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ALESSANDRO BIAMONTE: A PRIOLO NO DISMISSIONI, DOBBIAMO INVECE FARE RETE INSIEME AL SINDACO GIANNI

Alessandro Biamonte, che ha fatto il comune di Priolo negli ultimi 20 anni contro l’aria inquinata?

Alcune azioni sono state intraprese ma penso che si poteva e si può  fare molto di più, bisogna essere più incisivi e concreti. Sarebbe stato opportuno farsi affiancare da un esperto di comprovata esperienza in problematiche ambientali, rafforzare l’ufficio ambiente del comune, effettuare più controlli sullo  stato degli impianti sul piano industriale e sul piano delle manutenzioni. Il fatto che siano non normati alcuni inquinanti non significava che non bisognava  fare nulla, occorreva proporre un protocollo, stabilendo un limite agli idrocarburi non metanici.La storia è sempre uguale non ricordo nessuna  richiesta al Ministero per un aggiornamento dei parametri, così da poter fornire all’Agenzia ulteriori strumenti anche normativi, in modo tale da  agevolare l’azione di controllo e di prevenzione in un’area particolarmente delicata come quella della provincia di Siracusa. Il problema quindi assume  soprattutto un risvolto nazionale, con impegno di tutti, in primis del presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro all’Ambiente. Ripeto l’unica formula possibile che conosco è di essere determinati e determinanti nei tavoli AIA, lavorare per sottoporre alle aziende prescrizioni più vincolanti senza concedere ulteriori proroghe all’adempimento delle stesse, prescrizioni ben precise. Come già detto più volte è mancata la richiesta a gran voce di nuove norme per arginare il problema dell’inquinamento,  sarebbe stato utile  intestarsi la battaglia per la vita coinvolgendo  i cittadini e i comuni ad alto rischio ambientale per  presentare  un disegno di legge di iniziativa popolare per  modificare il decreto legislativo 155/10 inserendo anche le sostanze al momento non normate ma che sempre con maggiore frequenza sono protagoniste delle molestie olfattive che colpiscono le città del quadrilatero industriale. È mancata L’ISTITUZIONE DI UN NUMERO VERDE per i cittadini, ove poter chiamare 24 ore su 24 per tutte le emergenze industriali, inclusa L’ATTIVAZIONE DI UN  NUCLEO DI CONTROLLO NOTTURNO DELLA  PROTEZIONE CIVILE.

Più volte in passato ho chiesto di intraprendere un’azione legale nei confronti della aziende del petrolchimico per tutti questi danni subiti dalla popolazione priolese  per le paure, per le notti passate in bianco a causa dei fuori servizio, per i continui rumori, per tutte le volte che i cittadini sono stati costretti ad abbandonare la propria casa, per la paura che vive quotidianamente un genitore per la salute del proprio figlio, per le proprie abitazioni che valgono sempre meno. Numerose sentenze per cui i cittadini sono stati risarciti per il determinarsi del patema d’animo. In una di queste sentenze, per l’esattezza la n.11059/2009, è stato riconosciuto il “danno non patrimoniale per il patema d’animo indotto in ognuno dalla preoccupazione per il proprio stato di salute”.

Detta sentenza è stata pronunciata dalla terza Sezione civile della Corte di Cassazione che si è occupata della vicenda di 86 cittadini residenti vicino all’impianto di Seveso da cui fuoriuscì (circa 33 anni fa) una nube tossica composta da diossina. Con detta sentenza la Corte ha riconosciuto un risarcimento di 5 mila euro a ciascun cittadino.

Qual è il rapporto vero delle istituzioni priolesi e le aziende del Patrolchimico?

Penso al rapporto che dovremmo instaurare adesso  se da una parte chiediamo più rispetto per la  salute dell’essere umano e dell’Ambiente allo stesso modo dobbiamo garantire burocrazia snella risposte certe e  veloci.

Premesso che sono stato uno dei fautori della battaglia contro la costruzione del rigassificatore  ma ritengo inopportuno e demoralizzante dare il diniego a costruire dopo anni  creando notevole dispendio economico inoltre vanno affrontate le problematiche legate al piano paesaggistico e agli strumenti urbanistici non conformi molte volte  alle esigenze del territorio per non parlare della perimetrazione dei Sin. Corriamo il rischio serio che nessuno  vorrà  più investire da noi.

Si è parlato anche di dismissioni che, per quanto ci riguarda, sono impensabili. Bisogna essere anche razionali nei ragionamenti, altrimenti si rischia soltanto di fare demagogia. Bisogna avere un’idea di sviluppo di questa provincia  questo è il vero tema, lavorare tutti verso un’unica direzione. Penso che può esistere un’ottima convivenza tra la zona industriale e il territorio in un’ottica di  trasparenza e rispetto reciproco.

