CANICATTINI DICE NO AL MEGA IMPIANTO FOTOVOLTAICO. COINVOLTO NEL PROGETTO ANCHE IL COMUNE DI SIRACUSA CHE FINO AD OGGI NON HA INFORMATO I CITTADINI
Canicattini dice no al mega impianto fotovoltaico di oltre un milione di metri quadri di Cavadonna che coinvolge anche per oltre 500mila metri quadri il territorio del comune di Siracusa. A dire no prima la giunta di Canicattini e poi il Consiglio comunale. E a quanto sembra a giorni ci dovrebbe essere anche il no della Giunta di Siracusa che tuttavia fino ad oggi non ha nemmeno accennato la questione ai cittadini del capoluogo. Ma veniamo ai lavori del Consiglio comunale di Canicattini. Ecco il comunciato: “Si passava al punto relativo al progetto della società Lindo srl, con sede a Roma, per cui ha chiesto il rilascio del provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, per la realizzazione di un mega impianto fotovoltaico di taglia industriale in località Cavadonna, a soli 2,1 km dal centro abitato di Canicattini Bagni, lungo la provinciale 14 Maremonti, in terreni con destinazione in parte agricola, in parte industriale-artigianale, e in parte a verde pubblico.
Ad illustrarlo è stato il Presidente Paolo Amenta, rimarcando come l’impianto, di puro interesse privato senza alcuna ricaduta economica sul territorio, abbia una potenza installata di 67,421 MWp, e sia esteso 1.129.777 metri quadrati, ovvero circa 113 ettari di terreno, in località Cavadonna, tra il Comune ibleo (616.941 m.q.) e quello di Siracusa (512.836 m.q.), con una distesa di pannelli montati su strutture a inseguimento monoassiale in configurazione bifilare per un totale di 4.682 tracker (ogni tracker alloggia 2 filari da 20 moduli) con complessivi 187.280 moduli. Inoltre, l’energia prodotta, veicolata mediante un cavidotto MT (media tensione) interrato, lungo circa 10 km, transiterebbe da 67 cabine inverter, 5 cabine MT, 1 controllo room, una cabina di consegna e una cabina utente di trasformazione MT/AT (da media ad alta tensione) realizzata in adiacenza alla costruenda sottostazione AT di proprietà di TERNA in località Casa Sa Alfano, in territorio di Noto. Si attraverserebbe un territorio di grande pregio paesaggistico con il suo straordinario reticolo di cave, scrigno unico al mondo di biodiversità, per raggiungere la destinazione finale, sempre a ridosso del centro abitato di Canicattini Bagni.
Il Presidente Amenta ha ricordato, inoltre, come già la Giunta comunale abbia detto no al progetto, producendo, attraverso un atto d’indirizzo, una seria di osservazioni negative, trasmesse anche alla Giunta del Comune di Siracusa che nei prossimi giorni ha garantito verranno condivise. Le stesse osservazioni, in dieci punti, approntati dall’Ufficio Tecnico comunale che si pongono all’approvazione del Consiglio.
Dopo Amenta a prendere la parola è stato l’Assessore Pietro Savarino per accingere che, a memoria d’uomo, ed in particolare dei canicattinesi preoccupati per la vicinanza al centro abitato e per i terreni circostanti, l’area scelta per l’insediamento dell’impianto sia da anni soggetta a continui incendi, in particolare nella stagione estiva, tantè che ha provveduto a richiedere al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa, l’apposita documentazione degli interventi effettuati nella zona, per cui alle già citate particelle del territorio di Siracusa interessate da incendi, ha chiesto che venissero aggiunte anche quelle ricadenti nel territorio di Canicattini Bagni.
Sull’argomento è intervenuto il Capogruppo di “Insieme per Cambiare”, Danilo Calabrò, per sottolineare che il modello di sviluppo che la comunità canicattinese si è data non comprende mega impianti fotovoltaici, piuttosto valorizzazione delle risorse naturali, culturali, storiche, archeologiche e paesaggistiche che, al contrario verrebbero distrutte dall’impatto negativo di una struttura industriale di così vaste proporzioni. Un impianto, ha continuato Calabrò, realizzato alle porte del centro abitato e di quel Parco Nazionale degli Iblei che comprende anche il territorio canicattinese assieme alla zona montana.
«Non siamo contrari alle fonti energetiche rinnovabili per le abitazioni e le imprese – ha detto ancora Calabrò – in modo non invasivo e nel rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Dobbiamo avere il coraggio tutti insieme di dire che questo impianto non è bello».
Della stessa opinione anche la Capogruppo del Gruppo Misto, Luisa Chiarandà, che nel ribadire la non contrarietà ai piccoli impianti di produzione di energia rinnovabile, ha sottolineato invece l’interesse speculativo di «un impianto che produrrebbe un consumo di suolo agricolo enorme a scapito dell’impatto paesaggistico e delle stesse politiche di sviluppo agricolo». «Un campo fotovoltaico a terra – ha detto – presenta delle criticità che possono influire sulla stabilità della copertura pedologica, accentuando o mitigando i processi di degradazione che maggiormente minacciano i suoli della nostra regione, quali la diminuzione della sostanza organica, l’erosione, la compattazione, la perdita di biodiversità, cibi e sovranità alimentare e la perdita di fertilità».
Un provvedimento calato dall’alto dalla Regione disattendendo le politiche di sviluppo che il territorio di è dato, per il Capogruppo di “Sviluppo e Futuro”, Sebastiano Gazzara. Un impianto ben visibile che secondo Gazzara causerà un danno irreversibile al territorio e alla comunità canicattinese.
«Un biglietto da visita negativo – rimarca ancora Gazzara – per un’area di interesse turistico, archeologico, paesaggistico ed ambientale, come quella iblea, inserita nel patrimonio Unesco. Un progetto che nel futuro riserverà problemi più che preoccupanti per tutti noi, ad iniziare dalla devastazione di un patrimonio e dallo smaltimento dei materiali».
«Non solo – ha aggiunto il collega di gruppo Sergio Petrolito – ma si pensi a quei 10 km di cavidotto che attraverserà il nostro territorio per arrivare alla cabina di trasformazione a Sant’Alfano sopra la città, cinturando di fatto Canicattini Bagni».
Conclusi gli interventi il Consiglio con voto unanime ha approvato l’atto d’indirizzo con le osservazioni negative preparate dai tecnici e l’aggiunta proposta dall’Assessore Savarino, da inviare alla Presidenza della Regione, agli Assessorati regionali Territorio e Ambiente e all’Energia, oltre che al Comune di Siracusa.