Politica

A SIRACUSA IL PENSIERO DOMINANTE E’ QUELLO DI CETTO LA QUALUNQUE: BASTA CON LA GIUSTIZIA

A Siracusa non funziona un cazzo, ma i cazzi loro sì. 1) Pensate che chi amministra ha la faccia tosta di fare multe di 600 euro ai cittadini perchè viene utilizzato il sacco nero nella differenziata. Cioè una band che da sei anni tiene seppelliti i siracusani sotto montagne di spazzatura invece di fare tante scuse, dimettersi e togliersi dai piedi, multa gli altri, fa la voce grossa. “Cappa i supira”, come dicono i nostri anziani. Facce toste da non credere. A prescindere che i sacchi neri sono vietati dal 2005 dal garante della privacy, ma qui, in terra di frontiera, le leggi non contano più di tanto. 9) Tutte le strade cittadine scassate, tutte. Ricordiamo che sempre Italgarozzo e Coppa dissero che con 5 milioni disponibili, le strade di Siracusa sarebbero cambiate da così a così. Balle, sempre balle, solo balle. 3) I brogli elettorali che emergono ormai con cadenza quotidiana dopo le verifiche disposte dal Tar? Silenzio assoluto di Italgarozzo che pure è sub judice. 4) L’ospedale nuovo? 5) L’inquinamento dell’aria e le puzze quotidiane? 6) Un direttore artistico serio e competente per il teatro comunale? 7) E il lavoro? I meccanismi di competenza comunale per creare occupazione non si attivano mai? E i 40 milioni promessi da Italgarozzo per le periferie? Insomma, l’elenco per dire che a Siracusa non funziona un cazzo, sarebbe lunghissimo, ma contiamo sull’informazione autonoma di chi legge. Tutti sanno in questa città, tranne i leccaculo e i beneficiatori di briciole, che siamo allo sfascio totale. Per colpa principalmente di chi amministra, ma non solo di chi amministra. Fatta questa premessa chiediamo a chi amministra alcuni chiarimenti. A) Come mai un’associazione di albergatori va ben al di la delle sue competenze istituzionali ormai con candenza quotidiana con il costante assenso di chi amministra? B) Come mai un’associazione che si occupa di cibo, anzi di buon cibo, è coinvolta a ripetizione, a differenza di altre, anche in siti palesemente impropri? Per essere chiari, cosa c’entra un convegno su marmellate e agrumi a villa Reimann? Proprio niente e non basta coinvolgere nominalmente il consorzio universitario o l’assessore tizio e caio per far quadrare i conti. C) E le proroghe all’Erga? D) E le mostre all’ex convento? Entrambe senza bandi, ma con scelte discrezionali, casualmente amicali?  Certo, “basta con la giustizia” avrebbe detto Cetto La Qualunque.