In altre parole c’è uno scambio fra la salute, assunzioni, contributi di varia natura?

L’occupazione della zona è nettamente in calo e quindi le bonifiche, la riconversione e la riqualificazione come futuro occupazionale rappresenterebbero  un’ottima risposta. Tutto il resto sono solo palliativi, tra un po’ saremo costretti ad andare via tutti se non si mettono in atto concrete politiche di sviluppo . Il paese ha bisogno di  una svolta, di riscatto da  una classe politica ormai dormiente e non lungimirante, è tanta la voglia di vedere finalmente rispettati i diritti e  le priorità dei cittadini, siamo ormai coscienti di ciò che si vive e di ciò che sarà il nostro futuro. Non vi è dubbio che le ricadute in termini occupazionali e di ristoro devono essere rivolte al nostro territorio governati da meccanismi di trasparenza. Chi approfitta del proprio ruolo barattando la salute dei cittadini è uno sciacallo e non degno di essere chiamato uomo. Se c’è stato qualcuno che ha barattato la salute dei cittadini per meccanismi contorti dovrà fare i conti con la propria coscienza.

Come mai non si fa fronte comune, ad esempio con padre Prisutto e i verdi di Patti?

Non so darle una risposta certa  ma  sono dell’idea che Cittadini, Sindaci e parlamentari del territorio dovrebbero  trovarsi insieme a dibattere su  come affrontare l’argomento e raggiungere l’obiettivo concretamente e non attraverso le semplici dichiarazioni d’intenti  che fino ad oggi non hanno prodotto  che aspettative tradite ad ogni livello.

Col sindaco Gianni è possibile una strategia di pronto intervento, anche con metodi dirompenti?

Il Sindaco Gianni in passato è stato fautore di importanti  iniziative come la legge sull’amianto e sostenitore del piano di risanamento ambientale. I metodi dirompenti non servono più occorre studio, impegno e determinazione pertanto fare chiarezza subito, creare una rete fra i sindacati, comuni e i deputati della provincia di Siracusa .

Alessandro, il tuo partito pensa a migranti e Pride e ignora l’aria inquinata?

Chi fa politica non può pensare ad un solo tema, per poter crescere il paese Italia deve avere un’idea di sviluppo complessivo. Proprio per questo il partito si occupa  anche del Pride, anche degli emigranti, anche di lavoro, anche di giustizia, anche di infrastrutture, anche di economia … con tutti i limiti e i pregi  del caso . A proposito di ambiente voglio ricordare alcune iniziative già in vigore portate avanti dal mio partito: Ratifica accordo di Parigi sul clima, Eco reati (tutela legale del territorio, ambiente e salute); Eco bonus (risparmio energetico), per finire ricordo le battaglie che sta portando avanti il deputato Raciti sulla questione delle bonifiche insieme al deputato Cafeo.

Sulla questione delle bonifiche l’on. Cafeo ha chiesto l’istituzione della commissione di indagine regionale sulle bonifiche inoltre ricordo che Giovanni è stato uno dei proponenti  della legge sull’economia circolare.

Qual è il senso di Marina di Priolo soffocata da capannoni e fabbriche abbandonate dove insiste ancora oggi molto materiale inquinante?

I problemi ci sono nella zona industriale e vanno affrontati con intelligenza e studio. Il problema non è Marina di Priolo l’inquinamento è  da per tutto, riguarda Priolo come Siracusa ovvero tutto il quadrilatero industriale. Ripeto bisogna fare partire le bonifiche e un’opera di riconversione generale.  Marina di Priolo è un gioiello, invito tutti a farsi un bagno nel nostro mare.

Il comune di Priolo ha un potenziale enorme, oltre che una disponibilità economica importante che potrebbe dare l’opportunità a chi lo amministra di dare  realmente una svolta seria alle sorti di questo paese, fornendo risposte reali e concrete ai bisogni dei cittadini e del territorio.

L’obiettivo dovrebbe  essere quello del mantenimento dei servizi, se non del rafforzamento, possibilmente con un utilizzo più parsimonioso del denaro pubblico. Il piano spiaggia necessita una nuova progettualità che valorizzi il nostro patrimonio paesaggistico ed ambientale, come ben ha fatto la LIPU con la gestione della riserva naturale, senza trascurare i proprietari dei lidi e dei chioschi che vanno supportati e aiutati. Bisogna rendere fruibile e valorizzare Thapsos creando una rete tra i beni culturali . Il problema quindi non è Marina di Priolo in quanto tale, la priorità resta il cittadino, si è persa la capacità di ascoltare, bisogna dare risposte concrete in termini occupazionali e ambientali.