consulenza scientifica di Corrado Basile, Presidente dell’Istituto Internazionale del papiro – Museo del Papiro. “L’apertura della Fonte Aretusa è un traguardo a cui guardavo da tempo – afferma il Sindaco di Siracusa Francesco Italia – Attraverso un bando pubblico abbiamo individuato un partner privato serio e competente come Civita, insieme al quale tra pochi giorni renderemo visitabile per i cittadini e i turisti un luogo simbolo dell’identità siracusana. Nell’attesa, tutti possono già ammirare i primi risultati guardando i papiri della Fonte riportati a nuovo splendore con la consulenza di Corrado Basile. Il prossimo passo sarà la riapertura dell’Acquario comunale”. Da oltre duemila anni, la Fonte Aretusa è uno dei simboli della città di Siracusa. Le acque che scorrono nel sottosuolo di Ortigia, ragione prima della sua fondazione, ritornano in superficie al suo interno, dove il mito vuole che si uniscano a quelle del fiume Alfeo in un abbraccio senza tempo. È un mito straordinario, cantato nei secoli da poeti, musicisti e drammaturghi. La storia di Aretusa e Alfeo è una storia d’amore, inizialmente non corrisposto, tra una ninfa e un fiume che inizia nella lontana Grecia e trova qui il suo epilogo, simbolo del legame che esiste tra Siracusa e la madrepatria dei suoi fondatori. Ma la Fonte Aretusa è anche il luogo nelle cui acque, nel corso dei secoli, filosofi, re, condottieri e imperatori si sono specchiati e genti venute da lontano, molto diverse tra loro, sono rimaste affascinate, anche attraverso le numerose trasformazioni del suo aspetto esteriore. La Fonte ospita da millenni branchi di pesci un tempo sacri alla dea Artemide e, da tempi più recenti, una fiorente colonia di piante di papiro e alcune simpatiche anatre che le valgono il nomignolo affettuoso con cui i Siracusani di oggi talvolta la chiamano, funtàna de’ pàpere. Dalla Fonte si gode un tramonto che Cicerone descrisse “tra i più belli al mondo” e la vista del Porto Grande dove duemila anni fa si svolsero epiche battaglie navali che videro protagonista la flotta siracusana e dove le acque di Alfeo e Aretusa si disperdono nel mare in un abbraccio eterno. “Avere condiviso con il Comune di Siracusa il progetto di valorizzazione della Fonte Aretusa ci riempie di orgoglio e di emozione – ha dichiarato Renata Sansone, Amministratore Delegato di Civita Sicilia siamo entrati in questo monumento simbolo in punta di piedi per il grande valore che esso rappresenta e con il contributo di straordinari professionisti e maestranze del territorio oggi lo rendiamo fruibile e accessibile ai cittadini e ai viaggiatori. È la missione del Gruppo Civita, tesa a valorizzare il proficuo – e a nostro modo di vedere essenziale – rapporto tra pubblico e privato nell’ambito della valorizzazione dei beni culturali.” “Aretusea” è la definizione della città di Siracusa che riconosce nel mito del ricongiungimento simbolico tra Alfeo ed Aretusa, il ricomponimento della frattura tra colonia siracusana e madre patria corinzia; servì a spiegare il “miracolo” della presenza dell’acqua dolce nell’isolotto di Ortigia ma tanta rilevanza ebbe la presenza di queste fonti di acqua dolce per la città, da farne inglobare una nella torre ovest del Castello di Federico II, detto castel Maniace e chiamarla nella memoria collettiva “ Bagno della Regina”. L’importanza militare della fonte è testimoniata dalle rappresentazioni in stampe che mostrano sempre un alto muro posto tra la fonte e il mare per nasconderne la vista ai naviganti, importanza testimoniata anche da Orazio Nelson che attribuiva alla Fonte, una parte del merito della vittoria della sua flotta contro quella di Napoleone. Inglobata nelle fortificazioni volute da Carlos de Grunemberg alla fine del XVII secolo, col nome di forte campana o della campana perde ogni connotato popolare all’inizio del secolo scorso ma diviene simbolo siracusano e attrazione turistica. “Si recupera l’Anima di un luogo che è soprattutto Mito e Patrimonio immateriale – ha affermato l’Assessore alla Cultura del Comune Fabio Granata – Auspico che Civita possa adottare anche lo splendido giardino botanico degno del Grand Tour e la Fontana degli Schiavi. Una pagina di rigenerazione culturale della nostra Siracusa”.

 

Tutto bello, tutto bene. Uomini di cultura coinvolti, Italgarozzo e Granata che come sempre si autocelebrano, la valorizzazione di fonte Aretusa e la prossima riapertura anche dell’acquario comunale, E’ tutto ok. Solo che Italgarozzo e Granata sono quelli degli inghippi: l’affidamento di casetta Minniti ai loro sostenitori della Pro Loco, l’affidamento dell’ex convento San Francesco all’amico personale di Granata, quello delle sculture false di Giacometti, visto che noi crediamo ai carabinieri, i contributi solo per gli eventi di amici etc etc etc. Ecco, per Fonte Aretusa e acquario comunale va tutto bene. Ci aspettiamo naturalmente l’inghippo che al 99 per cento ci sarà. Se così non fosse pronti a chiedere scusa, ma l’inghippo quelli di Italgarozzo ce l’hanno nel dna. Ci sarà. Aspettiamo.