Politica

LA GRANDE BRUTTEZZA ALL’EX CONVENTO

Sulla vicenda delle sculture false all’ex convento di San Francesco, per tramite della mostra Ciclopica, abbiamo detto sin  dal principio che ci sembrava una vicenda inquietante ed anche dagli obiettivi reconditi. Noi, per dirla tutta, pensiamo anche ad una ricostruzione virtuale come questa. Mettiamo che le due sculture di Giacometti sono false, il loro valore nominale se fossero vere è enorme, grosso modo di 200 milioni di dollari. Nei fatti il Comune di Siracusa quindi dà il suo patrocinio per tre anni – anni tre – e la sua copertura mediatica internazionale a due sculture false che proprio perché esposte per mesi in una città nota al mondo intero acquistano i requisiti di meno false, quasi autentiche. Facile pensare cosa viene dopo. Chi organizza avrebbe anche portato altre riproduzioni, ma le sculture di Giacometti erano nel titolo della mostra ed erano naturalmente fra quelle vantate come fiore all’occhiello della mostra stessa. Ed invece sono false, pensate che anche i falsi hanno la firma falsificata. Come dire operazione grossa e con grossi obiettivi economici e a questo punto i 28mila euro l’anno che Sicilia Musei riconosce al Comune sembrano davvero beffardi. Una presa per i fondelli anche per chi amministra e ha firmato il protocollo d’intesa oltre che di disdoro per i siracusani e per l’immagine di Siracusa. L’operazione Giacometti potrebbe essere stata riproposta poi per altre opere dal valore di centinaia di milioni. E qui si configurerebbero reati a non finire. Ma è solo una ricostruzione della vicenda con la testa di chi pensa male. Speriamo ovviamente di sbagliarci.

Eppure i segnali c’erano tutti per un Italgarozzo meno avventato e che oggi non può davvero fare finta di non sapere visto che non si firma un  protocollo ad muzzum evitando di fare una gara. La vicenda Caravaggio fra Cleveland e Londra, un protocollo d’intesa con Sicilia Musei senza una regolare gara con una concessione di fatto per tre anni di una splendida location in Ortigia. Protocollo contestato da tutto il Consiglio comunale ed oggi il sindaco che fa finta di rammaricarsi e di saperne poco, fa davvero ridere, anzi fa solo piangere. E’ lui infatti come capo dell’amministrazione che ha esposto ancora una volta Siracusa al ludibrio nazionale ed internazionale. Un altro segnale? Un articolo illuminante, oggi addirittura profetico, di Luciana Bedogni su l’altra città. Ecco uno stralcio: “Che cosa ci propone allora “Ciclopica”? Non si sa da dove provengono le opere esposte; la mostra sembra essere stata organizzata da emeriti principianti. Anche il sito di Sicilia Musei UNA”CICLOPICA” FURBATA (www.siciliamusei.it), società che ha organizzato l’evento, lascia letteralmente allibiti. Nelle pagine si leggono tante belle parole, si citano numerose collaborazioni, ma Sicilia Musei sembra una società fantasma. Nel sito non viene indicato l’indirizzo della sede, nè il nome di alcun referente e nemmeno un recapito telefonico. Non viene citato neanche uno straccio di comitato scientifico. Ma allora cos’è Sicilia Musei? Una joint tra galleristi e persone che hanno relazioni “molto forti” con le pubbliche amministrazioni? Talmente forti da fare passare qualsiasi prodotto, anche se di discutibile qualità? E che cos’è “Ciclopica”? Una fiera dell’arte dove le opere esposte sono in vendita? Una ciclopica furbata quindi! Anche se Sicilia Musei è un privato, è tenuto comunque a dichiarare con chiarezza ciò che propone. Così da consentire ad ognuno di decidere se vale la pena pagare 10 euro per visitare la mostra”.

Tutti segnali snobbati con spocchia. Così oggi la vergogna del blitz dei carabinieri, il tentativo di nascondere il sole con la rete con un manifestino ridicolo di mostra momentaneamente sospesa. Il sindaco e il suo assessore alla cultura messi alla berlina. Quando il Consiglio ha chiesto la revoca Granata si è indignato, “per una grande mostra come Ciclopica  i nostri costi sono limitati alla mancata riscossione della Tari, ai consumi idrici e a quelli elettrici”. Aveva dimenticato solo lo sputtanamento mondiale, un misero particolare. Italgarozzo e Granata in conclusione debbono solo umilmente chiedere scusa alla città e ai cittadini siracusani, dimettersi e tornare agli affetti familiari. Noi possiamo solo cercare di dimenticare.