Politica

SALERNO BACCHETTA L’ASSESSORE GRANATA: SU VILLA ABELA UN CAPOLAVORO DI IPOCRISIA CULTURALE E REGRESSIONE CIVICA

Su Piazza d’Armi e Villa Abela scrive fra l’altro Salvo Salerno: Dopo il peccato originale del colpo di mano politico-amministrativo nel 2017, con una gara sbucata dal nulla, e dopo le bugie dell’Urban Center dell’estate 2018, queste macerie ne sono il risultato:
– Una Giunta comunale che prova a distogliere l’attenzione da Piazza d’Armi, inventandosi una battaglia alternativa già evidentemente impossibile in partenza. In molti hanno abboccato, in buona fede. Mi spiace veramente per loro, ma se la devono prendere con chi li ha illusi. Non con chi lavora concretamente alla tutela del nostro Patrimonio, senza cariche, senza guadagni, ma rimettendoci del proprio, in tempo, energie e denaro.
– Pochi cittadini rimasti a presidiare il bene monumentale, nell’isolamento e nel fastidio “di schieramento”. Non ci si può perdonare di aver contestato la credibilità di questo sindaco, nè di alcuni assessori, neppure se gli portassimo come prova la pistola fumante, avrebbero il coraggio di prendere una posizione netta di condanna, di ribellione, di rabbia, di indignazione vera.
– Movimenti autorevoli, ma rimasti afasici alla finestra che, al loro interno, ospitano aderenti che si indignano per i fatti (deboli) di Villa Abela. Costoro, pur avendo per compagni di strada proprio coloro che ne hanno decretato (a ragione o a torto, non importa) la fine, però se la prendono con quei pochi che fanno la battaglia (vera e solida) su Piazza d’Armi. Un caso psichiatrico, direi.

Un vero capolavoro di ipocrisia culturale e di regressione civica, sull’altare dello schieramento politico dei “buoni” per definizione dogmatica.
E ora, chi vuole sfogarsi con l’aggressione, si accomodi, non ci fa alcuna impressione.